Cultura
“questaparte” non compra? “altraparte” non vende.
Le riforme avviate in “altraparte” dal congresso del Partito Comuliberista Cinese (PCC) a fine 2013, inerente un cambio di paradigma economico, volto ad avere una maggiore crescita interna dell’immenso Paese, arriveranno con almeno 5 anni di ritardo.
Prima di prendere una così importante decisione hanno aspettato che il loro esplosivo ciclo economico improntato al 101% sull’export esalasse l’ultimo respiro.
Sia nel 2012 che nel 2013, la loro crescita è stata del 7,8%, segnando le minori performance degli ultimi 30 anni. A molti sembrerà un’enormità quel +7,8%, ma voglio far notare che ancora tutt’oggi il PIL procapite cinese è di appena $ 7500 circa, ben lontano dai 20/22.000 $ che ha il peggior Paese avanzato. Questo cosa significa? Che, semplicemente, a tutt’oggi, la Cina NON potrebbe fare a meno di crescere a doppia cifra per altri 15/20 anni o sino a quando il suo PIL non sarà di $ 28.000 miliardi, ovvero il 180% in più di adesso. Altrimenti “altraparte” rischia l’implosione e l’arretramento a Paese in via di sviluppo. Non lasciamoci incantare dalle loro immense città sfavillanti: i 3/4 dell’immane popolazione cinese arriva a fatica a fine mese, nonostante la loro iper-produttiva giornata lavorativa-tipo preveda 14/16 ore di lavoro, domenica inclusa.
I cinesi, dal loro immenso surplus commerciale hanno tratto un solo beneficio (se così lo possiamo chiamare): la facile possibilità di indebitarsi.
Secondo voi, da dove arrivavano le preoccupazioni sulla fragilità del sistema bancario cinese? Immaginate cosa succederebbe ad aziende con esposizioni debitorie pari a tre volte il loro giro d’affari se la giostra rallenta? Voglio ricordare che il sistema ombra del credito cinese ha fornito $ 7.700 miliardi di liquidità, sotto forma di debito, ovviamente. Debito che, nella maggioranza dei casi, risulterà IMPAGABILE. Chi pensate che sponsorizzi le attività cinesi in giro per il mondo?
Di una cosa sono certo: avranno un bruttissimo risveglio.
Nell’ultimo anno abbiamo visto una tendenza calante dei loro conti economici e malgrado le informazioni manipolate o del tutto mancanti che arrivano a “questaparte”, avevo da tempo lanciato l’allarme.
Un decremento dei consumi energetici planetari, accompagnato dai costi calanti delle materie prime era manifesto già dalla fine del 2011. Questi dati erano evidenti solo a me?
Nel dicembre 2013 abbiamo avuto un preoccupante calo del -30% del Batic-index (indice relativo alle navi cargo che trasportano il 70% della merce in giro per il mondo) e in gennaio l’ente per l’energia olandese ha fornito un report relativo al decremento, anch’esso del -30%,dei consumi di energia attesi nel mondo per il 2014.
Sono di oggi (08 marzo 2014) i dati relativi all’export cinese:
-18,1% su base ANNUA, mentre gli analisti si aspettavano un +6,8%;
-23 miliardi di $$$ di bilancia commerciale, mentre gli analisti si aspettavano +14,5 miliardi;
il solo dato relativo alle importazioni fa segnare un +10,1%, rispetto ad attese di +8%. Ma questo dato positivo non è altro che la conferma di un mio pensiero: hanno ricostituito un minimo di scorte dopo aver svenduto i magazzini a sottocosto in dicembre. Dottor Say docet.
Quello che ha fatto il direttivo del PCC mi sembra tanto l’atteggiamento dell’autista imprudente che, trovandosi con la spia della riserva accesa, si avventura nell’attraversata di un deserto.
La spia della riserva era accesa da tantissimo tempo ma questo autista bugiardo ha detto ai viaggiatori che la sua lancetta segnalava i 3/4 di serbatoio pieno.
Certo, sarà un colpo durissimo per chi pensava che l’oriente avesse già sopravanzato l’occidente. Adesso, le fertili menti che governano il partito comuliberista cinese sono nel panico. Loro, un piano alternativo NON l’hanno. Hanno creduto ciecamente nella legge di Say e in Ricardo e adesso si trovano con una Nazione DEVASTATA dall’inquinamento e che rischia seriamente di scivolare in una miseria che sembrava dimenticata. Non sono mai stati così vicini ad una guerra civile e questa volta non so se basteranno i carrarmati.
Quanto tempo occorrerà per trasformare il loro stupido modello di sviluppo?
Quanto tempo avranno per non far cadere il Paese nell’indigenza?
L’orientamento DEFLATTIVO imposto dalla UE a guida alemanna ha dato i suoi amari frutti. Versailles a questa gente, evidentemente, NON ha insegnato nulla: hanno chiuso qualsiasi via di fuga al nemico.
Cosa si aspettavano succedesse chiudendo di colpo i rubinetti del consumo alla parte più ricca della popolazione mondiale?
“questaparte” non compra, “altraparte” non vende.
Semplice, no?
Cosa sta spedendo il pianeta sull’orlo del baratro?
