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QUEI MESSAGGI TRASVERSALI CHE UN MINISTRO NON DOVREBBE MANDARE, ED I LEGAMI PD E POPOLARE DI VICENZA

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Cari amici

personalmente non credo che la Maria Elena Boschi sia responsabile per il crack del sistema bancario italiano, come direttamente non lo è neppure Renzi. Le responsabilità di questo disastro vanno molto più lontano e da ascriversi a tutti quei poteri (ABI, Banca d’Italia, Prodi, Amato, Ciampi) che hanno sottoscritto senza nessuna remora l’entrata dell’Italia nell’euro ed hanno anche sottoscritto tutte le normative bancarie senza pensare alle conseguenze, assecondati da una classe bancaria cieca e sorda non solo ai bisogni dell’economia, ma perfino delle proprie aziende. Una classe che meriterebbe di scomparire dalle aule di insegnamento, dagli uffici e di essere consegnata direttamente alla casa di riposo, quando non alle carceri, per essere seguita da una Damnatio Memoriae totale.

In questo gioco di distruzione sistematica del sistema economico, sociale e creditizio italiano che va avanti da 30 anni Matteo Renzi e Maria Elena Boschi hanno un ruolo secondario, anzi mi sembra sempre più che la MEB sia utilizzata da Renzi stesso e da tanti altri come un comodo capro espiatorio in grado di attrarre tutte le maledizioni e gli improperi dei risparmiatori depredati e di una pubblica opinione esasperata. Del resto lei si presta bene, con la sua altera arroganza e l’incapacità di autocritica, a questo ruolo di parafulmine. Appare curioso come nessuno abbia notato come Renzi la tenga vicino a se in questi momenti solo per distrarre l’odio collettivo dalla propria figura, scaricandolo sulla vice ministro.

D’altro canto lei riesce benissimo a compiere errori madornali senza bisogno di farsi aiutare da nessuno. Prendiamo ad esempio le sue ultime esternazioni dopo la testimonianza di Vegas:

 

 

Il tono è ambiguo. Il Vice-Ministro sta forse mandando un segnale ad altri esponenti del mondo dell’imprenditoria e dell’informazione ? Si tratta di un  messaggio para mafioso con cui si dice “Attenti, io ho roba per tutti, e se non la piantate inizio a spiattellare”? Perchè questo non sarebbe un comportamento adatto ad un rappresentante del Popolo ed ad un membro del Governo , di qualsiasi nazione. Le cose o si dicono , se ci sono i presupposti rilevanti, o non si dicono, se personali o secondarie, non si mandano i messaggi, quasi a voler ricattare. Non fa parte della logica e non deve far parte dell’etica.

Ciò premesso introduco l’ultima puntata della telenovela BPVI-Renzi.

Abbiamo già narrato che Bonifazi era in contatto con Zonin per la cessione de l’Unità, autentica palla al piede economica del PD, e che Zonin , tramite uomini di fiducia, cercò di interessarsi del problema. Ecco qui che Bonifazi rientra nel discorso come colui che mise in contatto Maria Elena Boschi con Sorato, direttore generale e “Deus ex machina” di BPVI sino al 2015. Ricordiamo che Sorato è visto come centrale nel dissesto della banca perfino da Zonin. Da SMS acquisti agli atti giudiziari risulta che nel 2013 Sorato inviò un messaggio a  Bonifazi, già tesoriere del PD, con le seguenti parole «Complimenti a Matteo e a tutti voi per il grande lavoro che avete fatto». Non solo Bonifazi, in occasione delle primarie PD, invita Sorato a votare, ed a votare Renzi, e il dirigente risponde «Sarà fatto».

Il 30 ottobre 2013 poi Maria Elena Boschi incontra Sorato ed a questo incontro è presente sempre Bonifazi. Il motivo dell’incontro fra la deputata e Sorato non è noto e lei all’epoca non era ancora ministro. Nei mesi successivi vi saranno diversi incontri riservati fra papà Boschi e Sorato, anche perchè è in preparazione la fallita OPA di BPVI su Etruria  del 2014.

Faccio presente che mentre tutti si occupano di Maria Elena Boschi, Bonifazi , tesoriere del PD, siede nella Commissione Bicamerale sulle Crisi Bancarie. Del resto lui conosce il tema molto bene, come abbiamo visto.

 


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