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Riduzione Tasse USA: una manovra espansiva e in controtendenza nei confronti della globalizzazione. (a cura di Primo Gonzaga)

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Si dice che un battito d’ali a Wall Street possa causare un temporale sui mercati in Europa. La riduzione drastica delle tasse negli Stati Uniti è molto più che un battito d’ali. E’ intervento fiscale più grande e radicale che un paese occidentale abbia mai realizzato da molti decenni.

Il primo obiettivo dichiarato dalla Amministrazione USA è :

  • favorire il rientro dei capitali esteri delle grandi corporation e invertire il trend delle delocalizzazioni, spingendo a investire e quindi produrre in USA per aumentare l’occupazione e quindi il reddito delle famiglie USA e in particolare della classe media.

Per spiegare meglio prendo ad esempio (semplifico)il caso di Apple che oggi vende e produce all’estero (Asia) facendo enormi guadagni che tende a non rimpatriare. Per questo motivo Apple ha una massa di liquidità che alcuni media stimano sia superiore a 250 mld di dollari. Allo stesso modo si stanno comportando molte grandi multinazionali americane. L’abbassamento della tassazione dal 35 al 21% , insieme ad un’altra serie di norme più complesse, dovrebbe favorire il rientro di massicci capitali e rendere molto meno profittevole la delocalizzazione di produzioni di componenti in Cina o Vietnam.

Per questo motivo alcuni commentatori oggi parlano della prima riforma fiscale contro la globalizzazione.

Il secondo obiettivo è realizzare una manovra fortemente espansiva:

  • la riduzione delle tasse e l’aumento delle deduzioni per le persone fisiche con redditi bassi comporterà un minor gettito stimato in 1.500 mld di dollari (una cifra immensa pari a quasi l’Intero PIL annuale dell’Italia ) . In altre parole rimarranno nelle tasche degli americani molti più dollari e questo negli intendimenti del Partito Repubblicano comporterà nell’immediato un aumento del debito pubblico/PIL che poi verrà riassorbito con la crescita dei redditi, dell’economia e quindi del PIL.

In entrambi i casi gli Stati Uniti si muovono in maniera totalmente opposta a quanto si fa in Europa, dove si aumentano le tasse per ridurre il debito pubblico e rispettare il fiscal compact, e si fanno manovre recessive per abbattere i salari interni e rendere più competitive le nostre merci all’estero, seguendo il tipico modello mercantilista tedesco.

Non è possibile sapere se la manovra di Trump avrà successo, certamente andrebbe studiata a fondo e non liquidata con i soliti articoli sulle battute infelici del Presidente USA . La più grande economia del mondo sta manovrando in maniera opposta a quella Europea e le conseguenze di ciò che avviene in America avrà molte influenze sull’Europa, sull’Italia e anche sulla nostra Regione. L’Europa, L’Italia e l’Emilia Romagna hanno basato tutto lo sviluppo recente sull’export. Il rischio è di entrare in collisione con la “portaerei USA”, e non so se il mercantile Europa ne uscirà bene. Qualcuno si attenterà a farlo capire alla Merkel?

Primo Gonzaga

19/12/2017

Allegato 1 (per chi vuole approfondire)

Le due tesi a confronto.

Chi dice che il taglio delle tasse sia insostenibile pubblica proiezioni del debito/PIL USA terribili come quella sotto indicata.

http://www.crfb.org/blogs/how-much-will-trumps-tax-plan-cost

Ma in altri articoli, come quello di Bloomberg (da cui è stato preso il grafico sotto) si evidenzia che il debito reale è quello netto (cioè il debito – le obbligazioni in pancia alla FED e comprate con il QE) . In questo caso il debito cresce, ma rimane ben al di sotto del 100%

In entrambi i casi poi si stima una crescita del PIL (GDP) molto bassa. Se la manovra espansiva di Trump funzionerà l’economia USA crescerà di più e il rapporto debito/PIL scenderà

https://www.bloombergquint.com/view/2017/10/13/logic-doesn-t-work-with-bonds-and-u-s-deficits


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