Economia
Rapporto 3 trimestre 2013: la Lombardia intravede la ripresa
E’ uscito il Rapporto Unioncamere Lombardia per il 3 trimestre 2013.
La sintesi del Rapporto e’ questa: la Lombardia soffre fortemente le dinamiche nazionali; tuttavia l’industria lombarda, specie grazie all’export, si sta comportando nettamente meglio della media nazionale, e sta intravedendo la fine del ciclo negativo
Qui i DATI DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE; si nota che:
– Negli ultimi 8 anni la produzione industriale Lombarda ha avuto una dinamica in linea con la media europea, nettamente superiore alla media Italiana
– Gia’ da 2 trimestri la Produzione Industriale ha un segno + (mentre quella Italiana e’ ancora saldamente negativa)
La quota di Fatturato estero e’ ormai prossima al 40%, e la quota di imprese con fatturato in crescita ha superato quelle con fatturato in calo dopo 24 mesi.
Gli ORDINATIVI crescono, specialmente quelli esterni
Qui un estratto del Rapporto:
Il terzo trimestre si presenta come fase di stabilizzazione dei livelli produttivi raggiunti nel trimestre scorso. Ad una variazione congiunturale quasi nulla (-0,2%), si associa una variazione tendenziale positiva (+0,6%). Sono positivi gli andamenti del fatturato e del portafoglio ordini, sia congiunturali che tendenziali. Ancora in contrazione i livelli occupazionali, ma con un calo del ricorso alla CIG.
Le aspettative degli imprenditori industriali presentano un miglioramento generalizzato. Se per la produzione, domanda interna e occupazione si tratta di un progressivo avvicinamento al punto di passaggio all’area positiva, per la domanda estera si osserva un rafforzamento di aspettative già positive e in crescita da alcuni trimestri.
Cresce la quota di aziende industriali che registra incrementi dei livelli produttivi (46% contro il 43% dello scorso trimestre). Diminuisce conseguentemente il numero delle aziende con variazioni negative (dal 46% dello scorso trimestre al 41%), che quindi a partire da questo trimestre si ritrovano in minoranza. Si registra anche un incremento della quota di aziende stazionarie, ora pari al 13%.
Il fatturato a prezzi correnti in questo trimestre presenta un andamento più positivo rispetto alla produzione. A fianco di un incremento del 2,7% rispetto al terzo trimestre 2012, si registra un incremento congiunturale destagionalizzato del +1,3%.
La variazione tendenziale degli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese industriali si posiziona nel quadrante positivo indipendentemente dal mercato di destinazione, che influisce ora solo per l’intensità della variazione (+0,9% l’interno e +5,3% l’estero). Lo stesso fenomeno si osserva per il dato congiunturale: +0,4% l’interno e +1,5% l’estero. In netta crescita il portafoglio ordini con più di 60 giornate di produzione assicurata, punto di massimo assoluto degli ultimi 5 anni.
L’occupazione per l’industria ripropone un saldo negativo che però tende ad annullarsi (-0,1%), dopo il peggioramento dello scorso trimestre. La contrazione del saldo negativo è interamente imputabile alla riduzione del tasso di uscita, mentre il tasso d’ingresso rimane stabile. Segnali di distensione anche dai dati sulla CIG, con una riduzione sia della quota di aziende che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione (22%), sia della quota sul monte ore (2,7%).
Altre variabili dell’andamento congiunturale:
- Il tasso d’utilizzo degli impianti si stabilizza a quota 71,6% per l’industria, mostrando un’alta variabilità a livello settoriale con i minerali non metalliferi ancora sotto il 60%; tessile, pelli-calzature e gomma-plastica sotto il 70% e, all’opposto, mezzi di trasporto al 78,9% e alimentari al 75,1%.
- Il livello delle scorte dei prodotti finiti è ritenuto adeguato dal 79% delle imprese industriali, fra le restanti le valutazioni di scarsità superano quelle di esuberanza con un saldo negativo dello 0,8%. E’ del 34% la quota di aziende che non tiene scorte tra le imprese di piccole dimensioni, contro il 16% delle medie e il 13% delle grandi.
- Le scorte di materie prime sono adeguate per il 75% delle imprese industriali, con un saldo negativo tra i giudizi di scarsità ed esuberanza (-2,2%). Per le materie prime la quota di aziende che non tiene scorte è del 10%.
- Rimangono ancora ai minimi le spinte inflazionistiche sui prezzi medi delle materie prime per le imprese industriali (+0,8% la variazione congiunturale), mentre le imprese artigiane segnalano incrementi più consistenti (+2,0%). I prezzi dei prodotti finiti risultano pressoché invariati per entrambe le tipologie di imprese oggetto d’indagine, con una variazione congiunturale quasi nulla per l’industria e leggermente positiva per gli artigiani (+0,4%).
Le aspettative degli imprenditori industriali per l’ultimo quarto del 2013 presentano un miglioramento generalizzato.
By GPG Imperatrice
Mail: [email protected]
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