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Europa

Quando una forza politica vorrà vincere le Elezioni dicendo quello che tutti vedono, cioè che la UE è un fallimento?

Le parole di Mario Draghi sulla “fine dell’illusione” europea trovano una drammatica conferma in un sondaggio di Scenari Economici: un plebiscito contro l’euro e le politiche comunitarie. Con il 36% di astenuti, emerge la domanda: può nascere una forza politica capace di intercettare questo malcontento e puntare alla sovranità?

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” Per anni l’Unione Europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali.Quest’anno sarà ricordato come l’anno, in cui questa illusione è evaporata”. Questo ha detto Mario Draghi al Meeting Di CL, prendendo atto del fallimento completo della UE.

La UE nasce su due colonne: l’Euro, che si è rivelato una zavorra per buona parte dei paesi europei, a vantaggio solo della Germania, e il Mercato Comune, con standard inizialmente logici, quindi sempre più assurdi, burocratici e piegati a logiche esterne. Con l’accordo commerciale USA-UE si ammette che gli standard  non saranno più fissati dalla UE, ma verranno definiti dagli USA, a parte, forse, nei social media, e solo per esercitare il controllo sociale sulla popolazione. La UE è fallita anche nei suoi obiettivi minimi.

Ovviamente questo passaggio è poi seguito da un invito a costruire una UE più potente che prima , passando attraverso il “Debito comune” e poi “Grandi programmi comuni”, come se l’unione dei popoli e la nazione potesse sorgere dall’emissione di titoli di credito e dalla costruzione di qualche strada e qualche ferrovia che, comunque, è costruibile anche con accordi bilaterali e plurilaterali. Anzi il fatto di costruire qualcosa di burocratico, costrittivo, che supera la democrazia minima, limitata, ma presente delle singole nazioni sembra la ricetta per l’ennesimo fallimento.

Un sondaggio lanciato dal nostro canale Telegram, Scenari Economici, ha acceso una luce accecante sul reale sentimento degli italiani verso l’Unione Europea, raccogliendo oltre 3000 voti in una manciata di ore. Alla domanda se l’Euro e le politiche comunitarie abbiano rafforzato l’Italia o prosciugato le sue risorse, la risposta è stata un verdetto drammatico e senza appello: un travolgente 96% ritiene che l’Europa abbia impoverito la nazione. Un dato che non è solo un numero, ma il grido di un popolo.

Questo risultato svela una verità che in molti fingono di non vedere: in Italia esiste una vasta, forse maggioritaria, parte di cittadini che non solo ha perso fiducia nel progetto europeo, ma che ora lo rifiuta attivamente. Questo sentimento non è un’opinione passeggera, ma una profonda disillusione che trova conferma nel desolante dato dell’astensionismo alle elezioni politiche del 2022, dove il 36,2% degli elettori ha disertato le urne, non trovando alcuna forza politica credibile che desse voce al proprio scontento.

Sorge quindi una domanda inevitabile e potente: un partito che osasse mettere al centro del proprio programma, come priorità assoluta e non negoziabile, l’uscita dai meccanismi europei e il ritorno alla piena sovranità nazionale, non potrebbe diventare il catalizzatore di questa marea di elettori sfiduciati e amareggiati? Non sarebbe questa la mossa in grado di rompere lo stallo politico che paralizza l’Italia, trasformando milioni di astenuti in una forza di cambiamento attiva e determinante?

L’opportunità politica è gigantesca. Resta da vedere se tra le forze politiche già presenti in Parlamento – che hanno il vantaggio di non dover affrontare l’ostacolo della raccolta firme – qualcuna avrà il coraggio e la lungimiranza di cogliere questo messaggio. Offrire un’alternativa chiara e, soprattutto, credibile a chi non si sente più rappresentato potrebbe non essere solo una strategia politica, ma l’unica via per dare finalmente voce a quella maggioranza silenziosa che oggi si sente tradita e ignorata.

E tu cosa ne pensi?

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