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Russia: gli armatori greci e i commercianti belgi sono alleati di Putin?

Le sanzioni funzionano, o sono proprio gli operatori dei paesi UE, attratta dai lauti guadagni, a sabotarle?

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Le esportazioni petrolifere e in generale energetiche della Russia proseguono, in questo momento, piuttosto tranquillamente e , se vengono ridotte, lo sono soprattutto per la limitazione volontaria da parte di Mosca e non per le politiche o le sanzioni occidentali.

I paesi europei, membri dell’Unione, che a parole sono in prima linea contro Putin e a favore dell’Ucraina, in realtà giocano un ruolo rilevante in questi commerci, sia nel settore del petorlio, sia in quello del gas naturale.

Iniziamo con il petrolio: come fa notare Robin Brooks, il volume dei trasporti effettuati da armatori greci sulla base del volume totale di petrolio esportato dalla Russia, è rimasto più o meno stabile, o è diminuito di poco:

Vi è stato un calo nei trasporti di petrolio da parte delle petroliere greche, ma semplicemente perché, in totale, è diminuito il volume di petrolio esportato dalla Russia, come si vede dai due grafici. Interessante l’aumento di trasporti da petroliere di paesi terzi, che significano paesi di bandiera varia, a dimostrare l’attività della “Flotta ombra” russa.

Robin Brroks dà la responsabilità di questo fatto anche al governo greco Mitsotakis, che viene visto come connivente con la Russia. Francamente non siamo d’accordo: Mitsotakis non ha interesse nel disturbare i grandi gruppi armatoriali greci, ma questo, se mai, per questioni di politica interna, non per connivenza con Putin.

I belgi fanno i loro affari

Se nel petrolio è evidente il ruolo degli amratori greci, nel mercato del Gas Naturale Liquefatto la parte del leone nel servizio a favore della Russia lo fa un paese che è sede della NATO, il Belgio.

Mentre le importazioni totali di GNL del Belgio a febbraio sono aumentate solo del 4%, le importazioni dalla Russia hanno registrato un aumento molto più significativo del 44%. Allo stesso tempo, le riesportazioni di GNL del Belgio sono aumentate di un enorme 81% – una parte significativa delle quali è stata spedita in Spagna e in Cina – indicando il ruolo del Paese nel trasbordo del gas russo a livello globale.

Quindi il Belgio, di per se , non avrà aumentato l’importazione di gas russo, ma, in compenso, i suoi dealer si arricchiscono con il

“Pecunia non olet”

L’imperatore romano Vespasiano è diventato noto alla storia anche per il suo detto “Pecunia non olet”, il denaro non ha odore, nel senso è più importante realizzare degli utili piuttosto che preoccuparsi della loro provenienza.

Il detto si adatta perfettamente al gas e al petrolio russo: finché sarà possibile realizzare degli utili con le esportazioni russe ci sarà sempre qualcuno pronto ad approfittarne. Se mai il vincolo, per alcuni paesi, potrà essere il “Tetto al prezzo”: con i valore del petrolio che aumenta è sempre meno probabile esportare al di sotto del tetto fissato dal G7.

 


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