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REDDITO DI CITTADINANZA O INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE: CONFUSIONE SULLA DEFINIZIONE E SUL CALCOLO NON AIUTANO

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Cari amici,

grazie alla vittoria elettorale del M5s nel sud, e con la partecipazione attiva di qualche burlone, il tema del “Reddito di Cittadinanza” è giunto al centro del discorso politico.

La proposta avanzata dal M5s può essere così riassunta:

  • chi si iscrive ai centri per il lavoro ottiene un “Reddito di cittadinanza” (RDC) di 780 euro, ma deve seguire corsi di aggiornamento e volontariato;
  • non può rifiutare più di tre offerte di lavoro;
  • se le rifiuta perde il RDC.
  • Chi non può lavorare per motivi oggettivi (invalidità etc) comunque riceve il RDC, che a qusto punto sostituisce la pensione di invalidità.

Ora vi presenterò, in modo spero chiaro e comprensibile, le mie osservazioni in merito, anche tratte da lla lettura di alcuni articoli in materia. Non ne faccio una questione ideologica, ma estremamente pratica, che prende anche lo spunto dal cattivo funzionamento generale dei nostri sistemi di salvaguardia sociale universale, che alla fine coprono una stretta minoranza degli italiani, oltre ad essere estremamente complessi. La cervelloticità dei nostri strumenti di tutela sociale, ricordatevelo, non è casuale, ma finalizzata a limitarne l’uso e l’accesso: se io devo presentare vari certificati e dimostrare di essere assolutamente nullatenente da 4 generazioni, dietro minaccia di controlli spesso cervellotici,  ovviamente, desisterò dal chiedere un qualsiasi aiuto sociale anche se, oggettivamente, ne avrei bisogno. Spesso si maschera come “Giustizia sociale” la mera volontà di far accedere il minor numero di persone possibili agli aiuti sociali, limitandone il peso sul bilancio a favore di altro e favorendo l’intervento di soggetti “Facilitati” all’ottenimento di questi contributi, sia legittimi (sindacati), sia illegittimi (Funzionari corrotti). Una norma fumosa, complessa, soggetta in interpretazioni , ma deresponsabilizzante,  è sempre una pistola carica data in mano ad un burocrate corrotto.

Fatta questa premessa iniziamo con le osservazioni.

Reddito di cittadinanza? No, indennità di disoccupazione o sociale.

Un “Reddito di cittadinanza” vero e proprio dovrebbe spettare a tutti i cittadini proprio in funzione della cittadinanza stessa, magari differentemente pesato sul reddito, ma spettare a tutti. Con il mio spacciatore econometrico di fiducia, il misteroso “Statistical intruder”, sto lavorando ad un saggio sulla necessità di un “Reddito di cittadinanza” per controbattere lo spiazzamento produttivo dell’uomo da parte dei robot e della AI in generale, traendo spunto da uno scritto del Prof. Shiller dello scorso anno, ma sarebbe un vero RDC, perchè spetterebbe, in qualche modo, a tutti. lo RDC proposto dal M5s è una indennità di disoccupazione, se va ai lavoratori attivi, una indennità sociale se va agli altri, ma NON è un reddito di cittadinanza. Questa chiarezza è necessaria per vari motivi:

  • per un problema di correttezza scientifica, perchè veniamo dall’era del Renzismo in cui ogni parola prendeva il significato diametralmente opposto a quello comune, seguendo uno schema orwelliano. Se parlavo di “Jobs act”  creavo disoccupazione, se parlavo di sicurezza, creavo insicurezza etc. Un punto di partenza per qualsiasi governo e governante, secondo me, è iniziare a chiamare le cose con i propri nomi, per quanto duri e brutali questi vengano ad essere;
  • per non creare aspettative o irrealizzabili o comunque al di fuori del programma politico proposto;

Comunque per semplicità qui citeremo sempre RDC, a scopo di omogeneità.

Esplosione della disoccupazione, o meglio del TASSO di disoccupazione.

