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Quando i cd. “riformatori” rischiano di fare disastri: il caso di Beppe Grillo, la riforma della prescrizione e la giustizia italiana (che funziona peggio di quella Thailandese?)

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www.mittdolcino.com – Mi sono molto interrogato sulla liceità dei proclami dei sovranisti in mezza EUropa, sia quelli dei gilet gialli – che capisco -, sia quelli italiani stile gialloverde – più ambigui -. Chi scrive ritiene che il relativismo imperante sia il problema, ossia l’assenza di punti fermi da cui dipanare un’azione veramente riformatrice quale correttivo di una società capitalistica che ha raggiunto ormai i suoi limiti. Per limiti intendo quelli “ufficiali”, partendo da quelli indicati da uno dei padri del capitalismo, J.M.Keynes: l’impossibilità di controllare (e limitare) l’accumulo di ricchezza in mano a pochi ed il controllo della disoccupazione.

Oggi ci siamo, i limiti del capitalismo sono stati raggiunti. Aggiungiamoci le borse che ormai sono manipolate dalla banche centrali e dai governi – togliendo l’unico strumento redistributivo “di mercato”,  in quanto le crisi di borsa fanno perdere le elezioni – e capiamo i motivi che hanno portato ai movimenti sovranisti dei nostri giorni, una genesi simile alle 5 Giornate di Milano o a Masaniello a Napoli (movimenti che una volta scoppiavano, in presenza di masse mediamente ignoranti e senza cultura, semplicemente per causa di tasse troppo alte). Vale menzionare anche l’assenza dell’ultimo effetto pacificatore, un’inflazione moderata (che allevia l’onore dei debitori ed erode il patrimonio dei creditori), ormai azzerata dalle banche centrali, guarda caso a favore sempre delle solite elites arricchite a dismisura – grazie ai limiti del capitalismo – e capiamo quanto grave sia la situazione. …

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