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Scacco Matto nel Baltico: la Polonia sceglie i sottomarini svedesi e lascia la Germania a bocca asciutta. I dettagli del programma ORKA
La Polonia snobba la Germania e firma con Saab: tre sottomarini “invisibili” A26 per dominare il Baltico. Ecco perché la tecnologia AIP svedese ha battuto tutti e quanto costerà il riarmo di Varsavia.

Varsavia ignora l’offerta tedesca di TKMS e punta tutto sulla tecnologia di Saab per il controllo del “lago NATO”. Una commessa strategica che unisce sovranità industriale, investimento tecnologico e una tecnologia pensata su misura per i fondali insidiosi del Nord.
La Polonia non smette di stupire. In quella che è ormai diventata la più grande campagna di riarmo convenzionale del continente europeo, Varsavia ha piazzato un altro tassello fondamentale, forse il più delicato: la componente subacquea. Il governo polacco, per bocca del Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa Władysław Kosiniak-Kamysz, ha annunciato ufficialmente che sarà la Svezia, e non la Germania, il partner scelto per il programma ORKA.
La decisione è netta: la Marina polacca acquisirà tre sottomarini classe A26 Blekinge prodotti da Saab. Una mossa che ha un duplice valore: tecnico, perché si sceglie il mezzo più adatto a uno scenario operativo unico al mondo, e geopolitico, perché si rafforza l’asse scandinavo-polacco a discapito dell’egemonia industriale tedesca.
La Germania resta sul fondo
La competizione per il programma ORKA è stata lunga e feroce. Sul tavolo c’erano i “pesi massimi” dell’industria navale europea e mondiale: la francese Naval Group, l’italiana Fincantieri, la spagnola Navantia, la sudcoreana Hanwha Ocean e, ovviamente, la tedesca ThyssenKrupp Marine Systems (TKMS) con il suo Tipo 212CD.
La sconfitta di Berlino brucia, anche se l’azienda tedesca tenta di dissimulare. TKMS ha rilasciato una dichiarazione che trasuda un certo distacco teutonico, affermando che “non c’è alcun impatto economico” poiché, dopo i colloqui del 2023, non era stata presentata un’offerta finale vincolante. Una sorta di “non mi hai licenziato tu, me ne stavo andando io”. La realtà è che per l’industria tedesca, abituata a considerare il Baltico e le marine della NATO come il proprio cortile di casa per l’export, vedere la Polonia – il cliente più spendaccione d’Europa – rivolgersi a Stoccolma è un colpo durissimo.

