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Economia

Rosneft conquista Tomtor: la Russia blinda le terre rare e Putin apre a Trump? Strategia globale in Yakutia

Rosneft acquisisce Tomtor, mega-giacimento russo di terre rare. La mossa di Putin ridefinisce gli equilibri e apre a scenari di collaborazione con gli USA. Scopri di più.

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La Russia sta rafforzando il suo controllo sulle risorse strategiche con un’operazione di grande rilevanza geopolitica ed economica: Rosneft, il colosso petrolifero statale russo, ha acquisito Vostok Engineering, l’azienda che detiene la licenza per lo sviluppo del gigantesco giacimento di terre rare di Tomtor, situato in Yakutia, Siberia. Si tratta del più grande deposito di terre rare della Russia e uno dei maggiori al mondo, con un potenziale che potrebbe ridisegnare gli equilibri globali nel mercato di questi minerali critici.

Secondo il registro delle imprese russe, l’acquisizione è stata formalizzata mercoledì, segnando un passo decisivo verso lo sfruttamento di un giacimento considerato strategico. Il deposito di Tomtor non è solo tra i tre più grandi al mondo per riserve di terre rare, ma è anche uno dei più ricchi in termini di concentrazione di minerali nelle sue rocce. In particolare, è il più grande giacimento di niobio, un metallo essenziale per industrie chiave come l’automotive, l’aerospaziale e la cantieristica navale.

Mappa dell’area mineraria di Tomtor

Il contesto: l’appello di Putin e la necessità strategica

A fine 2024, il presidente russo Vladimir Putin aveva esortato con decisione lo sviluppo del giacimento di Tomtor, sottolineando l’urgenza di sfruttare questa risorsa strategica. “Le aziende che hanno acquisito questi giacimenti anni fa non stanno investendo. Dobbiamo parlare con loro e risolvere la questione: o investono, o trovano un accordo con altre società o con lo Stato”, aveva dichiarato Putin a novembre. “Questo è un recurso strategico di cui lo Stato ha bisogno ora”, aveva aggiunto, evidenziando l’importanza delle terre rare per l’economia e la sicurezza nazionale russa.
L’acquisizione da parte di Rosneft, guidata da Igor Sechin, stretto alleato di Putin, risponde a questa direttiva.

Una mossa non casuale: il ruolo di Trump e le trattative con Putin

Questa operazione non è solo una questione di politica industriale russa, ma potrebbe avere implicazioni geopolitiche di vasta portata. Secondo fonti vicine al governo russo, riportate da Bloomberg, a febbraio 2025 Putin avrebbe offerto al presidente americano Donald Trump la possibilità di collaborare sullo sviluppo delle terre rare russe, in particolare sul giacimento di Tomtor, come parte di un potenziale accordo di pace sull’Ucraina.

L’acquisizione di Tomtor da parte di Rosneft non sembra quindi casuale, ma potrebbe essere un tassello di una strategia più ampia che vede la Russia posizionarsi come partner chiave per gli Stati Uniti in un settore cruciale. In questo contesto, il controllo di Tomtor da parte di Rosneft potrebbe rappresentare un’opportunità per la Russia di attrarre investimenti stranieri, inclusi quelli americani, in cambio di un accesso privilegiato a risorse critiche.

Perché Tomtor è importante e va monitorato

L’ipotesi di una collaborazione tra Russia e Stati Uniti, ventilata nei colloqui tra Putin e Trump, aggiunge un ulteriore livello di complessità. Se confermata, questa partnership potrebbe non solo ridefinire le dinamiche del mercato delle terre rare, ma anche influenzare gli equilibri geopolitici globali, soprattutto in un momento in cui la Cina cerca di mantenere il suo primato.

Tra l’altro la collaborazione potrebbe allargarsi ad altri settori: Tomtor è un impianto interessante, ma la Russia è enoerme e sicuramente esistono risorse nelle terre rare altrove che potrebbero essere sfruttate congiuntamente. Quindi la partnership potrebbe allargarsi anche ad altre materie prime, dal petrolio al rame.


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