Economia
Crollato il prezzo, la Russia ha venduto il petrolio a India e Cina, che ne hanno approfittato
Schiacciata dalle sanzioni, la Russia assiste al collasso delle sue entrate petrolifere, ai minimi da due anni. La risposta è una svendita senza precedenti a India e Turchia. Ma una nuova crisi in Medio Oriente potrebbe salvare il Cremlino e incendiare i prezzi globali

Secondo i dati relativi al trasporto marittimo e al commercio esaminati da Reuters, nel mese di maggio la Russia ha aumentato le esportazioni di olio combustibile e gasolio sottovuoto (VGO) verso l’India e la Turchia, questo perché i cpmpratori sono stati attratti da una campagna di prezzi di vendita ridotti.
I prodotti petroliferi russi sono vietati nell’UE e in altri paesi occidentali dal 2023, quindi Mosca ha reindirizzato la maggior parte delle spedizioni verso l’Asia e il Medio Oriente.
L’Arabia Saudita è emersa come il principale acquirente di olio combustibile russo, approfittando dei prezzi scontati per utilizzare il combustibile per la produzione di energia elettrica estiva.
Tuttavia, secondo i dati LSEG citati da Reuters, le esportazioni russe verso l’Arabia Saudita sono diminuite del 17% a maggio rispetto al mese precedente.
Il Regno è rimasto il principale acquirente di olio combustibile russo il mese scorso, con 700.000 tonnellate importate.
L’India, tuttavia, si è classificata al secondo posto, con le spedizioni di olio combustibile russo quasi raddoppiate a maggio rispetto ad aprile, raggiungendo le 600.000 tonnellate.
Con il calo dei prezzi dell’olio combustibile, l’India ha aumentato queste forniture a scapito di alcune spedizioni di greggio Urals dalla Russia. L’India utilizza l’olio combustibile e il gasolio sottovuoto come alternative per le materie prime nelle raffinerie.
La Russia ha aumentato anche le esportazioni di olio combustibile verso la Turchia, del 75% da aprile a 430.000 tonnellate a maggio.
Le entrate petrolifere della Russia sono crollate a maggio al minimo degli ultimi due anni, dopo il crollo dei prezzi internazionali del greggio all’inizio di aprile e a maggio, tra i timori per la crescita economica globale e le ricadute dei dazi. Sono inoltre emerse preoccupazioni per l’eccesso di offerta sui mercati, con la decisione dell’OPEC+ di aumentare la produzione a tassi mensili superiori alle previsioni, dato che il gruppo sta riducendo i tagli alla produzione.
Le entrate della Russia hanno iniziato a diminuire in modo significativo ad aprile con il crollo dei prezzi del petrolio.
A maggio, le entrate petrolifere e del gas per il bilancio russo hanno raggiunto un totale di 6,5 miliardi di dollari (512,7 miliardi di rubli), con un calo di oltre il 35% rispetto allo stesso mese del 2024. Secondo i calcoli di Bloomberg, si tratta del livello più basso dal giugno 2023. Ora la crisi Iran Israele, e il bombardamento degli USA, potrebbero riportare i prezzi a un valore più remunerativo per Mosca.
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