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La riforma del sistema monetario internazionale secondo il governatore della Banca Popolare Cinese

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Post da Voci dall’Estero, blog di cui consigliamo la lettura

 

banca cinese

Data la grande attenzione suscitata dai recenti accordi tra la Cina e i paesi emergenti – tra cui la Russia – per aggirare il ruolo del dollaro e la volatilità estrema dei cambi, può essere interessante conoscere la visione del governatore della Banca Popolare Cinese sulla riforma del sistema monetario internazionale, che a suo parere dovrebbe basarsi su una valuta internazionale scollegata dai singoli paesi, in grado di evitare il dilemma di Triffin e consentire stabilità finanziaria globale.

 

Saggio del dottor Zhou Xiaochuan, governatore della Banca Popolare Cinese, 23 marzo 2009.

* * *
Lo scoppio della crisi attuale e la sua ricaduta sul mondo ci hanno messo nuovamente di fronte ad una vecchia domanda,  rimasta ancora senza risposta, vale a dire di che tipo di valuta di riserva internazionale abbiamo bisogno per assicurare la stabilità finanziaria globale e facilitare la crescita economica mondiale, che è stata uno delle finalità per cui è stato  istituito il FMI? Ci sono stati vari accordi istituzionali volti a trovare una soluzione, come il Silver Standard, il Gold Standard, il Gold Exchange Standard e il sistema di Bretton Woods. Ma la domanda di cui sopra, tuttavia, come la crisi finanziaria in corso dimostra, è lungi dall’essere risolta, ed è diventata ancora più grave a causa delle debolezze intrinseche del sistema monetario internazionale.

Teoricamente, una valuta di riserva internazionale dovrebbe in primo luogo essere ancorata ad un punto di riferimento stabile ed emessa in base a una serie di regole chiare, per garantire la regolarità dell’offerta; in secondo luogo, la sua offerta deve essere sufficientemente flessibile da consentire aggiustamenti tempestivi a seconda dei mutamenti della domanda; terzo, tali adeguamenti dovrebbero essere scollegati dalle condizioni economiche e dagli interessi sovrani di un singolo paese. L’accettazione di monete nazionali basate sul credito come principali valute di riserva internazionali, come nel sistema attuale, è un caso particolare  verificatosi raramente nella storia. La crisi richiede una nuova riforma creativa del sistema monetario internazionale esistente, indirizzata verso una valuta di riserva internazionale con un valore stabile, con un’ emissione regolamentata  e un’offerta flessibile, in modo da raggiungere l’obiettivo di salvaguardare la stabilità economica e finanziaria globale.

I. Lo scoppio della crisi e la sua ricaduta sul mondo intero riflettono le vulnerabilità e i rischi sistemici inerenti al sistema monetario internazionale esistente.

I paesi emittenti  di monete di riserva si trovano costantemente di fronte al  dilemma tra il raggiungimento dei loro obiettivi di politica monetaria nazionale e la soddisfazione della domanda di valute di riserva da parte degli altri paesi. Da un lato, le autorità monetarie non possono semplicemente concentrarsi sugli obiettivi interni e non adempiere alla loro responsabilità internazionale; d’altra parte, non possono perseguire allo stesso tempo obiettivi nazionali e internazionali differenti. O non riescono a soddisfare adeguatamente la domanda di liquidità di una economia globale in crescita nel tentativo di allentare le pressioni inflazionistiche interne, o creano la liquidità necessaria per i mercati globali stimolando eccessivamente la domanda interna. Il dilemma di Triffin, vale a dire il dilemma in base al quale i paesi emittenti di valute di riserva non possono mantenere stabile il valore delle valute di riserva nel mentre che forniscono liquidità al mondo, esiste ancora.