L’indebitamento, spinto OLTRE OGNI LIMITE, sta diventando impagabile e ha risvegliato Leviathan, il mostro del debito.
Le crisi economiche passate erano caratterizzate da rallentamenti di una determinata zona, corrisposti da incrementi in una determinata altra. Le middle-class dei Paesi avanzati, ora di una parte, ora di un’altra, periodicamente si davano il cambio e tutto si riaggiustava in un lasso di tempo relativamente breve. Tutto ciò accadeva anche in Europa, soprattutto in Europa, dove i cicli economici erano caratterizzati da continue staffette.
Poi, nel 1999, grigi personaggi con veduta troppo corta, accecati da una smisurata bramosia di denaro e di potere, hanno pensato bene che era giunto il tempo di dare una svolta alla voglia SFRENATA di liberismo e ANNULLARONO la legge Glass-Steagall. Una Legge introdotta da Roosevelt nel 1933, dopo che una crisi ben più PICCOLA di quella che ci investirà, mise in GINOCCHIO il mondo.
Quando nel 1999, un sassofonista erotomane, salito da qualche anno al posto di “potere riconosciuto” più alto del globo, firmò l’abrogazione di quella legge l’orgia del debito facile è cominciata.
Nel 2007 gli USA e lo UK accusarono il colpo e ci misero delle pezze, nazionalizzando certi colossi bancari (ma non solo) e lasciandone fallire certi altri, a loro insindacabile discrezione. Il seguito fu una immane svalutazione monetaria (USA+UK= $5000 miliardi negli ultimi 3 anni di nuova moneta immessa tramite i QE) atta a ridare slancio alle loro svilite economie interne in ogni modo.
Nel 2008 la crisi da DEBITO FACILE varca i mari e investe in pieno l’€Uro-pa. Dapprima la Grecia, il Portogallo e l’Irlanda si mettono nelle mani della troyka (bce, fmi e ue), la quale organizza il piano popolar-deflattivo atto alla restituzione coatta dei debiti. Conseguentemente, la super deflazione tocca prima alla QUARTA economia di U€ (Spagna) e poi alla TERZA (Italia). Da corollario a questo sconsolato paesaggio deflatto si aggiungono: Cipro, Slovenia, Malta e la appena annessa Croazia. Anche la Francia vacilla, nonostante tutte le agevolazioni avute dal capo-condomini Germania.
Il decremento di PIL di questi Paesi, benché sostanziale, NON dice tutta la verità. Una verità fatta di CROLLO VERTICALE SIMULTANEO dei CONSUMI da parte di 300/350 milioni di ricchi europei. Ipotizzo che tutta questa gente (tutti noi, in pratica) abbia speso dal 30% al 40% in meno in questi deflatti ultimi 3 anni. Per farsene un’idea concreta basta vedere di quanto sia calato in dette Nazioni il mercato immobiliare, quello automobilistico o vedere i bilanci in forte rosso di una qualsiasi attività imprenditoriale/commerciale/artigiana in uno qualsiasi di questi Paesi. Una cifra da capogiro, assumibile in 300/350 miliardi all’anno di consumi in meno NON potevano che mettere in ginocchio, oltre che le economie interne, il produttore mondiale per eccellenza: “altraparte” Cina, la quale non sta mancando di far sentire il potente contraccolpo ai suoi contoterzisti e fornitori di materie prime.
Voglio mettere altresì in risalto che, a breve, anche la Germania andrà in deflazione. Loro saranno tra gli ultimi poiché i prodotti che esportano sono ad alto valore aggiunto e si rivolgono soprattutto a quella parte limitatissima di ricchi nel mondo.
La DIFFERENZA SOSTANZIALE tra deflazione di “questaparte” e “altreparti” è UNA SOLA: nei Paesi avanzati, consumare il 30/40% in meno, significa rinunciare al superfluo (non cambiare auto o casa, non comprare mobili, vestiti ecc e rinunciare a qualche bella ed esotica vacanza), non intaccando in maniera significativa i BISOGNI PRIMARI, cosa che i 5/7 dei restanti 7 miliardi di abitanti di questo pazzo mondo NON può assolutamente permettersi: la deflazione, lì, si baserà su un MINOR CONSUMO di ALIMENTI ed altri beni PRIMARI.
Da questo ragionamento parte la corsa dei “capitaliliberati” verso le valute forti di zone “stabili”, corsa che metterà a nudo la FRAGILITA’ ESTREMA di un sistema-mondo basato sul DEBITO incontrollato ed incontrollabile. Il debito è importante per far girare l’economia ma con la Glass-Steagall vi erano dei vincoli stringenti, accettati all’unanimità da tutte le Nazioni, atti a tutelare l’anello debole della catena creditizia: il DEBITORE.
Una nefasta serie di eventi farà da corollario alla fine di questo ciclo iperliberista.
Le voci “cassandresche” come la mia resteranno inascoltate: troppe cose bisognerebbe spiegare e alla gente non piace pensare eccessivamente. Molto più facile dir loro che ci sarà la ripresa tra SEI mesi.
Si, SEI mesi dopo morti.
Roberto Nardella
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