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Renzi: il Programma, il nodo Economia e l’Europa

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I giornali di stamane ci danno indicazione del Programma che sta redigendo Renzi. Repubblica scrive:

…si partirà dai “tagli ai costi della politica“, poi si proseguirà “con le riforme costituzionali e istituzionali“, quindi “a partire dal mese di marzo si affronteranno i problemi del mondo del lavoro“. Renzi ha aggiunto che “tra aprile e maggio toccherà a fisco e pubblica amministrazione e poi ai temi legati all’organizzazione della giustizia in questo Paese. Il tutto per arrivare a luglio all’appuntamento del semestre europeo con l’Italia in grado di raccontare cosa chiediamo all’Europa“.

Traducendo: qualche sforbiciata ai costi politici (senato, regioni, province), titolo V, Italicum ed abolizione del senato, una riforma del lavoro che per i nuovi assunti abolisca nei primi anni l’articolo 18, semplifichi il quadro, e sostitisca la cassa in Deroga con qualche forma di sussidio, una qualche flessibilizzazione nella PA, qualche alchimia nel fisco per ridurre il cuneo fiscale, qualche contentino al Cav sulla giustizia e…. tra 4 mesi, andare dalla Merkel insieme al presidente francese piu’ impopolare da decenni a battere cassa.

Possibilita’ di piena Realizzazione e Successo di questo programma? ZERO

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Vediamo gli scogli:

  • Le Riforme Costituzionali richiedono tempi lunghi, dell’ordine dei 6-12 mesi, visto il doppio passaggio, per cui di risultati, sempre che la volonta’ e la costanza permangano, non se ne vedranno a breve
  • Sui Tagli ai costi della Politica, e’ lecito attendersi risultati modesti nel breve periodo. Immagino molto fumo e poco arrosto. Difficilmente toccheranno le aree dove si annidano il maggior numero di politici (comuni, enti), idem per Quirinale ed enti storici (Banca d’Italia, Istat, Corti varie). Alla fine si agira’ in modo poco piu’ che simbolico su qualche diaria (Parlamento, Regioni), e col provvedimento di riduzione dei finanziamenti ai partiti, nonche’ sul Senato da riformare.
  • Sul Lavoro, il rischio e’ che ci si impantani in una riforma che alla fine avra’ portata modesta. Nel passato abbiamo visto varie volte i Governi annuciare montagne e partorire topolini. Inoltre, certi provvedimenti vanno finanziati, e cio’ puo’ comportare nuove tasse (sulle Rendite?)
  • Sulla Pubblica Amministrazione, la madre di tutte le riforme, sarebbe la possibilita’ di licenziare i fannulloni o il personale non utilizzato e farlo. La faranno? dubito. Per cui, temo, si finisca con i soliti annunci su “semplificazioni” ed “informatizzazione” gia’ visti nel passato, che generalmente hanno prodotto risultati modesti o nulli.
  • Sul Fisco immagino di voglia ridurre l’IRAP e l’IRPEF per i Lavoratori, aumentando la tassazione su Immobili, Capitali, Dividenti, e quant’altro. L’Italia ha perso il 23% di competitivita’ sulla Germania in termini di CLUP. Provvedimenti dell’ordine dei 10-20 miliardi su cuneo fiscale, porterebbero il gap al 20%, cosa insufficiente a far ripartire l’economia.
  • Giustizia? No comment

E’ lecito temere che vi saranno nei prossimi 3 mesi tantissimi annunci, ma pochissimi risultati. L’obiettivo sara’ per Renzi arrivare alle elezioni europee con una situazione favorevole. Pertanto di misure realmente incisive ed impopolari su Pubblico Impiego e Lavoro ne vedremo poche.

Teniamo anche a mente il problema delle sofferenze bancarie (155 miliardi) e della Bad Bank, che incombe.

Ammesso e non concesso che Renzi produca qualcosa da qua a 4 mesi, la parte piu’ comica e tragica e’ l’idea di andare a braccetto con Hollande dalla Merkel per chiedere e pretendere un cambiamento delle Politiche Europee.

La Merkel ha gia’ detto in tutte le salse in questi anni NEIN a: mutualizzazioni di Debiti, Eurobond, stampa a rullo di moneta, politiche inflattive, politiche espansive, sforamenti del 3%.

Renzi ed Hollande, inoltre, non sono personaggi che possono minacciare la Merkel, con ipotesi di uscita dall’Euro, che e’ realmente l’unica arma a loro disposizione. Non si capisce, quindi, cosa realmente possano ottenere: magari qualche piccola deroga sulla contabilizzazione degli investimenti, o qualche provvedimento che diluisca il macigno in arrivo del Fiscal Compact. Troppo poco per rilanciare l’economia.

Passiamo ora al punto chiave per far partire il governo: il Ministero dell’Economia. Si legge sul Corriere:

Renzi l’ha raccontata così ai fedelissimi, dopo quell’interminabile e faticosissimo colloquio: «Napolitano mi ha spiegato che alcuni partner europei sono molto esigenti con l’Italia e vogliono che il nostro Paese si presenti con le carte in regola. Il nostro credito dipende da quello. Perciò, secondo lui, il ministro dell’Economia deve rappresentare la stabilità e anche la continuità. E deve essere una persona in grado di dialogare con personaggi come la Merkel». Insomma, per dirla povera, il capo dello Stato continua a preferire l’idea di un tecnico a via XX Settembre. Mentre il segretario del Partito democratico, fosse per lui, opterebbe per un «profilo più politico». Ma su questo punto nel colloquio, a quanto pare, avrebbe dovuto aprire la porta al cedimento. Sebbene su un punto sia stato fermissimo: no alla riconferma di Saccomanni. Comunque, «su una cosa non ci piove: deve essere chiaro sin dall’inizio che il ministro dell’Economia deve collaborare con me».

Poi, il direttore Napoletano del Sole 24 Ore, noto per pezzi tipo “Fate Presto” a Novembre 2011 non particolarmente fortunati, scrive:

La cosa in più da fare non è andare a negoziare in Europa il superamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/pil. La cosa in più da fare è dare contenuto al disegno organico annunciato (riforme istituzionali, lavoro, pubblica amministrazione e fisco) e affidarlo a mani capaci.

 Mani capaci? Chissa cosa intende. E chiude dicendo:

Solo dopo avere vinto questa sfida, avrà la credibilità per affrontare una partita altrettanto decisiva, da combattere avendo alleate almeno Francia e Spagna, che spinga l’Europa a farsi del bene uscendo dal circolo perverso della (sola) austerità per tornare a scommettere sull’innovazione e sui grandi investimenti a livello europeo. 

Attendo coi Pop Corn, di vedere Renzi ed Hollande prendere sonore randellate sul cranio da Angela.

 

By GPG Imperatrice

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