Quando una valuta nazionale viene utilizzata per fare i prezzi delle materie prime, degli accordi commerciali, ed è adottata come valuta di riserva a livello mondiale, gli sforzi delle autorità monetarie che emettono questa valuta volti ad affrontare i suoi squilibri economici regolando il tasso di cambio sarebbero vani, dato che la moneta serve come punto di riferimento per molte altre valute. Pur beneficiando di una valuta di riserva ampiamente accettata, la globalizzazione tuttavia soffre dei difetti di un tale sistema. La frequenza e la crescente intensità delle crisi finanziarie verificatesi  dopo il crollo del sistema di Bretton Woods, suggerisce che i costi di un tale sistema per il mondo potrebbero aver superato i suoi benefici. Il prezzo sta diventando sempre più alto, non solo per gli utenti, ma anche per gli emittenti delle valute di riserva. Sebbene le crisi potrebbero non essere necessariamente un risultato previsto dalle autorità di emissione, sono un esito inevitabile dei difetti istituzionali di questo sistema.

II. L’obiettivo auspicabile di riforma del sistema monetario internazionale, quindi, è quello di creare una valuta di riserva internazionale che sia scollegata dalle singole nazioni e  sia in grado di rimanere stabile nel lungo periodo, eliminando così le carenze intrinseche causate dall’utilizzo di monete nazionali basate sul credito.

1. Anche se una valuta di riserva sovranazionale è stata proposta da tempo, tuttavia nessun progresso sostanziale è stato raggiunto fino ad oggi. Nel 1940, Keynes aveva già proposto di introdurre una unità valutaria internazionale denominata “Bancor”, sulla base del valore di 30 materie prime rappresentative. Purtroppo, la proposta non è stata accettata. Il crollo del sistema di Bretton Woods, che si basava sull’ approccio White, sta a indicare che l’approccio keynesiano forse era  più lungimirante. Nel 1969 il FMI ha anche creato i DSP (Diritti Speciali di Prelievo, ndt), quando i difetti del sistema di Bretton Woods cominciavano ad emergere, per mitigare i rischi provocati da una valuta di riserva nazionale. Tuttavia, il ruolo dei DSP non è mai stato messo in gioco completamente a causa di limitazioni sulla loro assegnazione e sulla portata del loro utilizzo. Tuttavia, essi fungono da  luce in fondo al tunnel per la riforma del sistema monetario internazionale.

2. Una valuta di riserva sovranazionale non solo elimina i rischi inerenti a una moneta sovrana basata sul credito, ma permette anche di gestire la liquidità globale. Una valuta di riserva sovranazionale gestita da un’istituzione globale potrebbe essere usata sia per creare che per controllare la liquidità globale. E quando la valuta di un paese non è più utilizzata come unità di misura per il commercio globale e come punto di riferimento per le altre valute, la politica del tasso di cambio del paese sarebbe molto più efficace nella regolazione degli  squilibri economici. Ciò consentirà di ridurre in modo significativo il rischio di una futura crisi e migliorare la capacità di gestione delle crisi.

III. La riforma deve essere guidata da una grande visione e partire da obiettivi  specifici. Dovrebbe essere un processo graduale che produce risultati win-win per tutti.

Il ristabilimento di un nuova e ampiamente accettata valuta di riserva con una valutazione  stabile può richiedere molto tempo. La creazione di una unità valutaria internazionale sulla base della proposta keynesiana è un’iniziativa audace che richiede coraggio e una straordinaria visione. Nel breve periodo, la comunità internazionale, in particolare il FMI, dovrebbe almeno riconoscere e affrontare i rischi derivanti dal sistema esistente, effettuare un monitoraggio e delle  valutazioni regolari ed emettere avvertimenti tempestivi.

