Attualità
PROGETTO BENEDUCE, MENICHELLA E SARACINO PER I MALI ATAVICI ITALIANI: AVERE E MANTENERE UNA MONETA DEBOLE!! (di Marco Santero)
Perché costringe il capitale italiano, nobiliare e non, atavicamente parassita ad investire in attività reali!
Perché costringe le masse italiane, atavicamente indolenti e serve per selezione genetica (perché chi alzava la testa dalla servitù la perdeva!!), a investire in attività reali o immobiliari il risparmio per non vederlo deperire.
Il tutto sintetizzato in questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=jcKSAFzT56k
RISCOPRIAMO ( DATO CHE SONO STATI RIMOSSI ACCURATAMENTE DALLA STORIA ITALIANA) I GIGANTI DELLA MACROECONOMIA ITALIANA CHE HANNO CREATO LE PREMESSE DEL MIRACOLO ECONOMICO ITALIANO CHE HA PORTATO L’ITALIA AD ESSERE LA 5 POTENZA MONDIALE ( poi, dopo il 1981, ci hanno messo di nuovo alla macina come somarelli)
La costituzione dell’IMI, dell’IRI e la legge bancaria del 1936:
DONATO MENICHELLA, CON BENEDUCE FU IL PRINCIPALE ISPIRATORE DELLE RIFORME ECONOMICO FINANZIARIE DEGLI ANNI TRENTA.
IL RUOLO DI BENEDUCE FU ESSENZIALE NELLA RISTRUTTURAZIONE DELL’ECONOMIA ITALIANA SUCCESSIVA ALLA CRISI MONDIALE DEL 1929. IL FALLIMENTO DELLE MAGGIORI BANCHE ITALIANE, CHE DETENEVANO ANCHE NUMEROSE PARTECIPAZIONI AZIONARIE NELLE IMPRESE INDUSTRIALI, FU EVITATO GRAZIE ALL’INTERVENTO DELLO STATO.
UNA SITUAZIONE IDENTICA A QUELLA ATTUALE A LIVELLO ECONOMICO, CAUSATA ANCHE ALLORA DAL LIBERISMO SFRENATO SENZA REGOLE, CHE CEDE IL CONTROLLO DEL BENESSERE COLLETTIVO AGLI SPECULATORI INTERNI E INTERNAZIONALI, PRATICAMENTE COME FAR GESTIRE L’AVIS A DRACULA!!
IL «SISTEMA BENEDUCE» PREVEDEVA LA NETTA SEPARAZIONE FRA BANCHE ED IMPRESE INDUSTRIALI, CON LA PARTECIPAZIONE DIRETTA DELLO STATO AL CAPITALE DI CONTROLLO DELLE IMPRESE. LE AZIENDE PUBBLICHE RIMANEVANO COMUNQUE SOCIETÀ PER AZIONI, CONTINUANDO QUINDI AD ASSOCIARE, IN POSIZIONE DI MINORANZA, IL CAPITALE PRIVATO.
LO STATO SI RISERVAVA, INOLTRE, UN RUOLO DI INDIRIZZO DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE, SENZA ENTRARE NELLA GESTIONE DIRETTA.
A TALE SCOPO FU PRIMA FONDATO NEL 1931 L’ISTITUTO MOBILIARE ITALIANO, ISTITUTO PUBBLICO SPECIALIZZATO NEL CREDITO INDUSTRIALE. NEL GENNAIO 1933 IL MINISTRO DELLE FINANZE GUIDO JUNG, BENEDUCE E IL FUTURO GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA DONATO MENICHELLA, FURONO I PRINCIPALI FAUTORI DELLA NASCITA DELL’ISTITUTO PER LA RICOSTRUZIONE INDUSTRIALE (IRI). BENEDUCE NE FU IL PRIMO PRESIDENTE, DALLA SUA COSTITUZIONE FINO AL 1939.
Fu fautore di una gestione delle aziende ispirata a criteri privatistici e libera da influenze politiche; improntò il rapporto con gli industriali privati ad uno spirito di collaborazione in cui lo stato si riservava però il ruolo di indirizzo e finalità collettive.
