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Salta Thomas Cook, 600 mila turisti a terra

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Al mezzanotte del 22 settembre è stato dichiarato lo stato di insolvenza per il colosso dei viaggi inglese Thomas Cook, cancellando le prenotazioni di 600 mila turisti, fra cui 140 mila tedeschi,  che, dall’oggi al domani, rischiano di dover rivedere i propri programmi, ma ci sono anche 150 mila inglesi che sono, in questo momento, all’estero senza più un volo per rientrare: infatti la società controlla una compagnia aerea molto nota nel Regno Unito ed utilizzata per voli di carattere turistico, che ha però compiuto l’ultimo atterraggio a Manchester questa mattina:

Non è il primo caso del genere in Gran Bretagna, dove è fallita la Monarch Airlines nel 2017 lasciando a terra 100 mila passeggeri, Altre compagnie aeree low cost, come la tedesca Condor, hanno cessato di vendere biglietti alla Thomas Cook, rendendo quindi complessa l’organizzazione del ritorno. Il governo Johnson si è rifiutato di rifinanziare la società per 150 milioni, non volendo far cadere il costo dei fallimenti sul pubblico.

Nel Regno Unito esiste una forma assicurativa obbligatoria collegata allo schema di iscrizione obbligatoria alle agenzie di viaggio ATOL, ma, anche se non ci sono perdite economiche, sarà un enorme disagio che mette in luce come sarebbe necessaria una normativa che non interrompe dall’oggi al domani l’operatività di una compagnia aerea, ma che permetta la conclusione dei voli prenotati, almeno entro un certo raggio di tempo.


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