Economia
Sanzioni USA: nel mirino la “flotta ombra” dell’Iran. Colpiti un armatore greco e operatori cinesi
Gli Stati Uniti intensificano la pressione sull’Iran, sanzionando una rete internazionale che facilitava l’esportazione illegale di petrolio. L’operazione del Tesoro USA colpisce un noto imprenditore marittimo greco e due importanti operatori cinesi di terminal, rivelando la portata della “flotta ombra” che sostiene Teheran.
Gli Stati Uniti hanno sanzionato un imprenditore greco del settore marittimo, una rete di sue società e due operatori cinesi di terminali e stoccaggio di petrolio greggio, come parte delle misure del Tesor per interrompere le esportazioni di petrolio iraniano e la flotta ombra che le rende possibili.
L’Ufficio del Tesoro degli Stati Uniti per il controllo dei beni stranieri (OFAC) ha imposto sanzioni al cittadino greco Antonios Margaritis, alla sua rete di società e a quasi una dozzina di navi coinvolte nella flotta ombra dell’Iran.
“Margaritis ha sfruttato la sua decennale esperienza nel settore marittimo per facilitare il trasporto e la vendita illegale di petrolio iraniano”, ha affermato il Tesoro.
“Anche diverse altre navi e operatori sono stati designati oggi per il loro ruolo nel facilitare le esportazioni di petrolio iraniano, che generano entrate che contribuiscono ai programmi di armamento avanzato dell’Iran”.
Inoltre, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha esteso le sanzioni per aumentare la cosiddetta “pressione massima” sull’Iran, designando un operatore cinese di terminali e stoccaggio di petrolio greggio nella zona portuale di Dongjiakou, nella provincia cinese dello Shandong, il più grande punto di ingresso del petrolio greggio iraniano in Cina in termini di volume.
Il Dipartimento ha anche sanzionato la Yangshan Shengang International Petroleum Storage and Transportation Co., Ltd, un altro operatore cinese di terminal e stoccaggio di petrolio greggio, nella zona portuale di Yangshan, nella provincia cinese dello Zhejiang.
I due operatori cinesi di terminal e stoccaggio di petrolio greggio hanno facilitato l’importazione di milioni di barili di petrolio di origine iraniana a bordo di diverse petroliere designate dagli Stati Uniti, ha affermato il Dipartimento di Stato.
L’ultima designazione è la quarta serie di sanzioni del Dipartimento contro operatori di terminal con sede in Cina, che continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella catena di approvvigionamento del greggio iraniano.
All’inizio di quest’anno, gli Stati Uniti hanno iniziato a prendere di mira i terminal petroliferi cinesi e diverse raffinerie indipendenti, le cosiddette “teapots”, per le loro importazioni di petrolio iraniano.
Nonostante il giro di vite degli Stati Uniti sulle entità cinesi coinvolte nelle importazioni di greggio e prodotti iraniani, la Cina continua ad acquistare grandi volumi di petrolio iraniano: è infatti il principale cliente di Teheran, acquistando il 90% del suo petrolio esportato. Evidentemente queste sanzioni non sono abbastanza profonde e dure dal dissuadere gli operatori cinesi dal non comprare petrolio iraniano a prezzi scontati.
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