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Renzi e Berlusconi inadatti a governare: i casi Maugeri e Marchionne lo dimostrano. di Pietro De Sarlo

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Leggo su La Repubblica di oggi un bellissimo articolo di Andrea Greco, l’autore del libro Lo Stato Parallelo che parla proprio dei rapporti tra ENI e politica, su Leonardo Maugeri.

Cito: “Maugeri fu tra i protagonisti del rilancio del gruppo di San Donato, ma l’arrivo del nuovo ad Paolo Scaroni nel 2005 lo mise in ombra, e nel 2010 fu giubilato con la nomina a presidente di Polimeri Europa (l’ex Enimont e attuale Versalis), e l’anno successivo lasciò il gruppo. Nel 2014 Maugeri è stato tra i candidati alla poltrona di capoazienda dell’Eni, da allora affidata a Claudio Descalzi.”

Di Maugeri oggi si tessono solo lodi, e non posso che unirmi al coro, ma questo apre delle questioni che andrebbero discusse.
La prima è: perché Matteo Renzi nel 2014 scelse Descalzi, in continuità con Paolo Scaroni di cui era uno stretto collaboratore? Perché il rottamatore de’ noantri perse l’occasione di un cambio di rotta rispetto alla contestatissima e contestabile gestione Scaroni che, tra le altre cose, aveva collezionato inchieste e rinvii a giudizio in tutto il mondo? Questa domanda, a mia memoria, nessuno la fece allora e, mi pare salvo errori ed omissioni, nessuno la pone oggi.
Eppure la questione è importante non solo per la credibilità del sistema politico nella gestione della cosa pubblica, che deve essere fatta in modo trasparente e pretendendo, almeno dalle aziende pubbliche o semi pubbliche di cui esprime i vertici, trasparenza e competenza e rispetto delle leggi.

E’ una questione oltremodo importante, inoltre, perché proprio sotto la gestione di Descalzi l’ENI è stata inquisita dalla procura antimafia e rinviata a giudizio in Lucania per come sta gestendo le estrazioni in Val D’Agri e credo sia diritto dei cittadini della zona, che patiscono l’emergenza economica, morale e ambientale causata proprio dal petrolio, sapere se i vertici dell’ENI sono scelti in base a criteri di competenza e correttezza.
Ma questa semplice domanda sulla stampa nazionale di destra, centro e sinistra non c’è e non c’è stata.
Rispondere è importante perché occorre che i giovani abbiano dei messaggi positivi e che siano abituati a non fare di ogni erba un fascio. Che capiscano che in ogni azienda, in ogni settore della società, del pubblico impiego, della magistratura e via dicendo ci sono persone per bene che resistono e che operano per il bene complessivo della società e con competenza e onestà. Quando però i giovani scoprono che queste persone vengono accantonate e messe da parte, come accaduto a Maugeri, il messaggio che se ne ricava è devastante.

Cito sempre Andrea Greco: “Anche come studioso non è stato profeta in patria. Da anni Maugeri, autorevole e risoluto nelle idee e nel carattere, preferiva fare la spola con gli Stati Uniti, dove ha rivestito incarichi prestigiosi al Mit e al Belfer Center di Harvard. Centinaia le pubblicazioni sull’energia a suo nome: e un ruolo di ascoltato interlocutore nella comunità internazionale, compresa l’amministrazione di Barack Obama alla Casa Bianca.”
Ingiustizia è fatta! L’ennesima. Devo però dire che i messaggi negativi in questi giorni si susseguono a ritmo incalzante.

La FIAT è stata l’azienda italiana che in assoluto ha condizionato più di tutte la politica italiana e ha drenato più risorse dallo Stato che l’intero intervento straordinario per il Mezzogiorno. Inoltre è stata una delle cause per cui lo sviluppo italiano negli anni sessanta e settanta è stato distorto a favore del Nord Italia dove si sono concentrate tutte le industrie. Ha beneficiato di cassa integrazione, incentivi sulla vendita di auto e le è stata regalata una delle aziende, e dei marchi, automobilistici più prestigiosi: l’Alfa Romeo. Bene! La Fiat trasferisce la sede legale e fiscale in Olanda e nessuno fiata.

La libertà di impresa e stabilimento ha dei limiti e questi limiti sono in un concetto ormai ignoto ai più che si chiama senso di responsabilità sociale di impresa e degli individui. Le imprese, piaccia o meno, hanno delle responsabilità verso la comunità che le ha ospitate e viste crescere. Questo dovrebbero saperlo, oltre i rottamatori de’ noantri anche i liberisti de noantri.
Curioso il fatto che proprio una azienda che ha contribuito a formare con i suoi atti e comportamenti la cultura di assistenza e di aiuti alle imprese di stampo protezionistico e che ha contribuito a formare la mentalità corrente del rapporto Stato, cittadini e imprese, giri le spalle al proprio Paese e va dove trova fiscalità più convenienti invocando, nel fare questo, la libertà di impresa e sparando a zero su uno Stato e una pubblica amministrazione che ha contribuito non poco a rendere inefficace e inefficiente per lo meno sul piano culturale.

Il senso di responsabilità sociale deve essere patrimonio anche degli individui. Maggiori sono le responsabilità e più grande è il successo economico e sociale raggiunto maggiori dovrebbero essere i doveri e minori i diritti. L’artefice della fuga della FIAT verso lidi più convenienti è Marchionne che è corteggiato e ammirato sia da Renzi sia da Berlusconi. Evidentemente sono della stessa pasta di Marchionne: inadatti tutti a candidarsi alla guida del Paese per palese mancanza di senso di responsabilità sociale, che dovrebbe essere il faro che illumina la politica e i politici.
Splendido messaggio che viene dato ai cittadini e ai giovani: siete bravi se spolpate lo Stato e vi fate i fatti vostri e della vostra fabbrichetta! Se invece siete veramente bravi, come Maugeri, siete cacciati dalla Patria.

Pietro De Sarlo


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