Il RDC sarebbe un grande incentivo per gli “Inattivi” nel rendersi attivi e quindi nel passare nella categoria dei disoccupati. Il tasso di disoccupazione, tenuto forzatamente basso grazie a criteri, per lo meno, criticabili, esploderebbe e probabilmente potrebbe perfino raddoppiare. In realtà questo sarebbe un effetto positivo, di chiarezza: l’Istat che valuta occupata una persona che lavora un’ora alla settimana, o chi lavora gratis per l’azienda familiare, in questo caso si comporta in modo tanto serio quanto Totò quando vendeva la Fontana di Trevi. Un governo serio, quindi senza il PD , dovrebbe occuparsi dei dati seri, non di fare proclami trionfalistici ai media. Un bagno di realtà e di umiltà non può che fare bene.

Orizzonti temporali

L’orizzonte  temporale acquista un ruolo centrale per due motivi, qua elencati

Prima di tutto il RDC prevede una riqualificazione dei lavoratori: chi lavorava ad un tornio manuale deve imparare a lavorare con un tornio a controllo numerico per trovare qualificazione sul mercato. Però sappiamo benissimo che l’elemento cognitivo è soggettivo, non oggettivo: Tizio impara a programmare in un giorno, Caio in 15 giorni, Sempronio in sei mesi. Inoltre c’è riqualificazione e riqualificazione: se devo promuovere una OS ad infermiera il suo percorso non sarà neanche di sei mesi, ma di anni. Se devo produrre tecnici per le nuove tecnologie non posso pensare di farli uscire con i corsi di 100 ore, ma devo pensare a dei programmi più lunghi, ad esempio di uno o due anni, e questo indipendentemente dalla volontà del singolo. Se da un addetto alle pulizie devo ricavare un perito chimico, quanto tempo ci impiegherò ?

L’orizzonte temporale è rilevante poi secondo un altro punto di vista: quanto tempo impiegheranno i lavoratori a trovare lavoro? Ci sono aree d’Italia con la disoccupazione oltre il 20%, Campania e Sicilia sono oltre il 15%, pensare che, anche con corsi di riqualificazione, questa massa posso trovare lavoro subito è, per lo meno , illusorio. Come riuscire a conciliare il RDC e la possibilità di trovare lavoro, per non creare una nuova generazione di sfiduciati?

Il problema è il lavoro, ma anche lo stipendio non scherza.

Io ho fatto il mio corso per Tornitore CNC magari anche bene. Ricevo la prima offerta ed è per 750 euro al mese, 32 ore settimanali. Non mi basta per vivere, e l’orario non mi permette un secondo lavoro adeguato. Mi viene offerto un secondo  lavoro per 780 euro al mese e sono costretto a prnderlo, perchè, se non, perdo il RDC. Chi ha studiato questa formula di RDC non ha considerato che :

  • dato che domanda ed offerta di lavoro non sono un mercato perfetto, può esserci effetti di overshooting. Dieci ditte cercano 30 tornitori, e dopo 3 mesi se ne trovano 60. A qusto punto parte la competizione sul prezzo, cioè sullo stipendio, che si allineerebbe al RDC;
  • non è stato definito un salario minimo che porta alla cessazione del RDC. Se questo fosse definito ed il RDC si configurasse come un’integrazione della remunerazione insufficiente percepita avremmo una sorta di Hartz IV italiano, ma ad un livello più elevato.

Insomma il RDC, nella sua formulazione attuale, si configurerebbe come un calmiere retributivo.

Perchè non capitalizzarlo?

La vecchia “Mobilità retribuita” poteva essere capitalizzata per iniziare nuove attività. Invece che andare a fare il lavoratore dipendente a 780 euro al mese il percettore di “RDC” perchè non viene autorizzato a capitalizzarne  due anni pr iniziare una propria piccola attività? Anche perchè, parliamoci chiaro, dove la disoccupazione è più alta non si può sperare in una crescita paracadutata dall’esterno, ma potrebbero utilizzare una crescita endogena.

 

Copertura: Keynes o NAWRU, ma non Laffer…. e Leuropa?

