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Rinaldi: la Commissione non ha previsto le ricadute delle sanzioni energetiche. La Germania sta violando i trattati con i suoi aiuti

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Antonio Maria Rinaldi interviene in Parlamento Europeo, nella plenaria di Strasburgo, per stigmatizzare come la Commissione non abbia fatto nessuna valutazione di impatto delle sanzioni economiche applicate alla Russia sulle congiunture economiche e sul benessere dei cittadini europei. Quindi non è stata neppure in grado di fornire delle linee guida, o delle norme, comuni per affrontare la crisi energetica in atto dopo il quasi totale taglio delle forniture dalla Russia. Il risultato è evidente: i paesi vanno ognuno per la sua strada, ma questo rompe l’unità del mercato europeo, viola i trattati e crea una concorrenza perversa e sbagliata basata sull’energia.

Buon ascolto e , sotto il video, il testo dell’intervento

Presidente, Colleghi,

 

Di fronte ai problemi insorti dopo l’invasione dell’Ucraina, il nostro disappunto è rivolto verso la Commissione perché non ha preventivamente effettuato uno studio sull’impatto sociale ed economico che si sarebbe generato a causa dell’ulteriore impulso impresso all’aumento dei prezzi e alla struttura dei costi delle imprese.

Ritengo che la Commissione debba meditare la soluzione indicata da Keynes nel suo How to pay for the war che risale al 1939.

 A 8 mesi dall’inizio della guerra siamo ancora senza soluzioni condivise tra paesi membri, e i cittadini europei sono nel dilemma se pagare le bollette o fare la spesa per mangiare mentre le imprese se pagare i maggiori costi dell’energia innalzando i prezzi o cessare la produzione, licenziando i propri dipendenti. La situazione finanziaria appare precaria a livelli pubblici e privati non avendo predisposto strumenti per affrontare fin dai primi sintomi una possibile crisi sistemica.

 Questa condizione non può legittimare l’iniziativa indipendente di singoli paesi membri, che creano gravi asimmetrie all’interno del mercato unico. Se la Commissione permette che gli Stati intervengano direttamente con proprie risorse senza offrire proprie alternative, si stabilirà una concorrenza illecita nel mercato comune europeo, in palese violazione degli artt. 107 e 108 del TFUE.

 Il caso più evidente è il piano di aiuti per 200Mld di euro varato dalla Germania a supporto al proprio sistema produttivo.

 Le conseguenze differite di questa politica opererebbe contro il consenso delle popolazioni verso le istituzioni, causando disturbi per la stabilità degli accordi europei proprio nel momento in cui si esamina finalmente la loro validità in un mondo in rapida evoluzione.

 

 


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