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Sardex e le altre monete complementari locali: una via di uscita e di sviluppo ?

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La moneta complementare è una forma di pagamento che si affianca, soprattutto localmente, alla moneta di riferimento di un territorio facilitandone la circolazione di beni e servizi e quindi aumentandone la produttività.

Un caso che recentemente è salito alla ribalta è quello del Sardex. Si tratta di un circuito di credito commerciale che collega produttori e consumatori a diverso livello, permettendo uno scambio di beni e servizi. Chi entra nel circuito si impegna ad accettare il “Sardex” , la cui unità di misura base è equiparata ad un euro, come pagamento dei propri beni o servizi. La moneta è virtuale per cui il credito generato viene registrato dal sistema “Sardex” sul conto del venditore, che può a sua volta utilizzarlo per altri pagamenti.

facciamo un esempio pratico: il coltivatore “A” entra nel circui  sardex, e quindi accetta 200 unità di credito come pagamento di un capo di bestiame. I 200 crediti potranno essere utilizzati per pagare il commerciante di mangimi “B”, che a sua volta lo potrà utilizzare per pagare il produttore agricolo “C” per acquistare foraggio e, magari, l’agriturismo “D” dove il commerciante va a passare un weekend.

Attualmente sono oltre 2500 le aziende sarde che accettano il Sardex, 60 milioni di valore di operazioni effettuate , di cui 30 nel 2014, e 78.000 operazioni effettuate nel circuito. Il numero inizia ad essere significativo, tanto che accordi aziendali incominciano a prevedere il pagamento di parte degli stipendi in Sardex, il che presenta una crescita delle opportunità di transazioni al dettaglio. Nel circuito Sardex risulta importante la “Circolazione” non la creazione di una massa monetaria inerte: la moneta ha senso  nella sua funzione iniziale di mezzo di pagamento, in quanto la sua accumulazione  non è remunerata.

A fianco del Sardex sono nate, come circuiti fratelli, il Piemex, per la regione Piemonte, appoggiato da Confcommercio, il Venex per il veneto, il Sicanex per la Sicilia, il Tibex per il Lazio ed il Linx per la Lombardia. Questi progetti sono ad un livello più arretrato rispetto al Sardex, che , tra l’altro, si è avvalso di un contributo della comunità europea. Solitamente l’accesso a questi circuiti prevede il pagamento di una quota una-tantum e di una annuale di abbonamento.

Queste monete locali complementari sono virtuali, completamente elettroniche, ma, al contrario di Bitcoin, sono gestite centralmente. Questo ne rende più semplice e chiara la gestione, ma le espone da un lato a potenziali problemi di sicurezza, dall’altro alle bizze di una legislazione e di una giurisprudenza schizofreniche ed arbitrarie. Comunque una efficace moneta complementare può essere un modo semplice per reperire nuovi mezzi finanziari ed alimentare i consumi, e , se gestita correttamente, può portare ad una vera ripresa.

 


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