Euro crisis
REDDITO DI CITTADINANZA E RECUPERO DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO CON SPESA A DEFICIT (Nino Galloni e i moltiplicatori della spesa pubblica)
Il convegno di lunedi pomeriggio a Montecitorio, “Europa e Euro: Opportunità o schiavitù?”, ha visto la partecipazione di economisti vicini al M5S ma ancor di più legati al suo gruppo di attivisti sovranisti: Economia5Stelle.
Domani avremo modo di parlare degli interventi del mitico duo Antonio Maria Rinaldi e Claudio Borghi Aquilini, ma oggi ci concentriamo sull’intervento dell’immenso ed impagabile Nino Galloni, uomo con la U maiuscola, nonché la più grande e generosa risorsa a disposizione del paese e del suo popolo.
Il tema della sovranità nazionale è stato rilanciato da Beppe Grillo nell’ultimo V-Day di Genova ma in attesa che diventi un dato di fatto (speriamo prima possibile vista la spirale viziosa innescata dagli incapaci al governo negli ultimi 2 anni), Galloni e il gruppo E5S hanno realizzato e mostrato delle slide agli intervenuti per illustrare il benefico effetto dei moltiplicatori fiscali del Fondo Monetario Internazionale sul rapporto Debito/Pil quando lo Stato decide di fare lo Stato: con la spesa a deficit.
Tale modello, in linea di massima e con i dovuti aggiustamenti, vale indifferentemente dalla via scelta per arrivare all’obiettivo, cioè adozione di:
– Moneta complementare nazionale (Eurolira) o
– Mosler Bond o
– CCF (Certificati di credito fiscale).
In tutti e 3 i casi si va a deficit creando debito solo che i benefici economici (pil generato) superano abbondantemente i costi (debito aggiuntivo infinitesimale)!
Il Prof. Galloni, memore delle proprie esperienze di amministrazione pubblica, parte con il suo intervento facendo notare quanto segue:
“l’austerità è ricerca continua della tassazione e non migliora i conti pubblici, pertanto la sua finalità può essere solamente la sofferenza sociale”.
Come dargli torto! Quando andò a trovare il fratello missionario in Congo, visse direttamente il periodo delle guerre interne fratricide e tornò con una certezza:
“il genocidio in quel paese era L’OBIETTIVO, ricercato ed ottenuto pel tramite di politiche monetarie (che rappresentavano IL MEZZO”).
Come mai il Prof. Galloni ritiene che l’austerità e la deflazione salariale non migliorino i conti? In quanto non consentono la crescita del paese!
Come mai vi chiedete?
Perché, come da tempo cerco di spiegarvi, con l’austerità diminuiscono le prede nella nazione e i predatori trovano minor spazio di azione. Avendo meno prede, i predatori non riescono ad ottimizzare la produzione e ad abbassare il costo unitario del prodotto. In pratica, si riducono a vendere esclusivamente all’estero ma con costi maggiori e, quindi, minori margini unitari di guadagno. Non a caso, lo scorso giugno 2013 Confindustria segnala che il saggio di profitto aziendale, calcolato col MOL, è calato dal 35% al 25%!
Vi ricordo che questo dato (che chiamiamo col simbolo “q”) incide sul parametro “h” che compone il moltiplicatore della spesa pubblica:
moltiplicatore = 1 / [ 1 – ( c x h ) + m ]
e una riduzione del saggio di profitto aziendale (q) determina una variazione tale del moltiplicatore da ridurre il suo effetto moltiplicativo del Pil
“In Italia”, continua Galloni, “esistono circa 500.000 imprese che esportano e altre 4 milioni di aziende che operano sul mercato interno. Queste, realizzano prodotti finiti, semilavorati o sub-fornitura. Molte di queste aziende non fanno utili ma consentono, quantomeno, di creare un posto di lavoro per il datore di lavoro e per i propri congiunti! Per tale motivo, è importante che lo stato cambi le regole bancarie (Basilea) e gli aspetti fiscali altrimenti, invece di parlare di euro come moneta nobile dovremmo parlare di moneta ignobile.
