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Ricominceranno da due, quel che resta del contratto di Massimiliano Lenzi.

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Lega e 5 Stelle ricominceranno da due, ovvero da quel che resta del contratto: meno fisco e meno Europa (così com’è oggi). Per il primo, puntando su un calo delle tasse per tutti (non solo per le partite Iva sino a 65mila euro ma per le altre partita Iva, le persone fisiche, le imprese e le famiglie) e per la seconda mirando ad una drastica riforma dei meccanismi rigidi di comando e di controllo dei bilanci da parte dellUnione Europea, un gioco dove lItalia rischia di finire sempre dietro la lavagna, messa in punizione dal Commissario di turno, da un Moscovici, da uno Juncker, da chi capita insomma. Perché quel che resta di sostanzioso da attuare nel Contratto di Governo Lega – 5 Stelle, dopo il via libera al reddito di cittadinanza ed al superamento della Fornero, risponde a due riforme che nessuno sino ad oggi è mai riuscito a portare a termine in Italia, pur avendole annunciate in molti: abbassare le tasse e cambiare lUnione Europea. Se non fosse che al Governo grillo-leghista la Francia di Macron non è proprio simpatica, verrebbe distinto citare una frase tormentone del generale (francese) Charles De Gaulle: Vaste programme. Vasto programma cari Salvini, Di Maio (e Conte). Andando a sfogliare questo contratto che regge il Governo e il patto tra Lega e 5 Stelle i capitoli principali che rimangono, una volta che la manovra sarà approvata anche alla Camera, sono due: il capitolo 11, a pagina diciannove, il cui titolo è “Fisco, flat tax e semplificazione. Ed il capitolo 29, a pagina cinquantatré, con un frontespizio ancor più asciutto: Unione Europea.

Cominciamo dalle tasse. Il contratto del Governo del cambiamento Lega – 5 Stelle sullargomento parla chiaro: dopo aver biasimato una pressione fiscale in Italia troppo elevata, i contraenti (che poi sarebbero Salvini e Di Maio, come leader) annotano: Punto di partenza è la revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese, con particolare riferimento alle aliquote vigenti, al sistema delle deduzioni e detrazioni e ai criteri di tassazione dei nuclei familiari. Il concetto chiave è la flat tax (..) in particolare il nuovo regime fiscale si caratterizza come segue: due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva, imprese e famiglie... Insomma, la rivoluzione (perché di rivoluzione, nel senso di profondo cambiamento rispetto a ciò che sino ad oggi è stato il rapporto tra il fisco ed il cittadino italiano, si tratterebbe) fiscale in Italia è un punto imprescindibile del contratto di Governo. Come del resto lo è (imprenscindibile) il cambiamento radicale dellUnione Europea. Si legge nel contratto, stavolta al Capitolo 29: (..) rafforzamento del ruolo e dei poteri del Parlamento europeo in quanto unica Istituzione europea ad avere legittimazione democratica diretta e il contestuale depotenziamento degli organismi decisori europei privi di tale legittimazione. (…) Vanno debellati i fenomeni di dumping allinterno dellUnione, eliminate le decisioni lesive degli interessi della piccola industria, valorizzate le nostre eccellenze produttive (…). E ancora (…) si ritiene necessario rivedere insieme ai partner europei, limpianto della governance economica europea (politica monetaria, patto di stabilità e crescita, fiscale compact…). Su questi due temi, meno tasse e una Europa diversa, Lega e 5 Stelle si giocheranno  la campagna elettorale delle prossime Europee, in primavera, e la durata del loro Governo. Parola di… contratto.

Massimiliano Lenzi, Il Tempo, 27 dicembre 2018.


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