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Euro crisis

(N)EURODELIRI: la Germania, in caso di QE, pretenderà la garanzia dell’ESM

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Guest post di Paolo Cardena’ di Vincitori e Vinti

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Dopo il mio ultimo post sul tema BCE e Quantitative Easing in salsa europea (del quale ne suggerisco la lettura QUI), sempre sullo stesso argomento, vi propongo alcune riflessioni tratte da alcuni post pubblicati nei giorni scorsi sul mio canale Facebook, che potete seguire QUI.

Si parte con questo primo post:

Prima hanno condannato a morte gli strati sociali più deboli (e non solo) dei paesi mediterranei, dicendo che la Bce non può finanziare (direttamente) i debiti pubblici degli Stati.
Quindi hanno regalato miliardi di euro a banche -altrimenti condannate al fallimento- in modo tale che queste potessero comprare debito pubblico da un lato, e dall’altro incassare tonnellate di interessi per sistemare bilanci allo sfascio. Interessi, pagati dai contribuenti appositamente spremuti di tasse.
Tra poco più di un mese si voterà  per le europee, e siccome, anche alla luce del risultato delle elezioni amministrative francesi, temono l’affermarsi di movimenti euroscettici, cambiano strategia.
Quindi, che fanno?
In Italia, per tramite Napolitano, insediano Renzi (non eletto da nessuno, se non in una riunione di condominio) e promettono 80 euro al mese proprio a quegli strati sociali (o  parte di essi) che hanno prima distrutto.  
Poi, riscrivono (a loro piacimento e secondo le loro logiche) le regole di funzionamento della Bce, aprendo all’ipotesi del quantitative easing da 1000 miliardi di euro, fino a questo momento ipotesi tabù, grazie all’ortodossia del monetarismo tedesco. 
Guarda caso, queste due soluzioni arrivano proprio a ridosso delle elezioni europee.
Capolavori di democrazia, si direbbe! Forse, se la Bce avesse adottato (o avesse potuto adottare) questo tipo di soluzione già dal 2011, magari anche le sorti della democrazia sarebbero state diverse, visti gli strattoni che gli sono stati inflitti.

Poi arriva questo 

Si da il caso che, dal 2011 ad oggi, il debito pubblico, nonostante manovre lacrime e sangue varate dai diversi governi che si sono avvicendati, sia salito di circa 200 miliardi. Questo maggior debito è stato assorbito dal sistema bancario italiano, grazie alle aste LTRO messe in campo dalla Bce quasi 3 anni fa.
Si da anche il caso che ad oggi le banche italiane debbano ancora restituire alla Bce qualcosa come 210 miliardi di euro, che dovranno essere rimborsati  entro la fine dell’anno e l’inizio del prossimo.
Se la Bce dovesse fare un QE da 1000 miliardi di euro, e suddividere gli acquisti in base alla partecipazione dei singoli stati al capitale della banca centrale, all’Italia arriverebbero meno di 200 miliardi di euro. Soldi che, a quel punto, non potrebbero giungere all’economia reale, poiché ritornerebbero direttamente alla Bce attraverso la restituzione dei prestiti da parte del sistema bancario. Quindi, de che stamo a parla’?

 

A cui fa seguito questo post:

 Quando si pensa a un possibile QE da parte della BCE, sarebbe appena il caso di ricordare che lo stesso Weidmann, dopo la sua apertura per questo tipo di soluzione, ha precisato che dovrebbero essere acquistati titoli con elevato merito creditizio. Quindi, qualche riflessione al riguardo sarebbe opportuno farla.
Occorrerebbe riflettere anche sul fatto che l’eventuale intervento della Bce dovrebbe essere finalizzato a sbloccare il credito, facendo giungere la liquidità all’economia reale. Cosa che al momento non avviene poiché il sistema bancario, per ragioni già note, osserva grande parsimonia nella concessione di prestiti, oltre ad essere  diffidente sulla solidità della ripresa economica. Quindi, l’acquisto secco di titoli, in mancanza di meccanismi incentivanti tali da veicolare la liquidità a favore degli ultimi prenditori di denaro (famiglie e imprese) non risolverà il problema di fondo.
Da aggiungere anche che le banche, per poter prestare denaro, oltre a ricorrere altri presupposti, dovrebbero poterlo fare godendo di buona salute dal punto di vista patrimoniale e di bilancio. Cosa che al momento non avviene.
 