Ma veniamo ai nostri moltiplicatori. L’obiettivo è dare una scossa all’economia di questo paese mostrando come, anche rimanendo nell’euro, sia possibile migliorare i conti spendendo a deficit. L’idea è quella di salvaguardare il territorio (20 miliardi l’anno d’investimenti) e il reddito di cittadinanza (50 miliardi di euro).
Un investimento di 70 miliardi di euro corrisponde, all’incirca, ad una spesa anticiclica pari al 4,47% del Pil.
Dato che, come sostengono quelli del Fondo Monetario Internazionale, il moltiplicatore nelle nazioni evolute è pari all’incirca ad 1 e ½, ne consegue che si attiva un processo di circolazione del denaro entro i confini della nazione tale per cui la spinta al pil cresce abbondantemente.
Come si vede dall’esempio, il Pil crescerebbe del 6,7%. Illusione dite voi? Realtà vi dico io. Per due ordini di motivi:
1) Var. G (o I pb se volete) del 4,47% coincide con Var. Y dello stesso importo in un primo momento;
2) Var. Y del 4,47% genera poi Var. C e Var. I pvt (per due ordini di motivi) che comporteranno ulteriore incremento di Y
a. Var. C perché gli stipendi distribuiti, direttamente o indirettamente, generano maggiori consumi;
b. Var. I perché gli imprenditori, percependo che il clima economico è cambiato, fanno ripartire i propri investimenti in quanto
ritengono che potranno avere maggiori utili in futuro.
(Nota bene: Y= Reddito della nazione; G = spesa pubblica; I pb = Investimenti produttivi pubblici; I pvt = Investimenti privati)
Spese tipo quelle suesposte hanno il moltiplicatore vicino a 2 (1,9 per la precisione) ovvero non originano quasi affatto importazione di beni e tale da garantire una crescita del prodotto interno lordo sicuramente maggiore e, come vedremo, maggiori entrate fiscali.
Ma cosa accade al debito pubblico? Esattamente questo.
La tassazione in Italia si avvicina al 50% (circa il 45%). Come tale, metà del 6.70% di crescita ritorna come tassazione andando a ridurre il debito pubblico.
Per quanto sopra si hanno le seguenti situazioni:
– Debito pubblico prima della spesa a deficit = 2.080 miliardi;
– Debito pubblico a spesa a deficit avvenuta = 2.080+70=2.150 miliardi di euro;
– Incremento delle tasse rispetto all’anno prima = 70 x 1,5 / 2 = 135 / 2 = 67,5
– Debito pubblico ex post (a tasse rientrate) = 2.082,5
Ma nel frattempo è salito il PIL della nazione e, come tale, il rapporto Debito/Pil………
Queste sono le REALI formule alla base del modello suesporto, sia quelle del FMI, sia quella della spesa pubblica italiana (con indicati tutti gli elementi fiscali tipici della nostra nazione).
Chiudiamo questo pezzo promettendo al popolo Pentastellato un apposito paper per il reddito di cittadinanza e per la spesa pubblica produttiva a deficit entro fine gennaio 2014.
E per finire il solito momento culturale italiano.
Questa volta la chiusura spetta ad Ungaretti. Questi, durante la prima guerra mondiale, sollecitava ogni italiano a stringersi agli altri come fossero stati tutti fratelli, “involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilita”. Questo saremo chiamati a fare quando questa eurofollia sarà terminata. Guardate che serviranno circa 20 anni, ad occhio, per rimettere insieme i cocci di questo maltrattato paese. Quindi animo, dove c’è da ricostruire c’è lavoro, c’è vita, c’è società….per tutti!
Gustinicchi Maurizio
Economia 5 Stelle
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