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SE QUESTA E’ L’EUROPA, CHE PENA L’EUROFESTIVAL, RIDICOLO CONCENTRATO DI PROPAGANDA ANTI-RUSSA di Eriprando Sforza

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Meno male che almeno in questo caso gli italiani non sono esterofili e da sempre snobbano quella pagliacciata dell’Eurofestival, al cui confronto Sanremo è un ritrovo di sofisticati amanti dell’arte. Purtroppo questa ridicola manifestazione non può più essere ignorata perché negli ultimi anni ha assunto un significato politico davvero inquietante.

Due anni fa aveva vinto il travestito austriaco Conchita Wurst, subito trasformato in un simbolo dell’emancipazione, portato in trionfo al Parlamento europeo dove ha tenuto un concerto (https://www.youtube.com/watch?v=pqcxsMWKzhY) ed è stato definito “La Voce Europea”. Testimonial di Bank Austria, di proprietà di Unicredit (https://www.youtube.com/watch?v=Kp99KzZAlMo), qualche buontempone aveva minacciato di usarlo come armi anti-Putin molto più devastante delle Femen, simbolo dell’Occidente che si è liberato da ogni tabù e discriminazione.

Conchita non è comunque riuscita/o a impedire che alle presidenziali austriache arrivasse nettamente primo Norbert Hofer, il candidato del Partito della Libertà, definito di estrema destra dalla stampa mainstream. Si spera che anche la scelta di quest’anno si riveli una pistola caricata a salve. Perché l’Eurofestival è riuscito a fare di peggio. Stavolta la vincitrice è una vera femmina, Jamala, viene dall’Ucraina e la sua canzone si intitola 1944 (https://www.youtube.com/watch?v=iExW72v0BSw).

Il testo, in inglese, rievoca la deportazione dalla Crimea di oltre 240.000 tartari da parte di Stalin: “When strangers are coming/They come to your house/They kill you all/
And say/We’re not guilty/Not guilty.”

La Russia ha protestato, chiedendo il ritiro della canzone, visto che il regolamento dell’Eurofestival proibisce testi di natura politica. Ma gli organizzatori hanno replicato che la canzone non viola il regolamento. Come se a nessuno venisse in mente che la Crimea nel 2014 è stata annessa alla Russia ma l’Ucraina continua a reclamarne la sovranità. Altro che Stalin, qui si parla di Putin. Che la vittoria di Jamala non esalti troppo gli ucraini di Kiev: una nuova ventata di patriottismo potrebbe spingerli a scatenare un’offensiva per riconquistare la Crimea.

E’ ovvio che questo non succederà, così come la vittoria di Conchita non ha impedito il successo di Hofer alle presidenziali. L’Eurofestival contribuisce comunque a soffiare sul fuoco di un conflitto ignorato dai media mainstream ma che prosegue con il suo carico di morti. La manifestazione canora rappresenta bene quel mostro dell’Unione europea: è il trionfo dell’indistinto, come il sesso di Conchita e la partecipazione alla gara dell’Australia (sic), arrivata seconda.

Il tutto tenuto insieme dal collante dell’odio verso la Russia di Putin, che le differenze le vede ancora. Scommettiamo che l’anno prossimo parteciperà e vincerà una cantante proveniente da un’area “liberata” della Siria? Di certo Jamala e il suo 1944 sono una risposta decisamente fiacca al grande colpo propagandistico della Russia con il concerto di musica sinfonica tenuto dall’orchestra del teatro Mariinskij di San Pietroburgo nella Palmira liberata (https://www.youtube.com/watch?v=9b0hFIf4Zaw). Musica sinfonica.

Nell’improbabile eventualità che i liberatori fossero stati gli americani, a Palmira avrebbero esibito al massimo Madonna che si grattava la bernarda per incitare le donne siriane all’emancipazione.

Eriprando Sforza


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