Seguici su

Attualità

Rifiuti nucleari: una nuova azienda vuole riciclarli al 96%, risolvendo il problema

Pubblicato

il

Una start-up nucleare americana, Curio, vuole sviluppare un nuovo tipo di reattori destinato ad un business completamente nuovo, il riciclo dei rifiuti nucleari per renderli ancora utilizzabili e ridurne il modo estremamente drastico il volume. 

Diamo un’idea delle dimensioni del problema: gli Stati Uniti generano circa 2.000 tonnellate metriche di nuove scorie nucleari all’anno, che si aggiungono alle circa 86.000 tonnellate già prodotte. Il ritrattamento delle scorie nucleari è un modo per renderle meno radioattive, ma nel mondo c’è solo una capacità sufficiente per ritrattare 2.400 tonnellate all’anno, la maggior parte delle quali si trova in Francia (1.700 tonnellate) e in Russia (400 tonnellate).

La startup, composta da dieci persone, è ancora nelle fasi iniziali di una costruzione a lungo termine e ad alta intensità di capitale. A fondare la società sono Ed McGinnis, che ha lavorato per il Dipartimento dell’Energia per anni nella gestione dei rifiuti nucleari, e i fratelli Yechezkeland Yehudah Moskowitz, McGinnis  ha dichiarato alla CNBC che l’obiettivo è quello di avere un impianto pilota in funzione entro sei anni e un impianto commerciale di ritrattamento dei rifiuti nucleari entro il 2035.

L’impianto commerciale di Curio avrà una capacità di 4.000 tonnellate metriche quando sarà completamente costruito. La sua costruzione costerà 5 miliardi di dollari e avrà le dimensioni di uno stadio di football americano.  Secondo McGinnis, chiamare il combustibile che esce dai reattori convenzionali “rifiuti” è un termine improprio, perché solo il 4% del valore energetico potenziale è stato utilizzato, però si tratta di un materiale pericoloso, con radiazioni sufficienti a danneggiare gli esseri umani per circa un milione di anni.

Curio ha sviluppato un processo chimico chiamato NuCycle per trasformare le scorie nucleari in prodotti utilizzabili, come il combustibile per i reattori nucleari avanzati, e in isotopi che possono essere utilizzati per altre funzioni, come la generazione di ingredienti per la produzione di fonti di energia per le missioni spaziali e di fonti di energia per piccole batterie.

Il processo riduce la quantità di scorie radioattive a meno del 4% di quelle iniziali. Inoltre McGinnis ha dichiarato alla CNBC che i rifiuti richiedono solo circa 300 anni di stoccaggio, un periodo breve rispetto ai normali rifiuti nucleari. Questo significa che il 96% dei rifiuti può essere riutilizzato e tornare ad essere utile. 

La tecnologia nucleare è in continua evoluzione per risolvere i problemi che sinora hanno frenato lo sviluppo dell’energia atomica. Chiudere gli occhi e far finta di niente rischia di essere stupido e costoso.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito