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Sardine tranquille: “Non si trasmette ai pesci”

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Sta succedendo qualcosa di curioso e inatteso nell’area “democratica”. Ed è un formidabile corto circuito tra la “Scienza”, da un lato, e la “Bontà”, dall’altro. La sinistra democratica italiana, come noto, non ha bisogno di idee, valori, programmi: tutta roba vecchia e fascista. Si regge, piuttosto, su due comandamenti due. Il primo è la venerazione indiscussa per il dogma scientista; il secondo è la priorità assoluta per il politicamente corretto. Quest’ultimo, a sua volta, si traduce nella subordinazione supina a un generico pastone fatto di “accoglienza”, “solidarietà”, “antifascismo”.

Il primo comandamento evita ai dem la fatica di ragionare con la propria testa. Per qualsiasi faccenda, non serve far lavorare il cervello perché deputati a far lavorare il cervello sono solo i “competenti”. Quindi, su ogni problema – dalla salvezza del pianeta alla ricetta per il mascarpone –  il democratico nostrano interpella gli “scienziati”. Allo stesso modo in cui, nell’antica Roma, si interrogavano gli aruspici o gli auguri prima di intraprendere una guerra o una battaglia o altra impresa degna di nota. Il secondo comandamento supplisce quando il primo è impraticabile.

Se non c’è uno scienziato a portata di mano, o almeno a tiro di schioppo, da poter consultare, allora il democratico nostrano scala una marcia: passa dalla modalità “robot” alla modalità “samaritano”. In mancanza di diktat “scientifici”, egli sgrana la litania dei diktat “solidali”: bisogna essere sempre (e a prescindere) tolleranti, elastici, aperti, perdonisti, comprensivi; in una parola: buoni. Anche a costo di rinunciare ai diritti, interessi, valori della propria comunità territoriale di riferimento. Adesso, però, è successo l’impensabile. Il primo comandamento è andato “in corto” scontrandosi con il secondo.

È successo quando Roberto Burioni, uno dei campioni assoluti del Pantheon “scientifico” dei dem, ha suggerito a Enrico Rossi, Governatore della Toscana una cosa ovvia. Una cosa – badate bene – per la quale non serviva uno “scienziato”, bastava una casalinga di Voghera con la passione per il mascarpone. E cioè: mettere in quarantena, senza se e senza ma, chi torna dalla Cina. A questo punto, l’emisfero con mille sfumature di grigio (spento) dei democratici è in tilt. Burioni è uno scienziato, e dà un suggerimento, e dunque bisognerebbe obbedirgli; non tanto perché sia un suggerimento intelligente (l’intelligenza è una variabile irrilevante nel manuale di sopravvivenza della sinistra democratica italiana) quanto piuttosto perché viene, appunto, da uno “scienziato”.

Epperò, nel contempo, c’è il secondo comandamento dei Mosè progressisti che spinge in senso contrario: la “Bontà” dove minchia la mettiamo? E così, il Governatore della Toscana ha trovato l’ardire di opporsi a Burioni, accusandolo di “scatenare i fascioleghisti”. Ordinate i pop corn e godetevi lo show. Intanto abbiamo imparato una cosa: nell’universo dem, c’è un valore che viene persino prima  della “Scienza” (e della salute pubblica, par di capire): ed è la “Bontà”. A questo punto, attendiamo l’irrinunciabile contributo delle sardine. Le quali pare abbiano solo due certezze in proposito. Primo: il Cofid 19 è un virus sovranista come dimostra il suo nome (Corona), simbolo supremo di sovranità. Secondo: niente paura, non si trasmette ai pesci.

Francesco Carraro

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