Seguici su

Attualità

QUANDO IL POPOLO È UNITO, NON V’ È CONFRONTO AL MONDO (di Carlo Botta)

Pubblicato

il

 

Vorrei sintetizzarvi un avvenimento che ha dato origine ad uno scatto d’orgoglio che ha riguardato l’intera nazione, l’Italia. Una ritrovata dignità nazionale che ha cambiato la storia del nostro Paese e buona parte del mondo.

La vicenda si lega ad una miniera di carbone in Belgio, la terra che oggi ospita l’epicentro della U€.

Negli anni ’50 l’Italia ancora non si era del tutto ripresa dai nefasti dalla seconda guerra mondiale. Molti italiani migrarono all’estro contribuendo a far crescere realtà di altri paesi. In Belgio come in gran parte del nord Europa non era raro imbattersi in cartelli esposti fuori dai palazzi con scritte del tipo “Non si affittano case agli italiani!!!”.

Nonostante tutte le avversità “razziste”, i nostri connazionali si facevano valere, lavoravano duro e si guadagnavano fino all’ultimo centesimo con sudore e ingegno.

In Belgio molti figuravano nelle miniere di carbone. Gli italiani venivano trattati come bestie disumane, ammassati come polli in delle gabbie che i belgi si ostinavano a chiamare montacarichi; turni massacranti, senza alcun tipo di tutela e sicurezza, tant’è che morti e feriti erano all’ordine del giorno.

Nonostante gli italiani denunciassero ogni dì le carenti condizioni di lavoro, i belgi mostravano quasi sempre strafottenza se non infamia verso i nostri padri, ai dinieghi seguivano spesso licenziamenti a raffica verso chi osava lamentarsi.

8 Agosto 1956, miniera Bois du Cazier di Marcinelle, una scintilla elettrica diede origine ad un rogo infernale incendiando olio ad alta pressione. Dei 275 minatori sopravvissero al disastro solo in 13.

Nel disastro 262 operai furono drammaticamente arsi vivi ed erano quasi tutti italiani. In Italia la notizia devastò in modo drammatico l’intera nazione, fu più angosciante addirittura di molti degli eventi legati alla grande guerra recentemente consumatasi.

Ma la rabbia iniziale si trasformo in scatto d’orgoglio.

In un successivo comizio in Italia si sollevò all’unisono un coro dalla folla colorata del nostro tricolore «Mai più oltraggiati, mai più disonorati, noi siamo Italiani!!»

In quell’anno, nonostante l’ostruzionismo della sinistra di allora, in Italia si stava avviando il cantiere dell’autostrada A1 che collegava Milano a Roma e attraverso l’Autostrada del Sole fino a Napoli. Gli americani volevano essere loro i protagonisti dell’opera viaria più ambiziosa al mondo, ritenendo gli italiani non all’altezza. In nessun altro paese al mondo esisteva un’opera del genere. L’Italia mise in campo le risorse migliori. Coordinati dall’ing. Fedele Cova (AD Soc. Autostrade), si movimentarono ingegneri, architetti, chimici, fisici e altri specializzati attingendo dal gruppo statale IRI e dall’organico migliore al mondo: Finmeccanica, vennero inoltre coinvolte le collaborazioni di: Fiat, Italcementi, Pirelli e molte altre eccellenze nazionali.

Cacciammo gli americani dal progetto, rinunciando anche ai loro finanziamenti e, in barba allo scetticismo degli stati europei, l’Italia si avviò a creare la prima opera pubblica finanziata con Titoli Pubblici Finalizzati. L’opera prevedeva 751 km di autostrada (non a pagamento) con la necessità di coordinare centinaia di cantieri contemporaneamente su tutto il territorio per realizzare 853 ponti, 2500 sistemi di drenaggio, 572 cavalcavia, gallerie e tanto altro.

L’opera vantò la spinta e l’orgoglio dell’intera nazione e, in appena 8 anni fu inaugurato l’intero tratto, tutti i 751 km. L’America impallidì, come anche gli stati europei (in particolare il Belgio e la Germania). L’unica nota stonata fu la prima pagina de L’UNITÀ del 4 ottobre 1964, giorno in cui Aldo Moro celebrò il taglio del nastro, il titolo del giornale del Partito Comunista recitava “Abbiamo un’autostrada ma non sappiamo cosa farci”

Ebbene, la A1 fu il trampolino di lancio che rese l’Italia una potenza economica mondiale, consolidando le posizioni tra la quarta e quinta potenza, superando addirittura il Regno Unito; questo fino all’arrivo dello SME e al disastroso e successivo Euro.

Resto disgustato quando in TV sento propagandisti filo €urocratico che per giustificare questa austerità “artificiale” affermano che «l’Italia ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità». Mi spiace ma questi eventi sono per l’Italia la normalità e li abbiamo sempre realizzati con successo finché eravamo liberi di esprimere le nostre potenzialità, cosa che oggi ci viene criminalmente impedito. La grandezza dell’Italia sta proprio nel fatto che nonostante vi siano poteri avversi che ci depredano e danneggiano da oltre 40‘anni, siamo ancora vivi ed abbiamo altresì margini e forza per risollevarci. Viva l’Italia.

Guardate il video, a me emoziona ogni qualvolta che lo guardo.

Carlo Botta

Twitter: @BottaAdv


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito