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RUSSIA – USA: cambiamento di atteggiamento in Siria?

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Bandiere russe, siriane e curde sventolano unite a Manbij

 

Gli USA stanno cambiando la propria posizione ed il proprio atteggiamento in Siria? Non è possibile che il ritiro di Trump sia stato concordato con Mosca per punire la Turchia e mettere l’Europa di fronte alla proprie enormi responsabilità?

Nei giorni scorsi Trump su twitter ha tuonato fortemente contro i paesi europei, pasivi sul caso siriano e che si aspettavano perennemente un intervento USA: Oltre  a questo nei giorni scorsi ci sono stati due fatti peculiari:

  • dopo che un contingente USA si è trovato in mezzo alla “Forchetta” dell’artiglieria turca l’esercito americano ha preso una posizione molto più aggressiva nei confronti dei turchi e, soprattutto, delle milizie filoturche ed islamiche a cui Erdogan ha appaltato il lavoro sporco di “Pulizia etnica”. Si tratta di bande di tagliagole senza scrupoli che hanno , ad esempio, massacrato Hevrin Khalaf, la donna politico filoamericana che aveva fondato il “Partito del futuro”, e che fanno da avanguardia alle truppe regolari. Il Pentagono ha deciso di utilizzare le maniere forti ogni qual volta queste milizie si avvicineranno a truppe USA autorizzando sorvoli a bassa quota di elicotteri d’assalto Apache e di F18. Cessa quindi l’atteggiamento passivo e si passa ad uno proattivo. Il prossimo passo sarà sparare;
  • la base USA nella contesa  di Manbij è stata consegnata dagli USA direttamente alla polizia militare russa ed adesso i carri armati di Mosca pattugliano il centro della città contesa e che era uno dei principali obiettivi di Erdogan. Un  reporter russo ha trasmesso direttamente dalla base, ormai non più USA.

Paradossalmente la mossa di Trump porterà ad una grande chiarificazione della situazione nel territorio conteso e la trasformazione delle forze curde delle forze di autodifesa filoamericane nella “Quinta brigata assalto” dell’esercito siriano, ma solo sotto comando russo, può essere avvenuta con un accordo preventivo degli USA. Ora la situazione siriana e chiara, e lo stesso avviene nel Mediterraneo orientale, dove la Turchia e la UE si trovano gli uni di fronte agli altri, senza schermi. Ora ciascuno dovrà risolvere i suoi problemi.

 


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