Rinaldi: ma che ne pensano le istituzioni del comportamento del giudice Apostolico?

La giudice di Catania Iolanda Apostolico, che ha disapplicato il decreto ‘Cutro’ e ha sollevato polemiche con la sua decisione a favore di tre migranti, finisce ancora una volta sotto i riflettori e nel mirino di critiche da parte di FI e della Lega. Il leader Matteo Salvini, il 5 ottobre, ha diffuso un video che ritrae la toga durante una manifestazione pro migranti nell’agosto 2018.

Ora, il focus è sul fatto che Apostolico abbia testimoniato come madre nel processo in cui uno dei suoi figli, insieme ad altri tredici giovani, era accusato di resistenza a pubblico ufficiale per aver dato un pugno allo scudo di una poliziotta durante una manifestazione a Padova nel marzo 2019. La vicenda si è conclusa con l’assoluzione del figlio della magistrata e degli altri coimputati. Del resto quanti giudici sarebbero andati contro la testimonianza di un giudice’

La cosa ha scioccato molti politic, fra cui l’Eurodeputao della Lega Antonio Maria Rinaldi:

“Dopo i like ai post che mandano a quel paese il ministro Salvini, la partecipazione a manifestazioni di estrema sinistra in piazze dove si insultano i poliziotti e le persone in divisa, ci chiedevamo cos’altro dovesse emergere sul magistrato di Catania, in materia di imparzialità e terzietà. Oggi le notizie raccontano del giudice Apostolico rapido a scagionare il proprio figlio dopo una manifestazione contro la polizia. È stata solerte anche a segnalare i manifestanti che insultavano e oltraggiavano le forze dell’ordine dell’agosto 2018 a Catania? E le istituzioni, che ne pensano di tutto questo?”

La senatrice Stefania Pucciarelli della Lega ha commentato: “Sulla condotta non equilibrata del magistrato Apostolico esce quasi una notizia al giorno. Oggi emerge che addirittura riuscì a far scagionare il figlio dopo che quest’ultimo aggredì degli agenti di Polizia durante una manifestazione. Insomma, ancora un atteggiamento di parte e non imparziale.”

Interviene anche il senatore di FI Maurizio Gasparri, sostenendo che le ultime notizie sulla giudice rendono indispensabile la cessazione della sua attività. Secondo Gasparri, “dovrebbe essere lei stessa a proseguire la sua convinta militanza, palesemente incompatibile con la funzione che svolge, dimettendosi dall’ordine giudiziario”.

Tutto questo invece pare non toccare la Magistratura e il CSM, che continuano a difendere il giudice. Sino a quando?