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“Ragioni di una morte annunciata.” di R. SALOMONE-MEGNA

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Condurre i propri figli, che sono il bene più prezioso al mondo, a scuola, che dovrebbe essere per antonomasia luogo accogliente ed assolutamente sicuro, per poi ritrovarli distesi sul freddo marmo di un obitorio, è quanto di più tragico capiti nella vita di un genitore.

Eppure talvolta accade.

Nella civilissima Milano e precisamente nella scuola primaria “Pirelli”, un bambino di poco più di cinque anni è precipitato nella tromba delle scale, riportando lesioni gravissime che ne hanno causato la morte nonostante le cure tempestive.

Ma questa tragedia sarebbe potuta accadere anche a Catanzaro oppure a Messina o in un qualsiasi altro piccolo paese delle Alpi o dell’Appennino, poiché quanto avvenuto prescinde dal tenore di vita degli abitanti del luogo.

Anche a Benevento, se eventi siffatti non si sono ancora verificati, è perché ci ha protetto la buona sorte.

Non siamo certo dei menagramo e tali affermazioni scaturiscono dalla profonda conoscenza di come funzionano le scuole in generale e come funzionano soprattutto in provincia di Benevento.

Infatti, nella nostra provincia la carenza del personale si somma alla vetustà di molte strutture scolastiche, che ricordiamo devono essere messe a disposizione dai comuni per le primarie e gli istituti comprensivi e dalla provincia per le scuole secondarie di secondo grado.

La carenza parte dai collaboratori scolastici, passando per le segreterie, sino ad arrivare ai docenti di ogni ordine e grado.

Certamente sulle carte tutto è a posto poiché, come affermano gli uffici scolastici regionali, le risorse sono assegnate in base ai numeri dei discenti iscritti.

Ma la realtà è ben altra cosa. Alcuni esempi.

Sappiamo di plessi scolastici articolati su tre livelli e che hanno un solo collaboratore scolastico impegnato nella sorveglianza, oppure di scuole che insistono su di un solo livello, con tre o più porte di accesso, ma sempre con un solo collaboratore dedito alla sorveglianza.

E’ di sesquipedale evidenza che i nostri collaboratori scolastici non hanno i super poteri degli eroi della Marvel, anzi sovente sono avanti negli anni ed alcuni di essi anche affetti da patologie, per cui godono dei benefici della legge 104/92.

Non di rado, in alcuni casi, i docenti devono aprire la propria scuola di servizio a prima mattina.

Questa è la realtà fattuale e con questi presupposti si gioca con la fortuna se non accadono incidenti, poi se va male le conseguenze possono essere gravissime come a Milano.

La situazione si complica ulteriormente in caso di assenze del personale.

Cosa succede nella scuola di tre piani quando si ammala l’unico collaboratore addetto alla sorveglianza?

Si crea una situazione di gravissimo disagio e di pericolo.

La normativa vigente non è di certo d’aiuto.

Infatti, la legge di stabilità del 23 dicembre 2014 n.190 ha stabilito all’art.1 comma 333 il divieto di conferire supplenze al personale docente per il primo giorno di assenza del titolare, ma anche la sostituzione degli altri dipendenti ha subito delle limitazioni importanti e precisamente:

assistenti tecnici: non è mai possibile la sostituzione;


• assistenti amministrativi: è possibile
la sostituzione solo nelle scuole che abbiano un organico con meno di 3 assistenti amministrativi;


• collaboratori scolastici: è possibile la sostituzione dopo i primi 7 giorni di assenza.

La legge finanziaria del 2018 ha mitigato solo in parte questi divieti per cui si può procedere con la sostituzione a decorrere dal trentesimo giorno di assenza ( sic!) per i profili di assistente amministrativo e di tecnico ed a nominare docenti supplenti anche dal primo giorno di assenza del titolare a patto che il dirigente attesti l’impossibilità di garantire il servizio.

Leggendo poi le circolari ministeriali che dispongono tali applicazioni, ben si può cogliere il senso intimidatorio nei confronti dei dirigenti scolastici del tipo” se volete potete nominare, ma è meglio se non lo fate”.

Quanto descritto è la dura realtà, la politica scolastica italiana è fatta dal M.E.F.

Il M.I.U.R. conta quanto il due di coppe quando la briscola è a bastoni!

Per la sciagura di Milano il mondo politico è costernato, tutti sono sinceramente addolorati, ma questo non toglie che la collettività abbia una precisa responsabilità morale di fronte alla morte dello sventurato Leonardo, a prescindere dalle colpevolezze dei singoli che emergeranno in sede giudiziale.

I politici, per dirla alla Greta Thunberg, stanno rubando il futuro ai nostri giovani, nessuno escluso nel momento che licenziano siffatte finanziarie ( rectius leggi di stabilità).

Seguendo la logica dello 0,01% del PIL governanti di turno hanno tagliato con queste disposizioni lì dove non si doveva assolutamente tagliare.

Forse i conti pubblici italiani riceveranno il plauso di Bruxelles, dei vari Moscovicì e Juncher, ma queste scelte economiche hanno rubato al povero fanciullo tutto, gli hanno rubato la vita, oltre a precipitare i genitori e la comunità scolastica nella disperazione più profonda!

I nostri inutili ministri dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca, capaci solamente di roboanti dichiarazioni seguite dal nulla e solleciti a mettere mano alle modalità degli esami di stato per essere menzionati negli annali di Viale Trastevere, dovrebbero, se sono in buona fede, cominciare da questo: chiedere ed ottenere almeno l’abrogazione degli articoli sopra menzionati.

In caso contrario i nostri politici saranno responsabili di altre morti che funesteranno le aule didattiche e saranno per i nostri giovani solo dei “ladri di futuro”!

Raffaele SALOMONE-MEGNA


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