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RDC E PIL: TORNA ABUSO DI FUNGHI ALLUCINOGENI ALL’ISTAT?

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Avevamo dimenticato quanto all’Istat dovessero fare abuso di funghi allucinogeni, l’ultima volta risale al 2015:

Ebbene, ci sono ricascati. Su tutti i giornali esce oggi la seguente notizia:

Il reddito di cittadinanza, circa 10 miliardi di euro, ossia uno 0.5-0.6% del PIL, avrebbe un effetto dello 0.2-0.3% sulla crescita, ossia dimezzato:

“… il calcolo dell’impatto del reddito di cittadinanza – che potrebbe spingere il pil di uno 0,2-0,3% “

Sapete cosa significa questo? Ve lo spiego.

Suponiamo che il PIL 2018 finisca con 1640 miliatdi. Il governo da per assodato per il 2019 di fare almeno questo valore (crescita nulla) e ritiene di dover immettere quantomeno 10 miliardi nell’economia (atrraverso spesa a deficit) per sostenere la crescita. Il risultato del 2019 sara:

PIL 2018 + 10 = 1.650!

Chiaro no? Bene, arrivano quelli dell’Istat e vi dicono:

“No guarda, tu immetti 10 miliardi ma il valore finale del PIL sarà PIL2018+10/2=1.645 e non 1.650”

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Ah be! Scusate ma a forza di pensare mi ero addormentato.

E niente! Non riesco proprio a comprendere che diavolo di calcoli abbiano potuto fare.

Ah si!

Certo! Che ingenuo che sono…..deve essere così…… chiunque riceverà il Reddito di Cittadinanza SCAVERÁ UNA BUCA E VI GETTERÀ IL DENARO (invece di utilizzarlo per le proprie necessità):

E si…   deve essere proprio così visto che nel PIL il RDC sarebbe (normalmente) conteggiato più e più e più volte.

Non ci credete?

Seguitemi.

Supponiamo che sia io a percepire quel 10 e a far registrare il PIL al 30 gennaio un aumento di tale importo. Quale cittadino medio, il mio tasso di risparmio è l’8%, pertanto il 92% è la propensione ai consumi (la parte che sono costretto a spendere). Ne consegue che ben 9.2 miliardi io li vado a spendere nell’economia. Di questi 9.2 miliardi, un terzo sono importazioni (che riducono il PIL). Quindi dei 9.2 solo 6.1 saranno conteggiati nell’aumenta del PIL. E già siamo a 16,1 miliardi.

Andiamo oltre. Chi riceve quei 6.1 miliardi ne spende a sua volta il 92% nell’economia, altri 5.6 miliardi di maggiori acquisti, che al netto dell’import sono altri 3.73 miliardi di maggior PIL. E siamo già a 19.83 miliardi.

Al terzo passaggio aggiungiamo poi altri 2.28 miliardi di PIL, al quarto 1.40 e al quinto, al quale per semplicità ci fermiamo, sono altri 0.85 miliardi di euro di PIL.

La somma al quinto passaggio sarà:

PIL 2018+24.36=1.674.36.

La crescita sarà dell’1.47% (24,36/1640) con un deficit ex ante di meno della metà: 10/1650=0.60%.

Visto?

È il magico mondo dei moltiplicatori keynesiani.

Adesso vi piacerebbe conoscere il deficit ex post?

Semplice, poichè le tasse in Italia superano il 50%, d’incremento del PIL genera maggiori entrate per 12.18 euro.

Come come come? Spendo 10 e mi rientrano 12 e rotti?

Si! Funziona cosi! E non da ora, ma da sempre!

Ma poichè all’Istat devono circolare funghi davvero portentosi, ogni tanto si dimenticano che tutti abbiamo studiato e che avendo penna ci accorgiamo delle castronerie che sparano.

Istat, e basta con queste figure barbine!

Ad maiora.


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