Attualità
Ripresa e politiche verdi renderanno le società petrolifere sempre più ricche
Le compagnie petrolifere quotate mondiali sono destinate a vedere il loro “Free Cash Flow”, FCF, combinato – tutti i flussi di cassa derivanti dall’attività a monte, esclusi quelli da finanziamenti o effetti di copertura degli investimenti – salire a un record di $ 348 miliardi nel 2021. Secondo le stime di Rystad Energy, cioè 37 miliardi di dollari in più rispetto al precedente massimo storico di 311 miliardi di dollari, generato nel 2008. All’epoca, poco prima della crisi finanziaria, i prezzi del petrolio erano in media di 100 dollari al barile. Il FCF è la quota di margine lordo che va poi a ripagare investitori e società di credito.
Il fattore chiave per i flussi di cassa record sarebbe lo shale patch degli Stati Uniti, cioè la produzione di shale oil dallo scisto degli USA che genererà 60 miliardi di extra margine. Dopo anni in cui le società petrolifere americane hanno lottato per essere redditizia , questa è una significativa inversione di tendenza, dato che fino a ieri il Free Cash Flow era addirittura negativo.
Secondo le stime di Bloomberg Intelligence, i produttori di shale oil statunitensi dovrebbero generare un flusso di cassa libero di 30 miliardi di dollari nel 2021, grazie a spese in conto capitale più contenute e prezzi del petrolio più elevati. Quest’anno quindi , potrebbe rivelarsi l’inizio di quella che gli analisti hanno iniziato a chiamare “una nuova era” per lo shale statunitense, in cui i rendimenti per gli azionisti e il pagamento dei debiti hanno la precedenza sulla crescita della produzione e sulla produzione record.
Il segmento della fornitura convenzionale onshore guadagnerà la quota maggiore di free cash flow, a $ 160 miliardi, ma questo sarà comunque inferiore al record di queste attività upstream stabilito nel 2011, ha affermato la società di intelligence.
Questo costituirà un enorme impulso agli utili delle società petrolifere. I ricavi lordi di tutte le società quotate sono destinati a crescere del 55%, o di quasi 500 miliardi di dollari, quest’anno rispetto allo scorso anno, grazie all’aumento dei prezzi del petrolio, all’aumento della domanda globale e a un mercato più stretto. Considerando che i livelli di spesa delle società del settore energia e petrolio quotate a livello globale sono destinati a un aumento solo del 2% quest’anno.
Fermi un attimo! Ma Green Deal e politiche verdi non dovevano condannare il settore alla morte? No, lo rendono più ricco e conveniente, infatti:
- il post covid ha portato una ripresa che ha incrementato la domanda, a qualsiasi prezzo;
- minori investimenti delle grandi società limitano l’output, o lo lasciano alle minori;
- nel settore Shale non c’è più da impazzire per nuovi investimenti, magari non redditizi;
- OPEC+ sta funzionando per limitare l’offerta e mantenere prezzi elevati.
Una vera manna per le società petrolifere, soprattutto quelle che proseguono con investimenti disciplinati e controllati. Quindi questo settore di dimensioni intermedie rischia di essere una vera mucca da mungere di profitti. Il futuro degli utili non è verde…
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.