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QUANDO NAPOLITANO DICEVA “NO” ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE!

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso della Fireside chat con il Professor Weiler, presso la New York University, il 30 marzo 2011. ANSA / PAOLO GIANDOTTI - UFFICIO STAMPA QUIRINALE ++HO - NO SALES - EDITORIAL USE ONLY++

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso della Fireside chat con il Professor Weiler, presso la New York University, il 30 marzo 2011. ANSA / PAOLO GIANDOTTI – UFFICIO STAMPA QUIRINALE ++HO – NO SALES – EDITORIAL USE ONLY++

Non è giusto modificare la costituzione a colpi di maggioranza“. “Vecchia la Costituzione? Per gli americani è giovane la loro dopo 200 anni…“. “Pericolosi troppi poteri al Premier“.

No, non sono le dichiarazioni del M5S o della Lega o di Fratelli d’Italia, e neppure quelle di Zagreblevski o di altri costituzionalisti del fronte del NO: sono le frasi riportate di un’intervista a Rai 3 del 2006 dette da Giorgio Napolitano, come riportate oggi dall’edizione cartacea del Fatto Quotidiano.

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La riforma era quella del Senato e del procedimento legislativo voluta da Berlusconi, molto simile a quella attuale del Governo Renzi. Sentite poi cosa diceva l’ex Presidente della Repubblica il 15 novembre 2005 al Senato:

…”Il contrasto che ha preso corpo in Parlamento da due anni a questa parte e che si proporrà agli elettori chiamati a pronunciarsi prossimamente nel referendum confermativo non è tra passato e futuro, tra conservazione e innovazione, come si vorrebbe far credere, ma tra due antitetiche versioni della riforma dell’ordinamento della Repubblica: la prima, dominata da una logica di estrema personalizzazione della politica e del potere e da un deteriore compromesso tra calcoli di parte, a prezzo di una disarticolazione del tessuto istituzionale; la seconda, rispondente a un’idea di coerente ed efficace riassetto dei poteri e degli equilibri istituzionali nel rispetto di fondamentali principi e valori democratici.”

E nel discorso di investitura come PdR affermava decisamente

“Un risoluto ancoraggio ai principi costituzionali non può essere scambiato per semplice conservatorismo. L’unità costituzionale è il sostrato dell’unità nazionale”

Ecco, cambiare opinione è lecito, per carità, ma fa un po’ specie che a dire queste assolutamente condivisibili parole sia lo stesso che adesso dichiara: “Mi offende chi dice di votare no per difesa Costituzione“…


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