Particolare attenzione dovrebbe essere data a un ruolo maggiore dei DSP. Il DSP ha le caratteristiche e le potenzialità di agire come una valuta di riserva sovranazionale. Inoltre, un incremento nell’assegnazione dei DSP aiuterebbe il Fondo ad affrontare il problema delle risorse e le difficoltà della riforma. Pertanto, dovrebbero essere fatti degli sforzi per portare avanti una allocazione dei DSP. Questo richiederà una cooperazione politica tra i paesi membri. In particolare, il quarto emendamento agli articoli dell’Accordo e la risoluzione sui DSP proposta nel 1997 dovrebbe essere approvata il più presto possibile in modo che i membri che hanno aderito al Fondo dopo il 1981 possano anch’essi condividere i benefici dei DSP. Sulla base di questo, si dovrebbe considerare di aumentare ulteriormente l’assegnazione dei DSP.

Il campo di applicazione dell’utilizzo dei DSP dovrebbe essere ampliato, in modo da consentire loro di soddisfare appieno la domanda dei paesi membri di una valuta di riserva.

Impostare un sistema di regolamento tra i DSP e le altre valute. Pertanto, i DSP, che ora sono utilizzati solo tra i governi e le istituzioni internazionali, potrebbero diventare un mezzo di pagamento ampiamente accettate nel commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie.

Promuovere attivamente l’uso dei DSP nel commercio internazionale, per valutare le materie prime, gli investimenti delle imprese e la contabilità. Ciò contribuirà a migliorare il ruolo dei DSP  e ridurrà efficacemente la fluttuazione dei prezzi delle attività denominate in valute nazionali e dei rischi connessi.

Creare attività finanziarie denominate in DSP per aumentarne il potere di attrazione. L’introduzione di titoli denominati in DSP, che è in fase di studio da parte del FMI, sarà un buon inizio.

Migliorare ulteriormente la valutazione e l’assegnazione dei DSP. Il paniere di valute che costituisce la base di valutazione dei DSP dovrebbe essere ampliato per includere le valute di tutte le principali economie, e il loro valore potrebbe essere ponderato in base al PIL. Il sistema di assegnazione dei DSP può essere modificato, passando da un sistema puramente scritturale a un sistema garantito da attività reali, come un fondo di riserva, per aumentare ulteriormente la fiducia del mercato nel suo valore.

IV. Affidare parte delle riserve dei paesi membri alla gestione centralizzata del FMI non solo rinforzerà la capacità della comunità internazionale di affrontare le crisi e mantenere la stabilità del sistema monetario e finanziario internazionale, ma anche di rafforzare in modo significativo il ruolo dei DSP.

1. Rispetto alla gestione separata delle riserve da parte dei singoli paesi, la gestione centralizzata di una parte delle riserve globali da parte di un accreditato istituto internazionale, con un rendimento ragionevole per incoraggiare la partecipazione, sarà più efficace nel dissuadere la speculazione e stabilizzare i mercati finanziari. I paesi partecipanti possono anche risparmiare un po’ di riserve per lo sviluppo nazionale e la crescita economica. Con la sua partecipazione collettiva,  il suo mandato esclusivo di mantenere la stabilità monetaria e finanziaria, e come “supervisore” internazionale delle politiche macroeconomiche dei paesi membri, il Fondo Monetario Internazionale, dotato di una propria competenza, è dotato di un vantaggio naturale ad agire come gestore delle riserve dei suoi paesi membri.

2. La gestione accentrata delle riserve dei paesi membri del Fondo sarà una misura efficace per promuovere un ruolo maggiore dei DSP come valuta di riserva. Per raggiungere questo obiettivo, il FMI può costituire un fondo aperto denominato in DSP sulla base della prassi del mercato, consentendo la sottoscrizione e il rimborso delle valute di riserva esistenti da parte dei vari investitori, se lo desiderano. Questa disposizione non solo promuoverà lo sviluppo di attività denominata in DSP, ma anche in parte consentirà la gestione della liquidità sotto forma di valute di riserva esistenti. Può anche gettare le fondamenta per aumentare l’assegnazione dei DSP e sostituire gradualmente le valute di riserva esistenti con i DSP.


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