Economia
Integrità a Pezzi: Terremoto sulle “Quattro Sorelle” della revisione. Centinaia di manager barano agli esami… di etica.
L’ennesimo, imbarazzante scandalo travolge i giganti della consulenza Deloitte, PwC ed EY. I controllori che dovrebbero garantire l’onestà delle più grandi aziende al mondo sono stati multati per aver barato in massa ai propri test interni, compresi quelli sull’etica professionale. Un crollo di credibilità senza precedenti.

Un nuovo, devastante terremoto scuote le fondamenta delle “Quattro Sorelle”, i colossi della revisione contabile che dominano il panorama finanziario globale. Questa volta, la crisi non riguarda un errore di calcolo o una revisione superficiale, ma qualcosa di molto più profondo e inquietante: un marciume etico che sembra pervadere la loro stessa cultura.
L’autorità di vigilanza contabile statunitense, la PCAOB (Public Company Accounting Oversight Board), ha inflitto una multa complessiva di 8,5 milioni di dollari alle filiali olandesi di Deloitte, PwC ed EY. Il motivo è tanto semplice quanto sconcertante: “centinaia” di dipendenti, inclusi partner e figure dirigenziali di alto livello, hanno sistematicamente barato agli esami di formazione interna. E la beffa più grande è che tra questi c’erano anche i test obbligatori sull’etica professionale.
Coloro che per mestiere dovrebbero essere i garanti incorruttibili della trasparenza e dell’onestà dei bilanci altrui, sono stati scoperti a copiare e a scambiarsi le risposte per superare le proprie prove interne. Un’ipocrisia che getta un’ombra pesantissima sulla loro intera operatività.
Un’Ipocrisia che Parte dai Vertici
A rendere lo scandalo ancora più grave è il coinvolgimento diretto dei piani alti. Il PCAOB ha rivelato dettagli imbarazzanti:
- In Deloitte Olanda, un membro del comitato esecutivo, che ricopriva nientemeno che la carica di Chief Quality Officer (Direttore della Qualità), si è dimesso nell’ottobre 2023 dopo che l’azienda ha scoperto che aveva ricevuto le risposte di un test obbligatorio poco prima di sostenerlo.
- In PwC Olanda, un partner ha dovuto abbandonare “un ruolo di leadership senior” dopo essere stato scoperto a sostenere un esame obbligatorio insieme a un collega, in palese violazione delle regole.
Questi non sono semplici dipendenti, ma i leader che dovrebbero dare il buon esempio e garantire la qualità e l’integrità del lavoro.
Un Problema Sistemico, non un Incidente Isolato
Questo non è un fulmine a ciel sereno, ma l’ultimo capitolo di una saga di scandali che dimostra un problema culturale diffuso. Solo l’anno scorso, KPMG Olanda (la quarta “sorella”) era stata multata per la cifra record di 25 milioni di dollari per la stessa identica ragione: centinaia di dipendenti, incluso il capo della divisione di revisione, avevano barato agli esami e avevano tentato di ingannare le autorità di regolamentazione.
Le indagini del PCAOB, iniziate nel 2019, hanno ormai scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, trovando pratiche simili in tutte le Big Four e in diverse parti del mondo, dagli Stati Uniti al Regno Unito, fino alla Cina. Le multe si contano ormai in decine di milioni di dollari.
“Il PCAOB non permetterà che un’etica compromessa minacci l’integrità dei nostri mercati dei capitali”, ha dichiarato con fermezza la presidente Erica Williams.
Sanzioni e tardive Promesse di Cambiamento
Le sanzioni pecuniarie vedono PwC e Deloitte pagare 3 milioni di dollari ciascuna, mentre EY pagherà 2,5 milioni. Le aziende, messe alle strette, hanno promesso di aver preso “misure disciplinari appropriate”, che vanno da richiami scritti fino a licenziamenti e pesanti sanzioni finanziarie interne.
Chris Buijink, presidente del consiglio di sorveglianza di PwC Olanda, ha ammesso la gravità della situazione: “Questo mina la fiducia del pubblico nell’organizzazione. Dobbiamo imparare da questa lezione.”
Parole che suonano tardive. Per anni, queste pratiche sono andate avanti indisturbate, suggerendo una cultura aziendale dove il superamento formale dei test era più importante della reale comprensione dei principi etici e professionali. Se i guardiani non sono in grado di controllare sé stessi, con quale credibilità possono ancora pretendere di controllare gli altri? L’ennesimo scandalo pone un serio interrogativo sul futuro di un oligopolio che sembra sempre più un gigante dai piedi d’argilla.
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