Cope coprire le uscite? Bella domanda, vediamo qualche risposta:

a) Moltiplicatore Keynesiano. Ok ammettiamo che il moltiplicatore Keynesiano sia 1,5, cosa possibile in ambiente  di moneta unica (FMI valutava potesse giungere a 2). Se distribuisco il RDC 20 miliardi, avrò un effetto sul PIL di 30. Miglioro il rapporto debito PIL come dice da secoli Claudio Borghi, ma come deficit non ci siamo, perchè le entrate fiscali aggiuntive, nella migliore delle ipotesi , sarebbero di 13,5 miliardi (0,43, pressione fiscale * 30 miliairdi di pil extra), ed avrei 6,5 miliardi da coprire. Perfino con un moltiplicatore 2 avremmo un deficit. Comunque l’attuale legge di bilancio imporrebbe la copertura ad entrate correnti,e quindi ci vorrebbe un’accordo con il CDX per modificare l’articolo 81…

b) Curva di Laffer, utilizzata per giustificare la flat tax, non si applica in questoc aso.

c) NAWRU. Ho letto articolo di Tridico su Il Fatto Quotidiano. Lui parla di possibilità di maggiore deficit tramite la variazione del  PIL Potenziale calcolato sul NAWRU, che diventerebe più grande. Il NAWRU vuol dire Not Accellerating Wage Rate of Unemplyment, cioè tasso di disoccupazione che non accellera le paghe. Dato che la finalità della UE è quella di NON far crescere le paghe dei lavoratori dipendenti si sono creati questa misura per calcolare l’output potenziale (Cioè il PIL con quel tasso di disoccupazione) e quindi se un paese può fare deficit in più perchè ha troppa disoccupazione. Chi decide il NAWRU, cioè se si può spendere un po’ di più? Forse un’univeersità o un’unione di università? NO , La Commissione Europea, che lo fissa quindi, ovviamente, con motivazioni POLITICHE per finalità POLITICHE. Sinceramente esiste già un indicatore per la politica economica e monetaria, e si chiama INFLAZIONE CORE, cioè inflazione al netto dell’energia e della produzione agricola,  fortemente influenzata dall’andamento del costo del lavoro. L’inflazione core per l’Italia è a livelli bassi, praticamente gelata:

Con questa inflazione core parlare di NAWRU etc è , letteralmente , una presa in giro per tenere il nostro sistema economico al limite del collasso. Tra l’altro  dato che il valore ha una base POLITICA non ECONOMICA non è detto che avendo una disoccupazione molto alta porti a dei vantaggi perchè la commissione, potrebbe, semplicemente, alzare il livello di disoccupazione NAWRU: sei stato bravo, hai saltato in alto 2 metri, ma ti sposto l’asticella a 2,5 metri così sei fregato….

Se pensate che scherzo vorrei ricordarvi che ora l’inflazione NAWRU è stato proposto all’11% , con la stessa Eurostata che parla di sottoccupazione in Italia al 30%. Si tratta di un elemento talmente distorto, contestabile, pro ciclico, politicamente fallato che perfino il Ministero delle Finanze e Renzi lo hanno contestato…

Se il RDC, cambiato di denominazione e corretto nelle sue rigidità, può anche essere uno strumento utile, soprattutto dal punto di vista sociale, però NON è finanziabile se non con una dura, anzi durissima, contrattazione con la UE, al limite della minaccia di rottura. Tutto il resto è solo una presa in giro, e l’Italia viene da 7 anni di prese in giro. Tutto questo richiederebbe un governo  politicamente inattaccabile, con una base di consenso sociale ampio, in grado di porsi verso tutti come l’interprete delle necessità e delle speranze di una grande maggioranza degli italiani. Questa è la vera sfida per il Movimento Cinque Stelle, che lo ha proposto, cioè essere veramente in grado ci combattere per ciò che ha proposto trovando alleati ed appoggi, mettendo l’interesse del suo elettorato e degli italiani in generale davanti a tutto, perfino ai propri pregiudizi politici. In poche settimane la realtà dei fatti vedrà se è un gioco serio o solo un bluff.


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