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Prometeia nel Rapporto di previsione sull’economia italiana vede segnali positivi dal 4 trimestre

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Prometeia ha presentato il Rapporto di Previsione (Luglio 2013) sulle prospettive di breve-medio termine dell’economia internazionale e italiana.

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  • Le esportazioni aiuteranno l’economia italiana ad uscire dalla recessione nel 2014

  • Riprendono gli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto

  • Gli incentivi fiscali frenano il ridimensionamento degli investimenti in costruzioni

  • Disoccupazione al 12,7% a metà del 2014

Quando alla fine di giugno il governatore della Fed ha chiarito le modalità operative di un fatto già ben noto — il rientro dalle politiche monetarie estremamente espansive una volta che le condizioni economiche lo consentano — il rialzo dei rendimenti a lungo termine che ne e seguito ha portato con se anche un ampliamento dello spread sui titoli sovrani italiani, a segnalare quanto la nostra economia sia ancora fragile e suscettibile alle vicende internazionali anche non direttamente legate ad essa. Sotto questa luce, quindi, è evidente come il cammino che la nostra economia ha davanti rimane sul filo del rasoio, nonostante gli ultimi mesi abbiano confermato che il grande sforzo compiuto per riportare sotto il 3% l’indebitamento/Pil sta rappresentando una sorta di “pilota automatico” per la conduzione dell’economia italiana, quantomeno nella considerazione degli investitori esteri. Consolidare questo risultato ritornando a crescere e la sfida degli anni a venire.

Il 2013 è iniziato con un’altra, pesante, caduta di attività economica (-0.6% il Pil, – 0.5% la produzione industriale) e le informazioni disponibili fanno ritenere che tale caduta proseguirà fino a tutta l’estate, anche se con intensità via via minore. Complessivamente la caduta del Pil nel corso di quest’anno dovrebbe essere pari all’1.9% (con una prima variazione positiva nell’ultimo trimestre) contro il -2.4 del 2012 e in vista dell’aumento dello 0.7% nel 2014. La crescita del Pil potrebbe superare l’1% nel 2015 e attestarsi all’1.5% nel 2016 riflettendo un contributo della domanda interna nell’ordine di 1 punto percentuale.

Mentre nel secondo trimestre dovrebbe essersi ridotto il contributo negativo degli investimenti in costruzione (in concomitanza con quella che si riteneva sarebbe stata la scadenza degli incentivi), nel terzo sarà l’avvio di una ripresa delle esportazioni e una attenuazione del ritmo di contrazione dei consumi a guidare, molto lentamente, l’economia italiana fuori dalla recessione. Fondamentale sarà l’allentamento dei vincoli alla liquidità di famiglie e imprese sia col contributo del sistema bancario sia con l’avvio del pagamento degli arretrati da parte delle amministrazioni pubbliche. Uscita dalla recessione che potrà materializzarsi nel quarto trimestre dell’anno, quando gli investimenti si uniranno alle esportazioni tornando a salire. Nel frattempo la ricostituzione dei magazzini avrà ripreso a fornire un contributo positivo alla crescita.

Quanto alla domanda interna, la politica fiscale non potrà mutare la sua intonazione restrittiva ma l’uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi consentirà di raggiungere l’obiettivo di equilibrio nel saldo strutturale, vincolo oramai inserito in Costituzione, con più lentezza di quanto prefiguravano i passati Programmi di Stabilità. Sia quest’anno che nel 2014 l’indebitamento netto delle Ap rimarrà nell’intorno del 3% e solo nel 2016, a ripresa avviata, potrà scendere sotto al 2%.

La crescita dell’economia italiana ritornerà, dopo il 2014, a superare l’1%, trainata dalla domanda internazionale, da un ciclo degli investimenti che si manterrà comunque modesto, sia per il livello molto basso raggiunto dal grado di utilizzo degli impianti industriali sia per l’elevato stock di costruzioni inutilizzate, dal ritorno alla crescita della spesa delle famiglie. Per queste ultime, si imporra la necessita di destinare gli incrementi di reddito anche a ricostituire parte del risparmio e della ricchezza erosi durante gli anni di crisi: tornerà quindi a scendere la propensione al consumo dai livelli massimi raggiunti nel 2012. L’occupazione smetterà di cadere nel 2014, gradualmente rientreranno al lavoro parte dei cassintegrati, si tornerà ad assumere ma, come accaduto nelle recessioni passate, saranno necessari molti anni perché la disoccupazione torni al livello pre-crisi. Non sarà sufficiente l’orizzonte di previsione, al termine del quale vi saranno ancora 500 mila occupati in meno rispetto al 2007 e il tasso di disoccupazione sarà ancora oltre l’11%. 