A-26 è disegnato per poter agire con UUV come con squadre dei servizi speicali, il tutto nelle basse acque del Baltico
Perché la Svezia? La tirannia della geografia
Per capire perché Varsavia ha scelto Saab, bisogna guardare una carta nautica del Mar Baltico. Non siamo nell’Atlantico o nel Mediterraneo profondo. Il Baltico è un mare “sbagliato” per le marine tradizionali:
Basso fondale: La profondità media è di soli 55 metri. I grandi sottomarini nucleari o i diesel-elettrici oceanici qui sono goffi, rumorosi e facili da individuare.
Salinità variabile: L’acqua dolce dei fiumi si mescola con quella salata dell’oceano creando strati di densità diversa (il halocline) che deviano le onde sonar.
Traffico e ostacoli: È un mare pieno di relitti, bassifondi, mine e traffico commerciale.
In questo contesto, la Svezia gioca in casa. Da decenni, Saab Kockums progetta sottomarini specifici per nascondersi in questo ambiente ostile. L’A26 non è un sottomarino oceanico adattato; è un predatore nato per le acque basse (littoral warfare). La sua capacità di posarsi sul fondo, di manovrare in spazi ristretti grazie ai timoni a “X” e di sfruttare le correnti fredde e salmastre per rendersi invisibile ai sonar russi, lo rende superiore, per questo teatro, a molte alternative più blasonate ma “troppo grandi”.
Il cuore tecnologico: Motore Stirling e Invisibilità
Il vero asso nella manica dell’offerta svedese è il sistema di propulsione. La classe A26 Blekinge è dotata della più recente evoluzione del sistema AIP (Air-Independent Propulsion) basato sul motore Stirling.
A differenza dei sottomarini diesel classici, che devono emergere (o usare lo snorkel) ogni pochi giorni per far respirare i motori diesel e ricaricare le batterie – momento in cui sono vulnerabili ai radar e ai satelliti – il sistema Stirling brucia ossigeno liquido (stoccato a bordo) e diesel in un ambiente silenzioso e privo di vibrazioni.
Un motore Stirling si basa sullo sfruttamento delle differenze di temperatura che sono semplci da realizzare in un sottomarino baltico e necessitano relativamente poca energia. Inoltre questo tipo di motore si muove in modo relativamente lento rispetto alle turbine utilizzate nei sottomarini nucleari, e questo assicura un livello di silenziosità superiore.
Il risultato? Il sottomarino può rimanere in immersione profonda, pattugliando o tendendo agguati, per oltre 18 giorni consecutivi. In un mare piccolo come il Baltico, 18 giorni di autonomia subacquea significano poter attraversare l’intero teatro operativo più volte senza mai farsi vedere. È quanto di più vicino a un sottomarino nucleare si possa avere, ma a una frazione del costo e con una silenziosità acustica (stealth) persino superiore quando naviga a bassa velocità.
Specifiche Tecniche: Non solo difesa, ma attacco profondo
L’accordo prevede tre battelli che andranno a sostituire l’unico, vetusto sottomarino classe Kilo (ORP Orzel) rimasto alla Polonia, ereditato dall’era sovietica e probabilmente tenuto insieme col nastro adesivo.
Ma i nuovi A26 polacchi saranno molto più cattivi dei loro predecessori. Ecco un riassunto delle capacità previste:
| Specifica | Dettaglio | Note Operative |
| Dislocamento | ~2.000 tonnellate | Dimensione ideale per manovrabilità e carico utile |
| Lunghezza | 65-66 metri | Compatto per i porti e i fondali baltici |
| Equipaggio | 26 + 9 Forze Speciali | Alta automazione riduce i costi del personale |
| Autonomia AIP | > 18 giorni | Propulsione Stirling silenziosa |
| Armamento Standard | Siluri pesanti e mine | Capacità di blocco navale e anti-shipping |
| Capacità Speciali | Multi-Mission Portal | Portellone di 1,5m per lancio droni (UUV) e incursori |
| Opzione Strategica | VLS (Vertical Launch System) | Possibile integrazione missili Tomahawk |
Il punto sul VLS è cruciale. Se la Polonia confermasse l’installazione di celle per il lancio verticale di missili da crociera (come i Tomahawk), trasformerebbe questi sottomarini da armi di difesa costiera a piattaforme di deterrenza strategica. Un sottomarino polacco invisibile, parcheggiato silenziosamente sul fondo del Baltico, potrebbe colpire obiettivi in profondità nel territorio nemico (leggasi: Russia) con un preavviso minimo.
L’aspetto Economico: tecnologia e industria
Come sottolineiamo spesso su queste pagine, la spesa militare ben indirizzata è un formidabile volano economico. Il Ministro Kosiniak-Kamysz è stato chiaro: l’accordo non riguarda solo l’acquisto “chiavi in mano”, ma una profonda cooperazione industriale.
La Svezia ha offerto un trasferimento di know-how che permetterà ai cantieri polacchi di partecipare alla manutenzione e forse all’assemblaggio di componenti. Questo crea posti di lavoro qualificati, tecnologia che ricade sul civile e indipendenza logistica. È la differenza tra “spendere” e “investire”. Mentre la Germania spesso tende a mantenere il lavoro pregiato nei propri cantieri (a Kiel), la Svezia, più piccola e bisognosa di partner strategici per sostenere i costi di sviluppo, si è mostrata più aperta alla condivisione.
Il costo stimato dell’operazione si aggira intorno ai 2,2 – 2,5 miliardi di euro. Una cifra importante, che si somma agli acquisti di carri Abrams, caccia F-35 e elicotteri Apache, confermando la Polonia come il bastione armato della NATO.
I rischi: tempi lunghi e incognite
Non mancano però le ombre. La Saab sta affrontando ritardi significativi nella costruzione dei due sottomarini gemelli per la Marina Svedese (HMS Blekinge e HMS Skåne). Inizialmente previsti per metà decennio, sono slittati al 2031 e 2033 a causa dell’aumento dei costi e della complessità tecnica.
La domanda che gli analisti si pongono è: quando vedrà i suoi sottomarini la Polonia? Varsavia riuscirà a negoziare una priorità o dovrà attendere gli anni ’30? Fino ad allora, la capacità sottomarina polacca resterà virtuale, lasciando un vuoto pericoloso nel fianco est dell’Alleanza. Forse proprio il trasferimento tecnologico e la cooperazione con i cantieri polacchi potrebbe risultare utile anche alla Svezia.
Tuttavia, la decisione politica è presa. Varsavia e Stoccolma chiudono il Mar Baltico in una morsa d’acciaio. Per la Russia, la flotta del Baltico rischia di trovarsi imbottigliata nel porto di Kaliningrad o a San Pietroburgo, sorvegliata a vista da sottomarini invisibili che conoscono quel mare meglio di chiunque altro.
Domande e risposte
Perché i sottomarini oceanici non vanno bene per il Mar Baltico?
Il Baltico è un ambiente operativo unico: ha una profondità media molto ridotta (circa 50-60 metri) e fondali irregolari. I sottomarini oceanici sono troppo grandi, hanno un pescaggio eccessivo e rischiano di urtare il fondo o di essere limitati nelle manovre evasive. Inoltre, i grandi reattori nucleari o i motori diesel potenti generano rumore e calore difficili da mascherare in acque così basse. I sottomarini svedesi come l’A26 sono più piccoli, agili e progettati specificamente per sfruttare le stratificazioni di temperatura e salinità del Baltico per nascondersi ai sonar.
Che cos’è esattamente il “Multi-Mission Portal” dell’A26 e a cosa serve?
Il Multi-Mission Portal è una caratteristica distintiva del progetto Saab A26. Si tratta di un grande portellone situato a prua, tra i tubi lanciasiluri, con un diametro di circa 1,5 metri. Non serve per sparare armi classiche, ma permette il rilascio e il recupero di veicoli sottomarini senza equipaggio (UUV – droni subacquei) o di veicoli per il trasporto di incursori delle Forze Speciali (SDV). Questo trasforma il sottomarino da semplice “cacciatore” a nave madre per operazioni di intelligence, sabotaggio e sorveglianza delle infrastrutture sottomarine (come i gasdotti).
Cosa comporta l’esclusione della Germania per i rapporti europei?
L’esclusione di TKMS è un segnale politico forte. La Polonia, storicamente diffidente verso la Germania e critica verso la sua esitazione iniziale nel supporto all’Ucraina, sta diversificando le sue dipendenze. Scegliendo la Svezia (e gli USA/Corea per altri armamenti), Varsavia riduce l’influenza industriale tedesca sulla propria difesa. Questo indebolisce l’idea di una “Difesa Europea” a trazione franco-tedesca e sposta il baricentro della sicurezza continentale verso nord-est. Per l’industria tedesca è un danno d’immagine e commerciale rilevante in un mercato in espansione.










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