E poi questo:

Se dovessero fare un QE vero e proprio, dopo aver rinnegato sistematicamente la possibilità di giungere ad una soluzione del genere, perderebbero la faccia. Quindi si inventeranno qualcosa di perverso, idoneo a salvare capra e cavolo. 

 Che faranno?Difficile dirlo. Ma non sarebbe neanche esclusa l’ipotesi di un QE con la Bce che compri titoli garantiti dal fondo salva stati ESMLo stesso Weidmann, qualche giorno fa, ha chiarito che, eventualmente, la Bce dovrebbe acquistare titoli con massimo merito creditizio.


E  questo, che a mio avviso è il più importante:

….Pensateci un attimo. Se il QE dovesse essere di 1000 miliardi, non potrebbe mai essere assorbito da titoli di emittenti privati, o ABS o roba del genere. Quindi, penso che buona parte parte di questi 1000 miliardi saranno destinati l’acquisto di debito pubblico. Ora occorrerebbe capire in che modo possano essere ripartiti gli acquisti tra gli stati: lo faranno in base al peso del Pil di ciascuna nazione rispetto al Pil DELL’EUROZONA? Non credo. Forse lo faranno in base alla partecipazione dei singoli paesi alla Bce. A quel punto la Bce dovrebbe acquistare proquota anche i debiti pubblici di paesi con merito creditizio vicino alla spazzatura. Dovrebbe acquistare Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e via dicendo. Pensate davvero la Bundesbank possa aprire ad una ipotesi del genere senza ottenere nessuna garanzia in cambio? Ci sarebbe anche da considerare un paio di aspetti, non del tutto trascurabili. Il primo è che, nel caso dell’Italia, gli acquisti, di fatto andrebbero a finanziare le banche italiane per importi analoghi a quelli che le banche it devono restituire alla Bce, a fronte dei due LTRO. Quindi immagino che non produrrebbero nessun effetto concreto e sperato sull’economia reale. Il secondo è l’eventuale uscita di un paese membro dall’euro. Poniamo il caso che esca l’Italia o la Francia o chicchessia: la Bce si troverebbe con degli attivi svalutati poiché verrebbero (forse) rimborsati nella nuova valuta adottata dal paese che abbandonerà l’uro. Pensate davvero che la Germania, a quel punto, si accolli la ricapitalizzazione della banca centrale? Per non escludere poi il fatto che, forse, a quel punto, l’euro si disintegrerebbe. Ecco perché penso che Germania, in caso di QE,  pretenderà la garanzia dell’ESM. Tutto qua. E mi pare anche un percorso logico, questo.

In fine, per concludere, questo:

 C’è da aggiungere che, a sfavore dell’ipotesi da me avanzata (cioè quella della garanzia dell’Esm sull’acquisto dei titoli, ndr), ci sarebbe anche da considerare che l’Omt, per quanto non sia stato mai utilizzato, ne uscirebbe comunque depotenziato. Proprio perchè l’Omt prevede l’intervento della Bce sulle scadenze brevi, mentre all’Esm sono riservate le scadenze lunghe. Se l’ESM dovresse garantire il QE, è chiaro che questa eventulità assorbirebbe patrimonio che non potrebbe essere destinato a eventuali interventi successivi dell’Omt, che ne uscirebbe, appunto, depotenziato. Ma forse, a quel punto, diminuirebbe anche l’importanza strategica dell’OMT quale strumento deterrente contro la speculazione, che verrebbe assunta da un BCE più interventista.  


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