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RIFORMA COSTITUZIONALE: SE MI AVESSERO DATO ASCOLTO, NON AVREBBERO ELABORATO UNA RIFORMA PASTICCIATA PRIVA DI ADEGUATI PESI E CONTRAPPESI (di Giuseppe PALMA)

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RIFORMA COSTITUZIONALE:

SE MI AVESSERO DATO ASCOLTO, NON AVREBBERO ELABORATO

UNA RIFORMA PASTICCIATA PRIVA DI ADEGUATI PESI E CONTRAPPESI

(di Giuseppe PALMA)

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Correva l’anno 2013 quando, subito dopo l’insediamento della XVIIesima Legislatura, davo il “si stampi” al mio libro intitolato “PROGETTO DI RIFORMA ALLA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA. Semipresidenzialismo e fine del bicameralismo“, Editrice GDS, aprile 2013.

Tale mio progetto di revisione costituzionale veniva altresì pubblicato, come dossier, sul sito della Fondazione ASTRID, fondazione per l’analisi, gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull’innovazione nelle amministrazioni pubbliche http://www.astrid-online.it/risultato-ricerca/index.html?q=Progetto+di+riforma+alla+Parte+Seconda+della+Costituzione+italiana.+Semipresidenzialismo+e+fine+del+bicameralismo&docType=&qautore=Giuseppe+Palma&startDate=&endDate=&searchDate=0 e successivamente inserito nella Bibliografia parlamentare (Camera dei deputati) http://storia.camera.it/bpr/faccette/*:*?aut=Palma+Giuseppe#noNav

 

Con il mio progetto di riforma alla Parte Seconda della Costituzione prevedevo, sì, il superamento del sistema bicamerale (mantenendo l’Istituzione del Senato della Repubblica e non quella della Camera dei deputati), ma tipizzando una serie di meccanismi che garantissero la sussistenza di adeguati PESI E CONTRAPPESI tra i diversi organi Istituzionali.

Passare dal bicameralismo paritario al “monocameralismo imperfetto”, con una legge elettorale che assegna il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione (Italicum) e con l’elezione del Presidente della Repubblica ad opera dei partiti può creare – e lo dimostrerò nella mia prossima pubblicazione – gravissimi problemi all’assetto democratico della Repubblica.

Sarebbe stato opportuno, come io stesso avevo previsto nel pamphlet del 2013, prevedere – di fronte al superamento del bicameralismo perfetto – l’elezione diretta (cioè da parte del popolo) del Presidente della Repubblica in un momento diverso dall’elezione del corpo legislativo, in modo tale che il Capo dello Stato – al quale sarebbero dovuti essere attribuiti maggiori poteri – avrebbe rappresentato un idoneo contrappeso al potere del Presidente del Consiglio dei Ministri che – con l’Italicum – si troverà nella facile condizione di dettare anche le linee guida dell’unica camera esercitante la funzione legislativa, all’interno della quale la maggioranza parlamentare sarà, sempre per effetto dell’Italicum, tendenzialmente monocolore.

 

Ciò premesso, il binomio “riforma costituzionale elaborata da questa Legislatura ed Italicumrappresentano una pericolosa deriva autoritaria che produrrà gravi squilibri al democratico funzionamento delle Istituzioni della Repubblica.

Se Parlamento e Governo mi avessero dato ascolto, oggi non ci troveremmo a tagliare i nastri di una riforma costituzionale parecchio pasticciata e pericolosa per gli equilibri democratici del Paese!

 

A gennaio 2016 uscirà un mio nuovo libro (probabilmente in formato e-book) attraverso il quale analizzerò i gravi aspetti di criticità della revisione costituzionale elaborata dalla XVIIesima Legislatura, quindi sarà possibile comprendere il perchè questa riforma va respinta dal referendum popolare confermativo (ai sensi dell’art. 138 Cost.) che si terrà molto probabilmente nel mese di ottobre del prossimo anno…

Non lasciatemi solo…

 

Giuseppe PALMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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