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Economia

Sciopero dei porti USA: I datori di lavoro aprono il portafogli e lo sciopero finisce. Paghe a 57 euro l’ora

Lo sciopero dei porti dell’east coast termina dopo che i datori di lavoro accettano di aumentare le paghe del 62% in sei anni, contro una domanda del 77%. La Casa Bianca ha esercitato enormi pressioni per evitare uno scontro sotto campagna elettorale

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Nella tarda serata di giovedì, 45.000 lavoratori portuali in sciopero nei porti della costa orientale e del Golfo degli Stati Uniti hanno accettato di tornare al lavoro dopo che gli operatori portuali hanno incrementato la loro offerta contrattuale, ponendo fine a uno sciopero di tre giorni che minacciava di sconvolgere l’economia americana. Alla fine è stato sufficiente pagare un po’ di più per raggiungere un accordo. Chi ha fatto scorte di carta igenica sarà deluso.

In una dichiarazione congiunta, l’International Longshoremen’s Association e gli operatori portuali hanno dichiarato di aver raggiunto un accordo provvisorio sui salari e che i membri del sindacato torneranno al lavoro. L’accordo prorogherà il contratto precedente, scaduto all’inizio di questa settimana, fino al 15 gennaio 2025, mentre le due parti negozieranno su altre questioni, tra cui l’automazione delle banchine.

Porto di Boston

La svolta è avvenuta dopo che i datori di lavoro portuali hanno offerto un aumento dei salari del 62% in sei anni, come riporta il WSJ citando persone che hanno familiarità con la questione. La nuova offerta, rispetto a una precedente proposta di aumento del 50%, è arrivata dopo che la Casa Bianca ha esercitato pressioni private e pubbliche sulle grandi compagnie di navigazione e sugli operatori dei terminal merci che impiegano i lavoratori degli scali, affinché facessero una nuova offerta al sindacato.

L’accordo pone fine a uno sciopero che aveva chiuso i porti container dal Maine al Texas, minacciando di interrompere tutto, dalla fornitura di banane nei supermercati al flusso di automobili nelle fabbriche americane, e costando all’economia degli Stati Uniti miliardi di dollari al giorno di mancati scambi commerciali.

L’ultima offerta prevede un aumento della tariffa oraria di base per i lavoratori portuali dell’ILA, che passerebbe da 39 a 63 dollari in sei anni, oltre 57 euro l’ora. Una delle persone ha dichiarato che l’offerta è stata fatta a condizione che i lavoratori portuali tornino al lavoro e accettino di aumentare l’efficienza.

L’offerta è inferiore alla richiesta del sindacato di un aumento del 77% per tutta la durata del contratto, ma è di gran lunga superiore a quella della maggior parte dei contratti di lavoro, compreso quello raggiunto l’anno scorso dal sindacato separato che rappresenta i lavoratori delle coste occidentali. Molti lavoratori portuali statunitensi guadagnano attualmente più di 100.000 dollari all’anno, con salari orari di base aumentati dalle regole di lavoro e dai requisiti per gli straordinari.

Porto di Tampa

Lo sciopero è avvenuto a circa cinque settimane dalle elezioni presidenziali, in cui entrambi i candidati principali stanno corteggiando gli elettori dei sindacati della classe operaia. Sia la vicepresidente Kamala Harris che l’ex presidente Donald Trump hanno espresso il loro sostegno ai lavoratori, sottolineando che i vettori sono per lo più di proprietà straniera. Però siocuramente hanno esercitato fortissime pressioni per un accorod, visto che manca un mese alle elezioni.

I vertici della Casa Bianca sono stati spesso in contatto con i datori di lavoro, ribadendo che Biden non intende usare i suoi poteri federali per interrompere lo sciopero. “Questo è il primo sciopero in 50 anni: queste persone sanno come arrivare al sì”, ha detto giovedì il segretario all’Agricoltura Tom Vilsack, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One. “Devono solo arrivare al sì”.

Alla fine a furia di pressioni i datori di lavoro hanno aperto il portafoglio e lo sciopero è finito, giusto per permette ai regali di Natale di arrivare negli USA.


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