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Analisi e studi

PROBLEMA PENSIONI: LA VERITA’ DELL’UNIONE EUROPEA CI INDICA COME NON SIANO NECESSARIE ULTERIORI RIFORME. SIAMO TRA I PAESI PIU’ VIRTUOSI.

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Cari amici

dato che morirò prima non mi interesso molto di pensioni, però una discussione sul tema mi spinge a scriverne ed ad introdurre alcuni dati interessanti.

La fonte è un rapporto della Comunità Europea del 2015 nel quale venivano valutate le prospettive di sostenibilità dei sistemi pensionistici sulla base dei sistemi fiscali e della demografia.

Il report è basato sui dati e sulle pevisioni dei diversi governi, integrati da dati europei. Prima di tutto diciamo che la sostenibilità si basa su un dato prudenziale relativo ad una crescita costante del PIL del 1%, (quest’anno ad esempio è stata superiore al doppio). Ricordiamoci questo punto, perchè particolarmente rilevante.

Inizimo valutando la popolazione attiva nell’area  UE e la sua evoluzione futura prevista.

Notiamo come la previsione della UE sia legata a un aumento molto forte della popolazione attiva, quindi con un impiego sempre crescente di quella che è la popolazione inattiva, soprattutto femminile. Questo porrà in molti paesi una sfida demografica.

Iniziamo considerando la spesa per gli anziani, complessiva di pensioni, educazione , sanità e curà, nei singoli paesi europei:

Qui vediamo (le lineette blu sono la previsione quelle rosse alcuni profili alternativi) le previsioni 2013-2060 relative alle spese totali per gli anziai. Quelle degli italiani sono viste in calo, sia in senso stretto sia in senso lato, ciò comprensive di spese sanitarie ed assistenziali. Insomma si dà per scontato che gli anziani italiani stiano bene, o tirino le cuoia molto rapidamente.

Come si dividono le spese generali per gli anziani, fra cura, pensione e case protette ?

Noi spenderemmo molto meno per le case di riposo per anziani, dando per scontato che questi rimangano a carico delle famiglie. Quanto può esser vera questa previsione ?

Vediamo anche il rapporto fra paghe e pensioni , come ne viene prevista l’evoluzione:

In tutti i paesi europei è previsto un PEGGIORAMENTO del rapporto fra pensioni e paghe, con un forte calo delle prime rispetto alle seconde, che colpisce soprattutto i paesi mediterranei, la Svezia e la Polonia, ma che colpisce anche l’Italia con un quasi-10%. In Belgio questo rapporto è praticamente stabile, mentre addirittura aumentano le pensioni in Lussemburgo. Non è che , essendo questi paesi piccoli e sedi delle istituzioni europee , godono di un trattamento particolare e, diciamo così, simpaticamente parassitario, pagato da tutti gli altri paesi?

Vediamo ora come invece viene previsto l’andamento demografico a livello UE.

 

Notiamo come ia prevista una stabilzzazione un po’ miracolosa dal 2014…. e come il tasso di fecondità sia leggermente più basso nell’area euro rispetto alla EU nel suo complesso. Insomma l’euro non è fecondo.

Vediamo ora le migrazioni:

In questo caso si vede una spina migratoria maggiore verso i paesi UE no euro, il che è un po’ strano visto che dentro ci sono i famosi paesi del “Gruppo di Visegrad” che sono contrarissimi all’immigrazione. Che non si tratti di migrazioni dall’area euro a quella non euro ?

Comunque passiamo alla valutazione della crescita dell’età pensionabile per ogni singolo paese.

L’Italia è fra i paei quello che vede la maggiore crescita nell’età pensionabile e sarà il seconod nella UE dopo la Danimarca , nel 2060 ! Al contrario i Belgi andranno in pensione a 63 anni. Antro trattamento di favore per la presenza delle istituzioni europee?

Valutiamo ora l’andamento previsto della disoccupazione.

Si prevede un forte calo della disoccupazione. Come avverà è nella mente del Signore.

Ora siamo al cuore del report. Come varietà la spesa pensionistica da qui al 2060 ? Ecco una tabella con le variazioni per singolo stato.

Per l’Italia è previsto un calo di quasi il 2% della spesa pensionistica rispetto al PIL? Altro che crisi del sistema ! In crescita la spesa in Lussemburgo, Belgio e Svezia, nei due primi casi siamo di fronte a casualità…

In questa tabella vedete il tutto un po’ più nel dettaglio, con saldi parziali lungo la strada del risanamento, ed i saldi al 2040 ed al 2060. Come potete vedere il nostro sistema è in equilibrio.

Ricordiamo che nei calcoli UE nella spesa pensionistica viene considerato il TFR, che oggettivamente non ne fa parte, r cui il saldo sarebbe ancora migliore. Non siamo sicuri che tutti i paesi esteri considerino poi facenti parte della spesa pensionistica le cosiddette “Gestioni separate” dei professionisti, cosa che invece per noi accade.

Potremmo anche aggiungere che tutta la gestione sarebbe ampiamente migliorabile con una politica espansiva che puntasse ad un maggiore aumento del PIL, cosa che libererebbe notevoli risorse aggiuntive, quindi una politica fiscale più espansiva . Purtroppo mezza unione non ci sente, e se noi facessimo i nostri interessi ci muoveremo da soli.


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