Economia
Record in Borsa, ottava rata Pnrr, crescita fatturato imprese, il 2025 si chiude col botto

A poche ore dalla notte di San Silvestro arrivano due buone notizie per la politica economica italiana. Da una parte l’approvazione definitiva della Camera dei deputati alla manovra economica da 22 miliardi. Dall’altra, il via libera della Commissione europea al pagamento dell’ottava rata del Pnrr con la contestuale richiesta di pagamento per la nona e penultima rata.
Si chiude un anno ricco di sorprese ma anche di soddisfazioni per il nostro paese dal punto di vista economico. Lo spread è ai minimi da vent’anni, le agenzie di rating hanno assegnato promozioni in serie al rating del nostro paese, e la Borsa festeggia la soglia dei 45000 punti, un record storico con un rialzo del 30% rispetto ad un anno fa. Nel 2025 solo Madrid ha fatto meglio, ma se si considerano gli ultimi due anni, la perfomance di Milano è di gran lunga la migliore del vecchio continente.
Unimpresa ha calcolato l’andamento dei listini nel quinquennio 2021-2025, ebbene i risultati sono davvero sorprendenti. Nel 2022 il valore complessivo delle società per azioni scende a 2.802 miliardi di euro, in calo di circa 210 miliardi (-7,0%) rispetto ai 3.012 miliardi del 2021; nello stesso periodo, il valore delle società quotate registra una flessione ancora più marcata, passando da 619 a 507 miliardi di euro, con una riduzione di 112 miliardi (-18,1%).
La tendenza si inverte nel 2023, quando il valore totale risale a 3.311 miliardi, con un aumento di 509 miliardi (+18,2%), mentre le quotate crescono a 578 miliardi, in aumento di 71 miliardi (+14,0%).
Nel 2024 la crescita prosegue: il valore complessivo delle spa sale a 3.589 miliardi, con un incremento di 278 miliardi (+8,4%), e quello delle società quotate raggiunge 657 miliardi, in aumento di 79 miliardi (+13,6%).
L’accelerazione più intensa si registra nel 2025, quando il valore totale delle società per azioni arriva a 3.936 miliardi di euro, crescendo di 347 miliardi (+9,7%), mentre il valore delle società quotate supera gli 808 miliardi, con un incremento di 151 miliardi (+23,0%).
E poi c’è il pagamento della ottava rata del Pnrr, primo paese ad ottenere una simile risultato ( a fronte di una media europea del 60%, il nostro Paese ha ricevuto il 79% della dotazione totale, pari a 194,4 miliardi), una nuova iniezione di liquidita che permetterà al paese di realizzare alcune importanti investimenti che stanno spingendo sul motore della crescita soprattutto al sud Italia. “Questa nuova tranche sostiene interventi strategici in settori chiave come pubblica amministrazione, appalti pubblici, economia circolare, gestione dell’acqua, digitalizzazione, energie rinnovabili, contrasto alla povertà energetica, turismo, istruzione, ricerca, innovazione, occupazione, assistenza domiciliare e ricerca medica, con benefici già concreti per cittadini e imprese in tutto il Paese”, ha spiegato il vice presidente della Commissione Fitto annunciando l’erogazione dei 12,8 miliardi.
E proprio sul fronte del sud Italia da registrare anche i risultati record di una altra misura targata Meloni ( grazie al lavoro di Raffaele Fitto, quando era ministro degli affari europei) e cioè la Zes unica, la cui struttura di missione, guidata dall’avvocato Giosy Romano, ha permesso, semplificando le procedure burocratiche e accelerando i processi autorizzativi, di far diventare il mezzogiorno d’Italia la vera locomotiva economica del paese.
Ma anche sul fronte dei consumi e della fiducia delle imprese, il quadro è piu che positivo, come ha commentato anche il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, due giorni fa in un messaggio agli associati «Il 2025, sotto molti profili, consegna alle imprese italiane alcuni segnali che meritano di essere colti con attenzione. Non perché risolutivi, ma perché incoraggianti. I dati sulla fatturazione elettronica mostrano una crescita complessiva dei valori scambiati superiore al 2% nei primi nove mesi dell’anno, con un aumento di oltre 60 miliardi di euro dei fatturati di imprese e professionisti rispetto allo stesso periodo del 2024. È un dato che racconta un tessuto produttivo che ha continuato a lavorare, a produrre, a stare sul mercato, spesso in condizioni tutt’altro che semplici. Dietro quei numeri ci sono imprese vere, scelte quotidiane, investimenti prudenti ma coraggiosi, occupazione e difesa. Allo stesso tempo, il calo dello spread tra Btp e Bund – stabilmente sotto la soglia dei 100 punti base nella parte finale dell’anno – rappresenta un indicatore di fiducia che riguarda l’intero Paese. ”
E poi c’è il fatturato delle imprese e dei professionisti che è in crescita rispetto allo scorso anno, segnando un netto cambio di passo per l’economia italiana, anche grazie a un contesto di politica economica che, pur tra molte cautele, risulta meno restrittivo rispetto al biennio precedente.
Nei primi nove mesi dell’anno, il fatturato di imprese e professionisti registra un aumento complessivo di 63,5 miliardi di euro, pari a una crescita del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Il totale degli incassi sale così da 2.402,7 miliardi a 2.466,2 miliardi di euro, interrompendo la fase di rallentamento osservata lo scorso anno (-32 miliardi da gennaio a settembre 2024) e restituendo un quadro di ripresa più diffusa e strutturata, sostenuta dal progressivo rientro dell’inflazione, da un quadro monetario meno penalizzante e dal dispiegarsi degli effetti delle politiche di sostegno agli investimenti.
Insomma le fosche previsioni di catastrofi imminenti che la sinistra continua a spargere a pieni mani, sembrano, parafrasando Mark Twain, quanto meno fortemente esagerate.










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