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Putin deciderà entro ore se riconoscere o meno le repubbliche secessioniste. Potrebbe essere il punto di rottura

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A seguito di una riunione del Consiglio di sicurezza russo, il presidente Vladimir Putin ha annunciato che deciderà entro  oggi se riconoscere le due repubbliche separatiste autodichiarate di Donetsk e Lugansk nella regione del Donbass in Ucraina, dilaniata dalla guerra.

Intervenendo al termine della sessione, durante la quale i ministri del governo e il capo delle agenzie di sicurezza del Paese hanno affermato che la situazione umanitaria oltre confine è in peggioramento, Putin ha affermato che “ho sentito le vostre opinioni. Una decisione verrà presa oggi”, prima di terminare l’incontro. La Duma ha già approvato la misura.

Tra i membri del consiglio che chiedevano al Cremlino di sostenere il riconoscimento dei territori in mano ai ribelli c’era il ministro della Difesa Sergey Shoigu, che ha affermato che armi nucleari tattiche potrebbero essere dispiegate dalle forze governative ucraine e ha affermato che Kiev si sta preparando a risolvere la situazione di stallo in l’est del paese con la forza.

Anche il principale diplomatico del Paese, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, ha appoggiato le richieste di affermare la sovranità di Donetsk e Lugansk, sostenendo che gli Stati Uniti ei loro partner in Europa stanno alimentando la crisi. “Non vedo altro modo”, ha detto. “Per quanto riguarda l’offerta all’Occidente di due o tre giorni per tornare in sé, è una questione di gusti, ovviamente, ma di certo non cambierà la sua posizione”, ha affermato il massimo diplomatico.

Chiaramente il riconoscimento delle repubbliche di Donesk e Lugansk sarebbe una secca provocazione nei confronti dell’Occidente, della NATO, e una violazione degli accordi di Minsk. Inoltre il riconoscimento aprirebbe la strada alla sostituzione delle truppe “Volontarie” del Donesk con soldati regolari di Mosca, e, soprattutto, con il relativo armamento. L’Ucraina non potrebbe farci molto, nel brevissimo periodo, ma la già accesa disputa  per la Crimea verrebbe raddoppiata.  D’altro canto il fatto che il ministro della difesa e quello degli esteri appoggino la domanda può lasciare a Putin la possibilità di intervenire come pacificatore nei confronti, apparentemente, degli elementi più aggressivi del suo governo.

 


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