CON MENICHELLA, FU UNO DEGLI ISPIRATORI DELLA LEGGE BANCARIA DEL 1936 (DECRETO-LEGGE 12 MARZO 1936 N. 375 – LEGGE 7 MARZO 1938, N. 141), RIMASTA IN VIGORE FINO AL 1993, CHE VIETÒ ALLE BANCHE L’ESERCIZIO CONGIUNTO DEL CREDITO E DELLA SPECULAZIONE. DELLA SERIE O BANCA COMMERCIALE O BANCA D’AFFARI!!
RISULTATO: ALLA SPECULAZIONE VENNE MESSA LA MUSERUOLA E CHIUSA NEL RECINTO DOVE NON POTEVA PIU’ SBRANARE L’ECONOMIA REALE!!
PER 57 ANNI!!!
UN ULTERIORE ASPETTO SALIENTE NELLA VITA DI BENEDUCE FU IL SUO LEGAME CON IL FINANZIERE ENRICO CUCCIA: IL FUTURO CAPO DI MEDIOBANCA ERA UN GIOVANE FUNZIONARIO NEOASSUNTO ALL’IRI CHE, FREQUENTANDO LA CASA DI BENEDUCE, CONOBBE LA FIGLIA IDEA NUOVA E LA SPOSÒ NEL 1939; IL POTENTE SUOCERO FAVORÌ GLI INIZI DELLA CARRIERA DEL GENERO, CALDEGGIANDONE L’ASSUNZIONE PRESSO LA COMIT GUIDATA DA RAFFAELE MATTIOLI. OLTRE AL VINCOLO DI PARENTELA, SI TENDE A VEDERE TRA I DUE UNA SORTA DI CONTINUITÀ NELLA COMUNE CAPACITÀ DI RIMANERE AI VERTICI DEL POTERE ECONOMICO, A CAVALLO TRA SETTORE PUBBLICO E SETTORE PRIVATO.
Il ruolo di regista dell’economia italiana, morto Beneduce passa a Menichella:
Nel 1946, su indicazione di Luigi Einaudi, Menichella assume l’incarico di Direttore generale della Banca d’Italia e nel 1947 (con la nomina di Einaudi a ministro del Bilancio nel quarto governo De Gasperi), le funzioni di Governatore della Banca d’Italia, al vertice della quale è nominato nel 1948. Nel 1947 accompagna De Gasperi negli Stati Uniti, da dove tornarono con il prestito da 100 milioni di dollari necessario alla ricostruzione italiana.
Nel dicembre 1946 è tra i fondatori dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ), che elabora l’idea di un “nuovo meridionalismo”, fondato sull’intervento straordinario nel Mezzogiorno. Alla scadenza del Piano Marshall, e sull’esempio dell’americana Tennessee Valley Authority, Menichella suggerisce il progetto della Cassa per il Mezzogiorno (1950), intesa come agenzia temporanea destinataria delle disponibilità della Banca Mondiale a finanziare con prestiti in dollari programmi di investimenti nelle aree depresse del mondo.
NEL 1960, DOPO AVER CONTRIBUITO AL RAGGIUNGIMENTO DI PRESTIGIOSI TRAGUARDI ECONOMICI INTERNAZIONALI (PARITÀ DELLA LIRA SECONDO LE DISPOSIZIONI DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE, OSCAR DEL FINANCIAL TIMES PER LA MIGLIORE VALUTA ALLA LIRA E OSCAR COME MIGLIORE GOVERNATORE CENTRALE), SI DIMETTE DALL’INCARICO DI GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA.
Luigi Einaudi ha anche il merito di aver scelto subito come direttore generale un uomo che veniva dall’IRI: Donato Menichella. Con il quale lavora in sintonia perfetta e al quale lascia nel 1948 il timone della banca. UN MENICHELLA, CHE SI MERITÒ PER LA SUA CAPACITÀ DEL NON APPARIRE IL NOMIGNOLO DI “GOVERNATORE-OMBRA”, È IL PROTAGONISTA, DAL PUNTO DI VISTA DELLA BANCA D’ITALIA, DELLE VICENDE DELLA RICOSTRUZIONE, CON LA GESTIONE DEI FONDI DEL PIANO MARSHALL E DI TUTTO IL PROCESSO ESPANSIVO DELL’APPARATO PRODUTTIVO ITALIANO FINO ALLE SOGLIE DEL “MIRACOLO”. UN TEMPO DI PREZZI STABILITI E DI BILANCI POSITIVI, CON LA LIRA CHE SI AVVIA A DIVENTARE UNA MONETA RISPETTATA NEL PANORAMA INTERNAZIONALE.
