Attualità
QUANDO UNO STATO BLOCCA I PAGAMENTI ELETTRONICI… IL CASO ECOCASH
I regimi non liberali, anzi francamente dittatoriali o genericamente autoritari, sono quelli che vogliono limitare, con varie scuse, l’utilizzo di un determinato mezzo di pagamento. Paradossalmente possono anche cercare di vietare e limitare i pagamenti elettronici, quando questi sono troppo efficienti e rischiano di mettere in secondo piano il denaro FIAT, perché., in tutto il mondo, il denaro FIAT è quello che garantisce “Il pagamento” . cioè l’assolvimento, dalle obbligazioni di pagamento. Se il pagamento elettronico è gestito dal privato lo stato. o la banca centrale, a qualsiasi livello, perdono la capacità di gestire “Il pagamento” e la cancellazione del debito. Ecco perché NON sentite la BCE impazzire per i pagamenti elettronici obbligatori, anzi è completamente contraria al di sotto dei 3000 euro, ma è un discorso che affronteremo separatamente.
In Zimbabwe il governo ha deciso di vietare i pagamenti elettronici che soprattutto attraverso una piattaforma che si chiama EcoCash. In una situazione in cui il dollaro dello Zimbabwe non ha nessuna credibilità nella popolazione, tanto che il cambio ufficiale è 25 , mentre quello “in Nero” è pari a 100, i sistemi di pagamento elettronici hanno avuto un grosso successo. Perfino i titoli alla borsa valori sono preferiti al contate perché, comunque, i titoli azionari anche di una borsa piccola come quella di Harare hanno un “Backing” reale , costituito da quote di aziende (evidentemente non c’è Wirecard….). Però tutto questo viene a minare il “Contante”, la moneta a corso legale, che diventa un orpello. Ecco che allora il governo di Emmerson Mnangagwam teoricamente nato come amico del mercato, ha deciso di ordinare, tramite la Banca Centrale, la chiusura di tutti i sistemi di pagamento elettronici e perfino della Borsa Valore della nazione, visti come “Nemici dello Zimbabwe” perché nemici della valuta a corso legale.
Ecocash, controllato dalla società di telefonia mobile Ecowire, ha deciso invece di un piegarsi all’ordine dello stato ed ha invitato gli utenti a continuare ad operare. Un vero e proprio atto di ribellione che mina le fondamenta dello stato, in questo caso non democratico, ma autoritario. Perché la democrazia si basa sulla possibilità di libera scelta e quanto io la limito, in un senso o nell’altro, comunque la danneggio e devo essere ben certo di averne un vantaggio sicuro e certificato. Altrimenti lascio spazio solo ai demagoghi stile Zimbabwe, perfino in Europa.
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