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RECOVERY FUND: NON E’ DETTO CHE ESISTERA’, PAROLA DI RUTTE. Le fandonie di Conte vengono a galla…

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Oggi Rutte, che è primo ministro di una nazione democratica, comunque la pensiate, in cui il Parlamento è sovrano, si è rivolto ai rappresentanti del popolo per parlare di Recovery Fund, e , come ci presenta Reuters, le sue parole non sono state quell’inno alla gioia ed alla solidarietà europea che Conte ed i Piddini desiderano.

Mark Rutte ha dichiarato di essere pessimista riguardo alle possibilità di raggiungere un accordo sul proposto Recovery Fund, o Next Generation EU in occasione di un vertice UE che inizierà venerdì prossimo l’ennesimo di questa lunga manfrina.

“Le risposte dietro le quinte delle nostre proposte non mi fanno sperare sulle possibilità di raggiungere un accordo“, ha detto Rutte nel  dibattito al parlamento olandese.

Rutte ha affermato questo a seguito dei vari colloqui con i leader europei, compreso Conte, che hanno cercato di convincerli a superare  la loro opposizione alle proposte per un fondo da 750 miliardi di euro  sostenuto da Francia e Germania. Attenzione che i metodi della UE sono stati piuttosto mafiosi , giungendo a minacciare la cancellazione delle favorevoli clausole di carattere fiscale.  Rutte ha comunque confermato di essere contrario all’idea di rendere disponibile gran parte del fondo sotto forma di sovvenzioni, a meno che i paesi non trovino un modo per garantire che le riforme economiche promesse in cambio del denaro vengano effettivamente promosse.

“I sussidi dovrebbero comportare condizioni molto rigide, questo è l’unico modo“, ha affermato Rutte. “Non sarei in grado di spiegare come possiamo concedere sovvenzioni senza promesse di riforme serie e modi per assicurarci che effettivamente avvengano. Ma non credo che questa idea sarà accettata “.

Ricordiamoci che l’Olanda è il paese che, pro capite, contribuisce di più all’Unione, anche se poi la letterale pirateria fiscale che le viene concessa costituisce uno strumento per ripagare, indirettamente il suo impegno verso la Commissione. Praticamente, con una specie di tacito accordo, viene permesso ai Paesi Bassi di “Rubare” fiscalmente agli altri pur di contribuire un po’ di più ai bilanci, ma anche questa corda si può tendere sino ad un certo limite , soprattutto dal punto di vista politico. Perchè, al contrario dell’Italia di Conte e dei suoi stati di emergenza, i Paesi bassi sono un paese democratico e Rutte deve rispondere al suo parlamento. Non è che in europa si inventeranno qualche forma di commissariamento degli stati, soprattutto mediterranei, per far fronte alle richieste di Rutte? Non è che domani ci troviamo una troika, magari sotto nome diverso, ma sempre con la stessa finalità?

Come si dice Berlusconi in fiammingo? Dobbiamo chiederglielo, visto che ha trasferito li la sede di Mediaset……………

 

 


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