Anche il tempo di apertura all’Europa che porterà alla CEE, della Cassa del Mezzogiorno, dell’esplosione siderurgica con l’attuazione del Piano Sinigaglia, dell’Eni di Enrico Mattei. Tutte cose che accadono sotto la sua attenta vigilanza. E non c’è dubbio che Donato Menichella sviluppi una sua accorta politica monetaria. Ma lo fa senza ricorrere a strumenti canonici . Si parla oggi della grande autorità morale e di una straordinaria capacità di persuasione, con cui riusciva a far fare agli altri, alle grandi banche, le operazioni che riteneva opportune (Franco Vegliani, Successo, gennaio 1980)
…Mio padre era uno “specialista dell’autoriduzione”. Autoridusse il suo stipendio nell’anteguerra a meno della metà. Non ritirò, quando fu reintegrato all’IRI, due anni e mezzo di stipendio; al presidente Paratore rispose: ‘Dall’ottobre 1943 al febbraio 1946 non ho lavorato!’. Fissò il suo stipendio nel dopoguerra a meno della metà di quanto gli veniva proposto; lo mantenne sempre basso. Se il decoro del grado si misura dallo stipendio, agì in modo spudoratamente indecoroso! Il 23 gennaio 1966, al compimento del settantesimo anno, chiese ed ottenne che gli riducessero il trattamento di quiescenza, praticamente alla metà, giustificandosi così: ‘Ho verificato che da pensionato mi servono molti meno danari!’.
AI FIGLI HA LASCIATO UN OPUSCOLO DAL TITOLO: ‘COME È CHE NON SONO DIVENTATO RICCO’, DOCUMENTANDOCI, CON ATTI E LETTERE, QUESTE ED ALTRE RINUNCE A POSTI, PREBENDE E CARICHE. VOLEVA GIUSTIFICARSI CON NOI: ‘VEDETE I DENARI NON ME LI SONO SPESI CON LE DONNE; NON CI SONO, E PERCIÒ NON LI TROVATE, PERCHÉ NON LI HO MAI PRESI!’ MIA MADRE (GLI VOLEVA MOLTO BENE) HA SEMPRE ACCETTATO, SIA PURE CON RASSEGNAZIONE, TALI SUE PEREGRINE INIZIATIVE (ANCHE QUANDO DOVEMMO VENDERCI LA CASA E CONSUMARE L’EREDITÀ DI LEI); PERÒ OGNI TANTO CI FACEVA UN GESTO TOCCANDOSI LA TESTA, COME A DIRE: ‘QUEST’UOMO NON È ONESTO, È DA INTERDIRE’ POI SORRIDEVA E SI CAPIVA CHE ERA ORGOGLIOSA DI LUI. (Vincenzo Menichella, Roma, “Giornata Menichella”, 23 gennaio 1986)
Analizzare vita e opere di questi giganti crea da un lato emozione per la STATURA DEI PERSONAGGI e dall’altro RABBIA per la NANO STATURA DEI LORO OMOLOGHI ATTUALI!
SOLO CONOSCENZA E COMPETENZA, UNITE A ONESTA’, COERENZA E BUON SENSO POTRANNO SALVARE IL PAESE!!
CHI POTREBBE NE PARLA (quindi sa!!) MA POI NON FA NULLA PER SALVARE IL PAESE PERCHE’ E’ A LIBRO PAGA DELLA SPECULAZIONE INTERNAZIONALE CHE VUOLE SPOLPARE L’INTERO RISPARMIO PRIVATO ITALIANO E IMPOSSESSARSI DEGLI ASSET UNICI DEL NOSTRO PAESE!!
https://www.bancaditalia.it/media/notizie/2015/Programma_convegno_IRI-Lincei_1_mod_26_2.pdf
http://www.huffingtonpost.it/2015/03/23/romano-prodi-iri-convegno-banca-italia_n_6922420.html
APPELLO PER LA CREAZIONE DI UN’ ALTERNATIVA PER L’ITALIA.
ITALIA LIBERA E SOVRANA!
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