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Economia

Russia: porte aperte agli investitori occidentali. Cederanno le aziende europee alle sirene di Mosca?

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La Russia inizia a prepararsi al periodo post bellico e ad una rinascia economica necessaria, con uno sguardo che punta un po’ oltre al domani in senso stretto. Il Ministro delle Finanze della Federazione russa, Anton Siluanov ,ha parlato di una proposta per introdurre un meccanismo che offrirà agli investitori stranieri condizioni più favorevoli per entrare nel mercato russo.

Allo stesso tempo, il governo non farà distinzioni tra investitori provenienti da Paesi amici e da Paesi ostili, ha affermato il capo del Ministero delle Finanze durante un dibattito al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo ( SPIEF ).

Alla domanda del moderatore se valga la pena aprire la Russia a nuovi capitali stranieri o se sia meglio gestirla autonomamente, Anton Siluanov ha risposto che “ovviamente ne vale la pena”. Allo stesso tempo, ha riconosciuto che attualmente sussistono alcune restrizioni e preoccupazioni tra gli investitori stranieri. In particolare, il ministro ha sottolineato le restrizioni ai flussi di capitali per gli investitori ostili.

 

Forum SPIEF

“Abbiamo preparato, mi sembra, una buona idea. Se si entra nel mercato russo come investitore, amichevole o meno, non importa. Si entra con una somma, si può facilmente ritirare la stessa somma con i relativi risultati finanziari”, ha affermato Siluanov. Ha osservato che l’idea è in fase di elaborazione congiunta con il capo della Banca di Russia, Elvira Nabiullina. “Ma questo dovrà essere deciso a un livello superiore”, ha sottolineato il capo del Ministero delle Finanze.

Il suo discorso è stato appoggiato dal capo della Banca Centrale. “Dobbiamo attrarre nuovi investimenti e le restrizioni che ora vengono imposte come contromisura non dovrebbero applicarsi a loro”, ha affermato la signora Nabiullina.

Il Ministro ha inoltre condiviso la sua opinione sull’importanza di istituire ponti di deposito con altri Paesi. Una decisione in tal senso è già stata presa nell’ambito dell’Unione Economica Eurasiatica (UEE), ma il Ministro delle Finanze ha affermato che è necessario procedere in una direzione analoga con i Paesi membri dei BRICS e con gli Stati del Golfo Persico. Questi legami finanziari potrebbero essere il ponte per gli investimenti dai “Paesi ostili”.

Ovviamente la possibilità di entrare sul mercato russo, che comunque conta oltre 14 miioni di abitanti con una buona capacità di spesa, sarà come il canto delle sirene per le aziende europee, costrette ad uscire a causa delle sanzioni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Questo tipo di anninci è più importante che l’annuncio del test di un nuovo missile: fino a quando le aiende occidentali si piegheranno ai propri governo e non si organizzeranno per aggirare le sanzioni? Quali pressioni subiranno i governi occidentali per tornare a una normalizzazione dei rapporti?


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