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Euro crisis

Renzi può diventare il De Gasperi europeo sfidando apertamente la Germania sull’austerity minacciando l’uscita immediata dall’Euro. Sarà così audace?

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Più potè una sconfitta ai mondiali di calcio per risvegliare gli animi italici dal torpore e dalla rassegnazione che le terribili statistiche economiche ed aspettative di tassazione selvaggia che vengono lasciate quotidianamente trapelare sui giornali. Strano paese l’Italia, è più importante lo sport che la sostanza della propria esistenza materiale. In effetti si vedono ancora oggi le radici dell’antico splendore, Panem et Circenses, da 2000 anni. Peccato che oggi, dopo l’euro ed i disastri del Governo Monti, si è arrivati a non avere quasi nemmeno il panem

Detto questo gli italiani devono tornare velocemente coi piedi per terra, ma con un livello di incazzatura molto superiore rispetto a quindici giorni fa. I numeri dello Stato continuano ad essere pessimi, l’euro resta una sciagura per chi non aveva grandi patrimoni da convertire da instabile lira a solido pseudo marco, gli equilibri economici e sociali stanno saltando soprattutto quelli pensionistici, ossia siamo alla viglia di un’enorme ondata di tasse. E questo è tragicomico pensando che da una parte il nostro debito – il vero fardello – è stato accumulato soprattutto in lire ed ora ci viene richiesto di pagarlo in euro, mentre dall’altra il paese più ricco dell’Eurozona – la Germania – continua ad approfittare della moneta unica e degli indicibili sacrifici imposti ai periferici per accumulare potere e ricchezza, completando di fatto l’unificazione grazie agli sforzi ed alle lacrime dei cosidetti partners europei (io li chiamerei in altro modo). Da non scordare che il competitore manifatturiero continentale della Germania, appunto l’Italia, grazie all’austerity sta implodendo lasciando campo libero alle aziende del nord, vedrete che poco passerà prima che i residui industriali italici di valore verranno messi sotto assedio (per acquisirli) da aziende nord europee. Austerity che, per inciso, è stata inaugurata dal Governo di Mario Monti: è bene sempre ricordare che dall’imposizione di tale austerity, nella forma proposta dal governo del Professore, austerity che con estrema fatica Renzi sta cercando di disinnescare anche e soprattutto nell’atteggiamento sottomesso del compitino a casa, il rapporto debito su PIL dell’Italia è esploso di circa il 20% (oltre ad aver annientato i consumi interni assieme a migliaia di aziende commerciali al minuto) oltre ad aver portato una massa incredibile di persone ad un passo dalla rovina se non dal suicidio, leggasi esodati. 

Quelli sopra presentati sono fatti incontrovertibili. Ed ora passiamo all’analisi prospettica. E’ notizia delle ultime ore che Angela Merkel stia addirittura prendendo in giro gli italiani e gli europei in crisi affermando che, beh, si, Renzi ha ragione quando dice che è necessario ridurre l’austerity, rigore nei conti non voluto da lei ma dalla Bundesbank. Questa è senza dubbio una crepa nel compatto fronte tedesco. Ma quello che mi viene da dire leggendo quanto riportato dalla stampa, di getto, è: ma stiamo scherzando? Forse agli italiani piace farsi prendere per i fondelli, ma al sottoscritto assolutamente no (e per questo abbiamo spostato il nostro futuro – leggasi anche famiglia – all’estero). Infatti leggere sui giornali, menzione speciale a Repubblica, che Angela Merkel non vuole l’austerity significa prendere per il culo gli italiani e tutto il popolo europeo. 

