Difesa

Putin tende la mano a Trump: “Tregua” di un anno sul nucleare per evitare nuove corse agli amamenti

Putin spiazza tutti: offre a Trump una tregua sul nucleare. Un anno in più per il trattato New START per fermare la corsa agli armamenti: ecco cosa significa e perché è una mossa cruciale.

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In una mossa che sa tanto di pragmatismo quanto di calcolo strategico, il presidente russo Vladimir Putin ha offerto agli Stati Uniti di Donald Trump un’estensione temporanea dell’ultimo grande trattato sul controllo degli armamenti nucleari, il New START. La proposta, messa sul tavolo durante una riunione del Consiglio di Sicurezza russo, è semplice: congelare tutto per un anno, a patto che Washington faccia lo stesso, per darsi il tempo di negoziare con più calma.

L’obiettivo dichiarato da Putin è quello di “prevenire una nuova corsa agli armamenti”, uno scenario che, a suo dire, si fa sempre più concreto. “Purtroppo, la stabilità strategica continua a degradarsi”, ha affermato il leader del Cremlino, puntando il dito contro un insieme di fattori che aggravano i rischi esistenti e ne creano di nuovi.

Secondo la visione russa, il problema principale risiede nello smantellamento progressivo di quasi tutti gli accordi sul controllo degli armamenti stipulati durante la Guerra Fredda. “Passo dopo passo, il sistema di accordi sovietico-americani e russo-americani sul controllo dei missili nucleari è stato quasi completamente demolito”, ha dichiarato Putin, attribuendo la responsabilità di questa erosione alle “azioni distruttive dell’Occidente”.

Nonostante l’offerta di dialogo, Putin non ha mancato di lanciare un messaggio di forza, quasi a voler negoziare da una posizione di parità. “Nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che la Russia è in grado di rispondere a qualsiasi minaccia esistente o emergente”, ha sottolineato, precisando che i piani di difesa del paese vengono attuati “integralmente e tempestivamente”.

RS-28 Sarmat SATAN

Cosa prevede il trattato New START?

Il New START, che scadrà a febbraio 2026, rappresenta l’ultimo pilastro dell’architettura di controllo nucleare tra le due maggiori potenze atomiche. Ecco i suoi punti chiave:

  • Limiti: Impone un tetto massimo di 1.550 testate nucleari dispiegate per ciascuna parte.
  • Vettori: Limita a 700 il numero di missili balistici intercontinentali (ICBM), missili lanciati da sottomarini (SLBM) e bombardieri pesanti attrezzati per armi nucleari.
  • Storia: Firmato nel 2010 dalle amministrazioni Obama e Medvedev, è il successore dello storico trattato START I del 1991.
  • Crisi Recente: La sua applicazione è entrata in crisi nell’agosto 2023, quando gli USA hanno accusato la Russia di violare il trattato impedendo le ispezioni in loco. Per tutta risposta, Washington ha bloccato le ispezioni russe sul suolo americano, incrinando ulteriormente la fiducia reciproca.

L’offerta di Putin, per quanto temporanea, rappresenta un segnale significativo in un contesto globale teso, segnato dal conflitto in Ucraina. Una proroga di un anno consentirebbe di superare l’incertezza delle elezioni e di aprire un canale negoziale serio. Resta da vedere se la Casa Bianca coglierà questa opportunità o se il mondo dovrà prepararsi a un futuro senza limiti formali agli arsenali nucleari, per la prima volta da decenni. La palla, ora, è nel campo di Washington, che però gioca a tre: la dissuasione USA non è solo rivolta verso la Russia, ma anche verso la Cina. Se anche Trump concedesse l’anno di moratoria , sicuramente vorrebbe coinvolgere anche la Cina nella trattativa complessiva.

Il Missile ICBM Sentinel, che dovrebbe sostituire Minuteman III, e il cui numero complessivo rientra nel trattato

Domande e Risposte per il Lettore

1. Perché Putin fa questa offerta proprio adesso?

La tempistica è strategica. Il trattato New START scade a febbraio 2026 e i negoziati per un rinnovo richiedono molto tempo. Offrendo un’estensione di un anno, Putin crea una finestra temporale che scavalca le imminenti elezioni e le successive fasi di assestamento di una nuova amministrazione. È un modo per mettere la palla nel campo americano, mostrando un’apparente volontà di dialogo e, allo stesso tempo, guadagnando tempo prezioso per valutare le future mosse di Washington senza la pressione di una scadenza imminente.

2. Cosa succederebbe concretamente se il trattato New START scadesse senza un rinnovo?

Senza il New START, per la prima volta in oltre 50 anni, non esisterebbero limiti legali verificabili agli arsenali nucleari di Stati Uniti e Russia. Questo potrebbe innescare una nuova corsa agli armamenti, con entrambe le nazioni libere di aumentare il numero di testate e vettori. Aumenterebbero la sfiducia e il rischio di errori di calcolo, rendendo il mondo un posto significativamente più instabile e pericoloso. Verrebbe a mancare anche il sistema di ispezioni reciproche, un elemento cruciale per la trasparenza e la prevedibilità strategica.

3. Questa offerta può essere considerata un segnale di debolezza da parte della Russia?

Difficilmente. L’offerta è stata accompagnata da dichiarazioni molto nette sulla capacità di difesa della Russia, un modo per sottolineare che la proposta non nasce da una posizione di debolezza. Anzi, può essere interpretata come una mossa da attore pragmatico che, pur mostrando i muscoli, riconosce i pericoli di un’escalation incontrollata. Per il Cremlino, stabilizzare il fronte nucleare potrebbe essere utile per concentrare risorse e attenzione su altri teatri strategici, come quello ucraino, presentandosi al contempo come una potenza responsabile sulla scena globale.

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