Esportazioni

L’andamento delle esportazioni presenta una caduta dell’1.9% nel primo trimestre di quest’anno, anche per la forte flessione della componente dei servizi. Per le merci, la flessione è risultata più contenuta (-1%); essa è riconducibile al protrarsi della debolezza delle vendite nei paesi europei e alla minore espansione nell’aree extra europee. Nei mesi più recenti tale caduta sembra arrestarsi sia nei dati di origine doganale, sia nei giudizi delle imprese sull’andamento degli ordini dall’estero. In ogni caso, l’aspetto principale dell’evoluzione macroeconomica nel corso del 2013 è costituito dal quasi azzeramento del contributo alla crescita del Pil da parte delle esportazioni, la cui crescita dovrebbe passare dal 2.2% del 2012 allo 0.1% del 2013, per ritornare su valori nell’intorno del 4% negli anni successivi. In tal modo le esportazioni svolgeranno ancora una volta la funzione di traino per l’uscita da una fase recessiva.

Investimenti

E’ probabile che la fase di aggiustamento degli investimenti prosegua fino al terzo trimestre, pur con intensità decrescente, prevalendo gli effetti di un modesto clima di fiducia, di ancora incerte prospettive per la domanda e di sfavorevoli condizioni di finanziamento. Il previsto rafforzamento della domanda estera dovrebbe però favorire la ripresa dell’attività di accumulazione nel quarto trimestre dell’anno in corso. Essa si consoliderebbe nel periodo successivo con il miglioramento della domanda interna, traendo beneficio oltre che dal pagamento dei debiti delle Amministrazioni pubbliche anche dal miglioramento delle condizioni di finanziamento interno. Dopo il calo del 7.3% che Prometeia stima per la media dell’anno in corso e che porta a una diminuzione quasi del 17% rispetto ai livelli del 2010, gli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto risulterebbero la componente più dinamica della domanda interna, con un incremento che potrebbe superare, in media, il 3% annuo.

Prometeia ritiene probabile che la proroga e il temporaneo potenziamento degli incentivi fiscali agli interventi riguardanti la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica degli edifici possano frenare il ridimensionamento degli investimenti in costruzioni residenziali soprattutto nella seconda metà del 2013. Ciò consentirebbe di contenere nel 5.3% la caduta di questa componente degli investimenti (-6.3% nel 2012). La fase di aggiustamento potrebbe concludersi nel corso del 2014, portando a un livello degli investimenti in edilizia residenziale inferiore del 25% circa ai massimi pre-crisi. 

Occupazione

Le misure appena varate dal governo, pur se limitate nella dimensione e nell’impegno finanziario, vadano nella giusta direzione di favorire l’occupazione di giovani e di persone che giovani non sono ma che hanno perso il lavoro. Ma il problema del mercato del lavoro è in questo momento soprattutto un problema di carenza di domanda, di fronte alla quale l’incentivo monetario o la flessibilizzazione rischiano di avere una efficacia limitata. Con un orizzonte più lungo, è opportuno che si prosegua sulla strada intrapresa, riducendo ulteriormente la segmentazione del mercato del lavoro tra lavoratori protetti e non, e potenziando gli strumenti per la formazione dei giovani e dei disoccupati.

Nel frattempo, l’evoluzione dell’occupazione continuerà a essere dominata dalla debolezza del ciclo economico. L’attenuazione nel corso dell’estate del ritmo di contrazione del Pil e l’inversione di segno che Prometeia prevede per il finire dell’anno allenteranno la morsa sul mercato del lavoro ma non impediranno ulteriori perdite di occupazione. Il mercato del lavoro reagisce con ritardo alla domanda, gli incentivi potrebbero aumentarne l’elasticità ciclica e permettere un arresto della caduta delle unità di lavoro standard in corrispondenza alla ripresa del Pil, nel quarto trimestre dell’anno. In questa seconda fase recessiva, iniziata a metà del 2011, sarebbero dunque andate perse 780 mila unità di lavoro. La caduta delle posizioni lavorative proseguirà ancora per qualche trimestre poiché, in un primo stadio, il recupero avverrà reimpiegando lavoratori posti precedentemente in Cig. Processo che si interromperà nella seconda metà del prossimo anno, portando a -500 mila il bilancio della recessione in termini di addetti.

Pure nell’ipotesi che non si ripeta il fenomeno del 2012 e che dunque l’offerta di lavoro rimanga sostanzialmente invariata rispetto ai livelli attuali, il tasso di disoccupazione continuerà a salire e potrebbe raggiungere il 12.7 % a metà del prossimo anno.

 

By GPG Imperatrice

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