A termine la Germania è destinata, come successe con il Sistema Monetario Europeo di fine anni ’90, a fare collassare tutte le economie europee tranne la propria; si ricordi che alla fine dello scorso millennio tutte le valute, sterlina e franco inclusi, dovettero svalutare rispetto al marco obbligando ad intraprendere la strada dell’euro se si voleva mantenere l’Europa economica unita. Ora il gioco si ripete ma senza possibilità di uscita, o meglio potendo uscire dal giogo fatale dell’euro solo implicando eventi estremi e funesti (…). La verità è che l’euro nei paesi periferici inclusa la Francia – il paese gallico diventerà paese economicamente periferico entro un anno e mezzo – serve solo a chi ha grandi capitali convertiti in pseudo marco e non alla maggioranza della popolazione che in tali paesi vive e lavora. Ed è per questo che la Cancelliera sembra possibilista: ma,domando io, chi ripagherà i periferici per i danni subiti durante l’austerity, che per inciso non è servita a nulla (i multipli sono peggiorati in tutti i paesi, rendendo però schiavi del debito estero i paesi oggetto delle attenzioni interessate di UE e compari)? Fa amaramente sorridere che in Italia il partito che sta facendo di fatto gli interessi delle elites detentrici di grandi patrimoni – oltre a quelli tedeschi, preservando l’euro a tutti i costi – sia l’erede del partito comunista, il PD. Strano paese l’Italia (encore). 

Dunque, considerato quanto sopra, questo post vuole stigmatizzare come Renzi, per cui nutro stima armata, abbia un’occasione unica: sfidando OGGI apertamente e duramente la Germania sull’austerity, e parallelamente evitando di farsi anche lui prendere per il sedere dalla Merkel, potrebbe a termine diventare l’equivalente di un De Gasperi europeo, l’unica differenza concreta sarebbe che De Gasperi – come Guido Carli – parlava correntemente il tedesco, vantaggio non da poco.

TargaRommel

Si, perché deve essere chiaro che non è solo nell’interesse italiano combattere l’austerity e quindi l’egemonia economica made in Germany ma dell’intera Europa non tedesca! Passerà poco prima che la Francia vada anch’essa in deflazione, sta già nei numeri. Dunque oggi è il momento giusto per alzare i toni in modo tanto severo quanto fu l’atteggiamento di Angela Merkel [e, notate bene, non la Bundesbank] quando impose l’austerity ai periferici. E si sappia che per convincere i tedeschi lo spauracchio da usare, sorry Matteo, è solo uno: minacciare l’uscita dall’euro, senza se e senza ma. Anche perché la Germania, e ve lo dico conoscendo bene il popolo di Goethe, ha ben chiari i vantaggi portati dalla moneta unica al proprio paese (come per altro già fatto dallo scaltro fiorentino durante la discussione sul tema Frontex). E la Cancellierra risponderà che si, forse si può allentare il rigore ma solo a termine di trattati, si sa i tedeschi sono ligi alla formalità (pensate che sono talmente meticolosi che anche durante l’Olocausto veniva tenita contabilità dei condannati). Immaginate se possono essere disposti a rinnegare un trattato che per altro a loro conviene enormemente! Anche perché la corte Costituzionale tedesca certamente non lo ammeterebbe, visto che in passato è stata tirata in ballo in diverse occasioni (leggasi, ora non potrà esimersi dal ripetere che bisogna rispettare le formalità e l’interesse legale della Germania). Giuridicamente sarà un ginepraio, anzi è già un ginepraio, non se ne esce.

L’unica possibilità è un blitz, potente, diretto e soprattutto inaspettato. Come fece il grande Generale Erwin Rommel attraverso le Ardenne (ed anche durante la battaglia di Caporetto, ndr), proprio nella non lontana Ypres è in corso in queste ore il vertice europeo per discutere dell’argomento.

Forza Matteo, vai avanti, molti pensano che tu sia dove sei perché non devi fare né agire, ed ammetto che anche il sottoscritto ha avuto più di un dubbio in riguardo. Stupiscici, sii il Balotelli dell’immaginario collettivo e non la rappresentazione dell’eroe mancato!

Spero davvero che Matteo Renzi dimostri di non essere come la nazionale italiana di calcio, una squadra di perdenti che oggi rappresenta bene l’Italia sottomessa. Domani vorrei dire: perdente solo fino ad oggi…

 

Mitt Dolcino


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