Attualità
Scoperto nuovo farmaco che può rallentare la perdita della vista nei diabetici
Un team di scienziati del Wilmer Eye Institute, John Hopkins Medicine, ha pubblicato le prove che un farmaco sperimentale è in grado di prevenire o rallentare la perdita della vista nei pazienti diabetici, secondo un comunicato stampa.
Secondo il National Institutes of Health, la perdita della vista dovuta al diabete colpisce attualmente quasi 8 milioni di americani e si prevede che raddoppierà entro il 2040.
Nel loro studio, i ricercatori hanno utilizzato organoidi retinici umani e di topo e si sono concentrati su due condizioni comuni dell’occhio diabetico: la retinopatia diabetica proliferativa e l’edema maculare diabetico.
Sebbene entrambe queste condizioni colpiscano la retina, il tessuto che percepisce la luce e trasmette i segnali visivi al cervello, nella retinopatia diabetica proliferativa i nuovi vasi sanguigni crescono eccessivamente sulla superficie della retina, causando emorragie o distacchi della retina e perdita della vista.
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I pazienti affetti da edema maculare diabetico presentano una retina centrale gonfia e cellule retiniche danneggiate a causa della fuoriuscita di liquido dai vasi sanguigni dell’occhio, con conseguente perdita della visione centrale.
Un’alternativa migliore e più sicura
Queste malattie sono attualmente trattate con iniezioni di un medicinale chiamato anti-vascular endothelial growth factor (anti-VEGF) cioè fattore contrastante della crescita endoteliale.
Pur bloccando la crescita di nuovi vasi sanguigni anomali e limitando così le perdite, queste terapie non si sono rivelate efficaci per molti pazienti e a lungo andare causano effetti collaterali, tra cui l’aumento della pressione interna dell’occhio e danni al tessuto oculare.
Il team ha studiato un composto, il 32-134D – precedentemente osservato per rallentare la crescita tumorale nei topi – e ha rilevato livelli più bassi della proteina hypoxia-inducible factor (HIF) nei pazienti che lo utilizzavano.
L’HIF si attiva nelle pareti delle arterie e produce diverse proteine che promuovono la crescita di nuovi vasi sanguigni. Livelli più bassi di HIF prevengono le malattie vascolari della retina diabetica. Inoltre, le dosi di 32-134D sono risultate più sicure rispetto ad altri trattamenti che hanno come bersaglio l’HIF.
“Abbiamo scoperto che il farmaco esaminato in questo studio, il 32-134D, era notevolmente ben tollerato negli occhi e riduceva efficacemente i livelli di HIF negli occhi malati”, ha dichiarato Akrit Sodhi, M.D., Ph.D., professore associato di oftalmologia e Branna e Irving Sisenwein Professor of Ophthalmology presso il Wilmer Eye Institute, e co-autore del nuovo studio.
Testato in due diversi modelli murini adulti di malattia diabetica dell’occhio, il 32-134D è risultato in grado di ridurre i livelli di HIF e di inibire la creazione di nuovi vasi sanguigni, rallentando così la progressione della malattia cinque giorni dopo l’iniezione.
Il 32-134D è stato anche testato in diversi tipi di linee cellulari retiniche umane associate all’espressione di proteine che promuovono la produzione e la perdita di vasi sanguigni ed è risultato in grado di ridurre l’HIF a livelli quasi normali, arrestando la creazione di nuovi vasi sanguigni.
“Questo lavoro evidenzia come l’inibizione dell’HIF con il 32-134D non sia solo un approccio terapeutico potenzialmente efficace, ma anche sicuro. Si tratta di una malattia che colpisce un ampio gruppo di persone. Disporre di terapie più sicure è fondamentale per questa crescente popolazione di pazienti”, ha concluso Sodhi.
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