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Economia

Rinaldi: “San Marino batte la UE” e i dazi sono un dramma per le piccole imprese

Mentre l’Unione Europea subisce dazi al 15%, la piccola San Marino strappa un accordo al 10% con gli USA. L’analisi dell’economista Rinaldi svela perché a pagare il prezzo più alto non sono le multinazionali, ma le piccole imprese italiane, vera spina dorsale della nostra economia.

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In un’arena economica dominata da superpotenze, una notizia ha del clamoroso: la piccola Repubblica di San Marino è riuscita a negoziare con gli Stati Uniti condizioni sui dazi migliori dell’intera Unione Europea. In questo infuocato dibattito, l’economista Antonio Maria Rinaldi svela i retroscena di quella che definisce una vittoria diplomatica per il Titano e una sconfitta per la Commissione Europea di Ursula von der Leyen. L’analisi demolisce le narrative comuni, spiegando perché, secondo lui, i tanto temuti dazi non colpiscono i giganti multinazionali ma annientano le piccole imprese, il cuore del tessuto produttivo italiano. Un intervento che ribalta le prospettive sulla guerra commerciale tra USA e UE.

Un’intervista ficcante

L’economista Antonio Maria Rinaldi sostiene che la paura diffusa riguardo ai dazi imposti dagli USA sia mal riposta, in quanto colpisce selettivamente e penalizza non i colossi industriali, ma le micro-imprese.

Secondo Rinaldi, le grandi aziende multinazionali sono già strutturate per aggirare i dazi in modo efficace. Utilizza l’esempio di un’azienda fittizia di cellulari, la “Supercell”, che produce in un paese a basso costo. Quando esporta negli USA, non vende il prodotto al prezzo finale di mercato (es. €1500), ma lo trasferisce alla sua filiale distributrice americana al mero costo di produzione (es. meno di €100). Di conseguenza, un dazio del 15% viene calcolato su una base imponibile bassissima, risultando in un aumento di costo irrisorio (€15 su un prodotto che ne costa 1500), facilmente assorbibile dalla catena distributiva senza impattare il consumatore finale. Spesso, queste operazioni includono anche triangolazioni attraverso paradisi fiscali per ottimizzare ulteriormente il carico fiscale.

Il vero dramma, sottolinea Rinaldi, è per le piccole e medie imprese italiane, come i calzaturifici a conduzione familiare, che non hanno la struttura per attuare queste strategie e vengono colpite in pieno, vedendo crollare il loro fatturato senza alcun tipo di supporto o compensazione.

Il punto culminante dell’analisi è il paragone con San Marino. Rinaldi si complimenta pubblicamente con la Repubblica per essere riuscita a strappare agli USA un accordo con dazi al 10%, mentre l’Unione Europea, rappresentando 27 nazioni, non è riuscita a scendere sotto il 15%. Per Rinaldi, questo dimostra l’inefficacia negoziale della Commissione guidata da Ursula von der Leyen, suggerendo ironicamente che l’UE avrebbe ottenuto un accordo migliore se avesse delegato i diplomatici sammarinesi a trattare per tutti.

Eccovi l’intervista, e buon ascolto!!


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