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Renault fa retromarcia: il mercato (per ora) non vuole solo elettrico. Pronta la Mégane ibrida?

Renault frena sull’elettrico: vendite sotto le attese per Mégane e Scénic. Ora si valuta il ritorno dei motori ibridi per salvare i volumi.

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La transizione elettrica, quella magnificata a Bruxelles e imposta come un dogma industriale, sta incontrando il suo giudice più severo: il mercato. E così, anche i produttori che più avevano puntato sul “tutto e subito” elettrico iniziano a fare i conti con la realtà. È il caso di Renault, che, dopo aver trasformato icone come la Mégane e la Scénic in modelli 100% a batteria (“watture”, come dicono in azienda), sta ora seriamente valutando un passo indietro.

Secondo quanto trapelato, il gruppo francese starebbe studiando la possibilità di reintrodurre motorizzazioni termiche (probabilmente ibride) proprio su Mégane e Scénic.

Una mossa che, se confermata nel piano strategico di marzo 2026, segnerebbe un netto cambio di filosofia. Renault, a differenza di Stellantis (che con la sua 208 offre sia benzina che elettrico), aveva scelto la via delle piattaforme dedicate esclusivamente all’elettrico. Una strategia pura, ma che si sta rivelando commercialmente rischiosa.

Megane e-tech elettrica

Perché questa inversione a U?

La motivazione non è ideologica, ma puramente economica e industriale. Come si dice in America, it’s the economy, stupid! Andare contro le volontà del mercato è un suicidio economico, al di fuori di una nicchia. Le ragioni principali sono tre:

  1. Mercato EV “meno dinamico”: La domanda di auto 100% elettriche, semplicemente, non sta crescendo ai ritmi previsti dai piani alti. Se ne vende qualcuno in più, ma non a sufficienza.
  2. Vendite sotto le attese: Le performance commerciali di Mégane e Scénic elettriche, nonostante i premi vinti (Scénic Auto dell’Anno 2024), sono state inferiori alle previsioni. Limitarsi all’elettrico significa tagliare fuori, di fatto, l’80% dei clienti, e solo un’azienda ideolica, destinata a fallire, fa una scelta del genere. Tesla è un caso a parte, perché è nata ad hoc per soddisfare una nicchia.
  3. Un “buco” strategico: La scelta del 2021 di rendere la Mégane solo elettrica ha creato un vuoto nell’offerta di Renault nel cruciale Segmento C (le familiari compatte). I clienti che cercano una berlina termica tradizionale sono costretti a guardare altrove e lo fanno, anche perché tutti i concorrenti di Renault producono ibride plug in, al limite. I cinesi sono stati molto abili in questo settore.

La soluzione tecnica: pragmatismo industriale

Renault non intende “rovinare” i suoi modelli elettrici. La retromarcia non riguarderà infatti le piccole Twingo e R5. Su queste vetture, aggiungere serbatoio e motore termico comprometterebbe lo spazio per le batterie, danneggiando l’autonomia della versione elettrica.

La situazione è diversa per Mégane e Scénic:

  • Più spazio: Essendo più grandi, offrono la flessibilità tecnica per adattare la piattaforma senza “cannibalizzare” la versione elettrica.
  • Volumi: Aggiungere versioni ibride permetterebbe di aumentare i volumi di produzione, migliorando la redditività e ammortizzando gli enormi investimenti già fatti sulle piattaforme.
  • Incertezza UE: Non è un dettaglio che questa riflessione arrivi mentre crescono i dubbi sulla fattibilità della scadenza imposta da Bruxelles per il 2035.

Sul tavolo c’è l’opzione dei “prolungatori d’autonomia” (range extender), tecnologia in voga in Cina che usa un piccolo motore a benzina come generatore per ricaricare la batteria durante la marcia. Non a caso, Horse, la joint-venture di Renault con i cinesi di Geely, ha appena lanciato un motore di questo tipo.

Renault, insomma, non apre questo dossier “a cuor leggero”, ma è costretta dal mercato a correggere una strategia forse troppo ottimistica. Non è sola: anche Stellantis ha recentemente introdotto una versione ibrida sulla Fiat 500 (nata solo elettrica) e Volkswagen sta rinominando i suoi modelli (ID.3 diventerà ID.Golf) per preparare il terreno a piattaforme multi-energia. La realtà, alla fine, presenta sempre il conto, anche a quelli che volevano compiacere Bruxelles. 

Domande e Risposte (FAQ)

1) Perché Renault, dopo aver investito tanto sull’elettrico, ora ci ripensa?

Renault non abbandona l’elettrico, che considera ancora il futuro. Tuttavia, sta facendo i conti con la realtà del mercato: la domanda di auto 100% elettriche cresce meno del previsto. Le vendite dei modelli Mégane e Scénic, trasformati in puramente elettrici, sono sotto le attese. Per aumentare i volumi, raggiungere la redditività e non lasciare “buchi” nella gamma (manca una berlina media a benzina), l’azienda è costretta a valutare il ritorno di motori ibridi su questi modelli, adattandosi pragmaticamente alla domanda reale dei consumatori.

2) Quali modelli Renault torneranno ad avere un motore a benzina?

La riflessione riguarda specificamente i modelli del Segmento C (familiari compatte): la Mégane e la Scénic. Questi modelli sono abbastanza grandi da poter ospitare un motore termico (probabilmente ibrido) senza compromettere troppo il design della versione elettrica. Le piccole di casa, come la nuova Twingo e la R5, resteranno invece 100% elettriche, perché un motore ibrido su un telaio piccolo ne rovinerebbe l’autonomia e l’efficienza a batteria.

3) Questa mossa di Renault significa che l’auto elettrica ha fallito?

No, non significa un fallimento dell’elettrico, ma un bagno di realtà sulla “transizione forzata”. Dimostra che il passaggio totale all’elettrico imposto da scadenze politiche (come il 2035 europeo) è più lento e complesso di quanto previsto. I costruttori si stanno adattando a un mercato che, per ora, preferisce una pluralità di motorizzazioni (ibrido incluso) per ragioni di costo, autonomia e infrastrutture. Renault, come Stellantis e VW, sta semplicemente adottando una strategia “multi-energia” più flessibile per rispondere ai clienti.

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