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Quando la Sinistra predica bene e razzola male: Spagna, fondatore di Podemos accusato di Molestie e sospeso dall’Università

Juan Carlos Monedero, fondatore del partito di sinistra Pdemos, attualmente al governo, è stato accusato da una sua studentessa di molestie e sospeso dall’università. Eppure tutti sapevano dei comportamente particolari del docente..

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L’Università Complutense di Madrid, tempio del sapere e baluardo progressista, è scossa da un terremoto interno. Il sisma ha un nome e un cognome: Juan Carlos Monedero, professore di Scienze politiche, co-fondatore di Podemos e, adesso, ufficialmente sotto inchiesta per molestie sessuali. La notizia, deflagrata come una bomba mediatica, ha scoperchiato un vaso di Pandora all’interno dell’ateneo madrileno, e non solo.

Monedero, figura di spicco della sinistra spagnola, volto noto dei dibattiti televisivi, paladino dei diritti e teorico della democrazia partecipativa, si ritrova oggi al centro di un uragano di accuse.

Una studentessa, tramite l’Unità per le pari opportunità dell’università, ha formalizzato una denuncia per molestie sessuali, aprendo un fascicolo informativo riservato.

L’istituzione, ineccepibile nel suo approccio formale, ha avviato il protocollo interno previsto per questi casi. La procedura, ci dicono, è confidenziale, ma i pettegolezzi, quelli no, non lo sono affatto.

L’ironia, amara come un caffè bruciato, è che Monedero, esponente di una forza politica nata per rinnovare la moralità pubblica e strenua difensora dei diritti delle donne, si ritrovi impantanato in una vicenda che stride fragorosamente con i principi sbandierati. E la tempistica, poi, è un capolavoro di cinismo. La notizia irrompe sulla scena pubblica ad appena un giorno di distanza dalla pubblicazione di un audio compromettente di Sergio Gregori, co-fondatore di Canal Red (la televisione di Pablo Iglesias), nel quale si raccolgono testimonianze di presunte violenze sessuali da lui commesse. Un caso tira l’altro, verrebbe da dire, in un inquietante domino di scandali a sinistra.

Universitat Complutense

Il vero scandalo, forse, non è tanto la denuncia in sé – la cui veridicità è ancora tutta da accertare e che ci auguriamo venga chiarita in tempi rapidi e con la dovuta serietà – quanto l’aria che tira nei corridoi dell’università.

Le testimonianze degli studenti, raccolte con una facilità disarmante, dipingono un quadro sconcertante di normalizzazione” dell’anomalia. Sembra che “tutti sapessero”, professori, direzione della facoltà, studenti stessi. Anni fa, racconta un ex alunno, furono imposte delle “norme” a Monedero: niente incontri a porte chiuse con le studentesse, porta aperta durante le revisioni degli esami. Misure palliativo, evidentemente insufficienti a placare un disagio serpeggiante.

“Se hai Monedero come professore, sai dal primo giorno che se sei uomo non devi preoccuparti, ma se sei donna, cerca di non restare sola con lui e a lezione vestiti il più coperta possibile, anche se fa caldo”, confessa con candore rassegnato una studentessa. Parole che gelano il sangue, e che rivelano una consapevolezza diffusa e inquietante, quasi come se la facoltà avesse interiorizzato il problema, relegandolo a folklore locale, a “caratteristica” del personaggio, piuttosto che affrontarlo di petto.

La facciata femminista dell’università, tappezzata di manifesti e graffiti lilla, stride ancora di più con la sordità denunciata dagli studenti. “A cosa serve il ‘punto viola’ in questa università se ignorano da anni questo tipo di accuse?”, si chiedono, disillusi. E pare che anche alcune docenti, in conversazioni informali, abbiano ammesso le “stranezze” di Monedero. Un silenzio complice, o quantomeno omertoso, che pesa come un macigno sull’immagine dell’istituzione.

Podemos allontana il docente

Podemos, dal canto suo, ha comunicato di aver “allontanato” Monedero dalle attività del partito già nel settembre 2023, non appena venuti a conoscenza di “testimonianze di violenza sessuale”. Una mossa tardiva e un po’ pilatesca, che suona più come una presa di distanza preventiva che come un’ammissione di responsabilità. Anche Sumar, la nuova formazione a sinistra, esprime “solidarietà ed empatia” e auspica che “questi eventi vengano indagati e chiariti”. Formule di circostanza, che lasciano il tempo che trovano.

La verità è che questa vicenda, al di là della responsabilità personale di Monedero che la giustizia dovrà accertare, solleva un problema più ampio e profondo: quello dell’ipocrisia di una certa sinistra che predica bene e razzola male, che si riempie la bocca di diritti e uguaglianza, ma poi, tra le mura domestiche o accademiche, si rivela incapace di applicare i principi che proclama. E l’università, da luogo di formazione e emancipazione, rischia di trasformarsi in teatro di un’inquietante normalità, dove le molestie diventano un “segreto di Pulcinella”, tollerato e sussurrato, ma raramente denunciato e punito.

A completare l’ironia, Monedero è anch autore del libro “Corso Urgente di Politica per Gente Decente”. Un titolo che, viste le accuse, appare un po’ particolare.


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