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Economia

Scontro d’oro: l’America di Trump dichiara guerra alla Svizzera, e l’oro rischia una svolta storica.

Una decisione inaspettata delle dogane USA sui dazi per l’oro sta mettendo in ginocchio la Svizzera, che sull’oro ha basato gran parte della sua prosperità. Ecco cosa sta succedendo e perché il mondo della finanza è in allarme.

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Gli Stati Uniti hanno imposto dazi sull’importazione di lingotti d’oro da un chilo e da 100 once, una mossa che rischia di stravolgere il mercato globale dei metalli preziosi e di infliggere un duro colpo alla Svizzera, il principale centro di raffinazione dell’oro a livello mondiale.

La decisione delle dogane USA

La notizia proviene da un documento ufficiale, una “ruling letter” datata 31 luglio, emessa dalla US Customs and Border Protection (CBP), l’agenzia per le dogane e la protezione dei confini. Questo tipo di lettera viene utilizzato dagli Stati Uniti per chiarire le proprie politiche commerciali. La decisione stabilisce che i lingotti d’oro da un chilo e da 100 once debbano essere classificati sotto un codice doganale soggetto a tariffe, in netto contrasto con le aspettative del settore, che li riteneva esenti.

Perché la Svizzera è il principale bersaglio

I lingotti da un chilo rappresentano la forma più comune di scambio sul Comex, il più grande mercato al mondo per i futures sull’oro, e costituiscono la maggior parte delle esportazioni di oro della Svizzera verso gli Stati Uniti. I dati doganali mostrano che l’oro è una delle principali voci dell’export svizzero verso gli USA. La decisione della CBP arriva in un momento di crescente tensione tra Washington e Berna, in seguito all’annuncio da parte degli Stati Uniti di un’imposta del 39% sulle importazioni dalla Svizzera.

Le conseguenze immediate

L’impatto sul mercato è stato immediato. I futures sull’oro del Comex per la consegna di dicembre hanno toccato un massimo storico di 3.534 dollari l’oncia dopo la rivelazione di questa decisione. Christoph Wild, presidente dell’Associazione svizzera dei produttori e commercianti di metalli preziosi, ha definito il provvedimento “un altro duro colpo” per il commercio di oro svizzero con gli Stati Uniti, sottolineando come la tariffa renderà difficile soddisfare la domanda del metallo giallo.

La mancanza di chiarezza e le reazioni del settore

Mentre la decisione è stata presa dalle dogane USA, al momento non vi è stato alcun contraccolpo ufficiale da parte del Segretario al Commercio o della Casa Bianca. Questa situazione crea grande incertezza. I lingotti d’oro da un chilo, che sono i preferiti a New York, normalmente viaggiano in un “triangolo” commerciale tra Londra e New York, passando per la Svizzera, dove vengono rifusi.

Il settore, pur avendo interpretato le precedenti esenzioni come applicabili anche a questi lingotti, si trova ora in una situazione di stallo. Molte raffinerie svizzere, dopo aver consultato i propri legali, hanno già ridotto o temporaneamente sospeso le spedizioni verso gli USA in attesa di maggiore chiarezza. La tariffa del 39% applicata alle esportazioni svizzere di oro, che valevano 61,5 miliardi di dollari nei 12 mesi fino a giugno, potrebbe ora aggiungere un costo di 24 miliardi di dollari, o semplicmente azzerare l’invio d’oro dalla Svizzera agli USA.


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