Analisi e studi
Russia: niente rialzo dei tassi d’interesse, anche se l’inflazione è persistente
La Banca centrale Russa ha mantenuto invariati i tassi d’interesse, che invece erano attesi in crescita. Il problema è che si teme di danneggiare eccessivamente l’attività economica che non riceve stimolo da una crescita adeguata del credito
Venerdì la Banca di Russia ha mantenuto il tasso di riferimento al 21% annuo, anche se la maggior parte degli esperti si aspettava un prossimo aumento al 23% per ridurre l’inflazione
Ecco il relativo grafico degli interessi:
L’autorità di regolamentazione ha spiegato la sua decisione con il fatto che dopo l’aumento dei tassi di ottobre si è verificato un inasprimento delle condizioni monetarie più significativo del previsto. Anche il segnale relativo alle ulteriori azioni della Banca Centrale si è attenuato.
Contrariamente alle aspettative degli analisti che prevedevano un ulteriore aumento del tasso di riferimento (la maggioranza era propensa a credere che la cifra avrebbe raggiunto il 23%), la Banca Centrale ha deciso oggi di mantenerlo allo stesso livello – 21% annuo. Questo livello è il massimo storico dal 2003.
La Banca Centrale ha spiegato la sua decisione inaspettata affermando che c’è stato “un inasprimento delle condizioni monetarie più significativo di quanto previsto dalla decisione di ottobre sul tasso di riferimento”.
Inoltre l’inflazione russa, pur avendo avuto un leggero riscaldamento, non ha mostrato exploit eccezionali, restando sotto i picchi di luglio e agosto, e i tassi restano comunque fortemente positivi
Tenendo conto del significativo aumento dei tassi sui prestiti e del raffreddamento dell’attività creditizia (anche nel contesto di una regolamentazione più restrittiva sull’emissione di prestiti), la “rigidità raggiunta” delle condizioni monetarie, ritiene la Banca Centrale, crea i presupposti necessari per ridurre inflazione, nonostante l’attuale aumento dei prezzi e l’elevata domanda interna.
Un problema di credito
L’autorità di regolamentazione afferma che il raffreddamento dell’attività creditizia sta già colpendo tutti i segmenti del mercato: la crescita dei prestiti al dettaglio si è praticamente fermata a novembre e si è registrato anche il primo rallentamento significativo dei prestiti alle imprese dall’inizio dell’anno. La Banca di Russia vede anche i presupposti per un significativo raffreddamento dell’attività di prestito il prossimo anno: entro la fine del 2025, la crescita complessiva dei prestiti potrebbe essere vicina al limite inferiore dell’intervallo previsto di ottobre dell’8-13%.
Purtroppo i dati sul credito bancario sono fra quelli che non vengono più resi pubblici dalle autorità monetarie, ma la massa monetaria M2, che comprende anche alcuni strumenti a medio termine, mostra una crescita contenuta, che fa pensare a uno sviluppo lento del credito.
Notiamo che la Banca Centrale ha preso la sua decisione nonostante il fatto che l’inflazione avesse già superato le sue previsioni e rimanesse elevata. Lo stesso regolatore rileva che “i dati settimanali di dicembre indicano un continuo aumento della pressione inflazionistica, dovuto anche all’indebolimento del rublo”: al 16 dicembre l’inflazione annuale è stimata al 9,5%. Le aspettative di inflazione continuano ad aumentare, il che rafforza “l’inerzia dell’inflazione persistente”. Tuttavia, la Banca Centrale prevede una diminuzione della pressione inflazionistica nei prossimi mesi.
Il regolatore prevede l’obiettivo del 4% nel 2026, ma non sarà facile da raggiungere, anzi sarebbe un segno di un’economia non brillante.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login